Against the Ice Recensione: sopravvivere ai ghiacci della Groenlandia

Il film danese è uno dei principali esponenti del filone “man vs. nature” su Netflix, ma inciampa sulla trama e sulla gestione dei ritmi narrativi.

Against the Ice Recensione: sopravvivere ai ghiacci della Groenlandia
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"Un esploratore che viaggia in terre sconosciute per scoprire nuove parti del globo deve assicurarsi che le prove delle sue scoperte vengano consegnate sane e salve, con o senza di lui". Attorno a questa premessa ruota Against The Ice, film danese distribuito da Netflix che vede alla regia Peter Flinth e che rappresenta di fatto una reunion di due attori di Game of Thrones: Nikolaj Coster-Waldau, che nel Trono di Spade interpretava Jaime Lannister e che in Against the Ice ricopre il ruolo del capitano Ejnar Mikkelsen, e Charles Dance, che nella pellicola è il Ministro danese Neergaard, mentre nella serie fantasy HBO impersonava Tywin Lannister.

Siamo però ben lontani dalle atmosfere fantastiche della saga scaturita dalla penna di George R. R. Martin: al contrario, Against the Ice rientra nel filone dei film "uomo contro natura", poiché racconta la storia vera della solitaria traversata della Groenlandia da parte del capitano Mikkelsen e dell'ingegnere Iver Iversen (Joe Cole), partiti alla ricerca dei resti di una precedente e fallimentare spedizione danese nel Nordest dell'isola, volta a dimostrare che quest'ultima non era collegata in alcun modo al continente americano, ridimensionando le pretese territoriali degli Stati Uniti sulla regione. L'avventura di Mikkelsen e Iversen si trasforma però in una sfida di sopravvivenza tra i ghiacci quando i due capiscono di dover passare mesi e mesi confinati nelle fredde terre del circolo polare artico, circondati solo dal ghiaccio, dagli orsi polari e dalla neve.

Due esploratori contro Madre Natura

Se è vero che Against The Ice è un titolo ascrivibile al filone "man vs. nature", vi è anche da dire che si tratta di una pellicola decisamente atipica per il suo sotto-genere, dove le scene d'azione sono ridotte al minimo e la minaccia stessa alla sopravvivenza della spedizione di Mikkelsen e Iversen non è immediatamente tangibile, ma si ritrova nell'opprimente e incombente senso di desolazione e solitudine della Groenlandia, che permea tutto il film e che rappresenta un pericolo per la salute anzitutto mentale e solo poi fisica dei due esploratori.

In effetti, nel film prevalgono i silenzi e le ampie panoramiche rispetto all'azione, al dialogo e alla narrazione dei fatti, che in realtà sono veramente pochi, al punto che la carne messa al fuoco dagli sceneggiatori, tra cui figura lo stesso Coster-Waldau, è fin troppo poca per costituire una produzione organica e sufficientemente complessa da risultare godibile per gli spettatori. Un approccio così minimalista alla trama ha però anche degli indubbi vantaggi: la Groenlandia è un paesaggio vivo e vibrante, una sorta di terzo protagonista del film che viene glorificato dalle numerose inquadrature della sua natura incontaminata, che conferiscono ad Against The Ice un tono quasi documentaristico. Sia chiaro, i momenti di tensione ci sono, così come le svolte di scrittura, ma si tratta di eventi rari e spesso condensati in poche, rapide sequenze che lasciano presto il passo alla contemplazione della bellezza naturale delle scenografie, esaltate da una fotografia che dà il proprio meglio proprio nelle scene in esterni, risultando invece decisamente più claudicante laddove si passa ad un taglio più narrativo, soprattutto negli interni.

Un film ridotto ai minimi termini

Se l'impatto visivo dell'opera è sicuramente piacevole e relativamente fresco, non possiamo dirci altrettanto soddisfatti del resto della produzione. Sotto tutti gli altri punti di vista, infatti, Against The Ice è un film che gioca sulla sottrazione, rimuovendo tutti gli elementi non strettamente essenziali: la trama viene così ridotta all'osso, i dialoghi sono pochissimi, il ritmo stesso è estremamente altalenante, alternando poche scene che riescono a tenere lo spettatore incollato allo schermo a lunghe sequenze che, soprattutto per chi non ama il genere, rischiano di sfociare nella noia più totale. Si tratta ovviamente di scelte volute, in linea con la filosofia del filone "uomo contro natura" e con la natura minimale e quasi documentaristica della pellicola, ma che fanno spesso domandare se, a forza di sottrarre, gli autori di Against The Ice non abbiano scavato troppo in profondità, specie in termini narrativi.

Il pensiero, in questo caso, corre ad un altro film del genere "man vs. nature" girato da un regista islandese, ovvero Everest, del 2015, diretto da Baltasar Kormákur, che, pur raccontando una storia vagamente simile e con delle sensibilità registiche analoghe a quelle di Against The Ice, riusciva a mantenere un ritmo molto più incalzante e a trasmettere un forte senso di apprensione allo spettatore; se volete approfondire, vi invitiamo a leggere la nostra recensione di Everest.

Vista la somiglianza tra i due titoli, non deve stupire che proprio Kormákur sia anche il produttore di Against The Ice: ciò che sorprende, invece, è l'involuzione rispetto al modello narrativo stabilito dal cineasta islandese, che rende la visione decisamente meno interessante del previsto. Qualcuno potrebbe obiettare che la storia della spedizione di Ejnar Mikkelsen in Groenlandia non può essere paragonata alla scalata dell'Everest di Rob Hall, se non altro in termini di pura quantità di contenuti degni di essere raccontati, e non avrebbe del tutto torto: il problema di Against The Ice, tuttavia, è che anche quando cerca di raccontare qualcosa lo fa troppo frettolosamente, con un picco narrativo della durata di pochi minuti che si perde presto tra le distese polari che la fanno da padrone nel resto del film.

Against The Ice Against the Ice è un film visivamente d’impatto ma eccessivamente limitato dal punto di vista narrativo. La perizia della regia e della fotografia, soprattutto negli esterni, sfiora il documentarismo e fa trasparire un sincero amore per la Groelandia nonché un profondo messaggio ecologista. Dalla parte opposta, però, vi è una trama messa in secondo piano, ridotta all'osso e priva di mordente e di ritmo, che rischia di spingere lo spettatore medio ad abbandonare la visione prima della fine della pellicola. Insomma, Against the Ice è una visione consigliata solo agli amanti del genere “uomo contro natura” e a coloro che sognano un viaggio nel circolo polare artico.

5.5

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