Aftershock, la recensione del film con Eli Roth

Sei amici in vacanza in Cile si trovano ad affrontare l'imprevedibile quando un devastante terremoto colpisce il Paese.

Aftershock, la recensione del film con Eli Roth
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Tre amici sono in viaggio per vacanza in Cile: l'americano Gringo, dopo la fine del proprio matrimonio, è stato infatti invitato dagli inseparabili compagni Ariel e Pollo (quest'ultimo originario del Paese sudamericano e figlio di un potente uomo d'affari locale) a prendersi un periodo di relax per dimenticare la burrascosa situazione familiare.
A una festa il loro destino si incrocia con quello di tre ragazze, le sorelle ungheresi Monica e Kylie e la russa Irina. I gruppi decidono di organizzare insieme una gita nella turistica città di Valparaíso dove, tra visite alle attrazioni del posto e altri party a base di alcool e droga, sembra possibile che si formino delle coppie.

In Aftershock la serata di festeggiamenti viene però presto interrotta da un devastante terremoto che causa il crollo di diversi edifici, tra i quali la discoteca sotterranea in cui si trovano i protagonisti. Molti dei partecipanti vengono travolti dalle macerie e muoiono sul colpo e anche Ariel ne fa le spese quando, nel tentativo di salvare una giovane rimasta incastrata, subisce l'accidentale amputazione di una mano.
Saliti in superficie per cercare aiuto i Nostri dovranno fare i conti non solo con il pericolo di ulteriori cedimenti strutturali dell'area urbana ma anche con fenomeni di violenza e sciacallaggio ulteriormente esasperati dal collasso del carcere, con centinaia di detenuti che ora scorrazzano per le strade.

Uno tra i tanti

Da non confondere con l'omonimo film cinese del 2010 o con la miniserie televisiva Aftershock - Terremoto a New York (1999), questa co-produzione tra Cile e Stati Uniti è nata da una conversazione tra i registi Eli Roth, guru del torture-porn nel nuovo millennio, e Nicolás López, autore di apprezzate commedie inedite in Italia. Lo spunto all'origine è relativo al devastante terremoto di magnitudo 8.8 che il 27 febbraio del 2010 colpì lo Stato sudamericano, causando oltre cinquecento morti. Per volontà di López, regista della pellicola, gran parte delle riprese è stata ambientata in alcuni dei luoghi in cui si è realmente compiuta la tragedia, scelta parzialmente controversa vista l'ottica estrema e violenta nella quale ben presto si incanalano i cento minuti di visione.

Aftershock non va per il sottile e segue proprio quell'idea di cinema tanto cara al regista di Hostel (2005), qui presente come attore in uno dei ruoli principali: la ricerca di un estremo palpabile e sanguinolento, che in più occasioni appare come immotivata e non realmente necessaria, favorendo lo splatter e il grottesco a un'introspezione psicologica che infatti risulta stantia e forzata, ulteriormente minata da dialoghi che fungono da spiegoni utili a introdurre al background delle figure coinvolte. Lo stile di ripresa grezzo, nelle intenzioni dell'autore sullo stile delle pellicole in 35mm, non aiuta il puro spettacolo di genere e la qualità mediocre degli effetti speciali restituisce una pallida versione dei disaster-movie a tema.

Blood-quake

L'impressione è che i due amici cineasti, co-autori della sceneggiatura, abbiano voluto realizzare una sorta di esperimento a basso budget (il film è costato solo 2 milioni di dollari) nel quale darsi a un frenetico divertimento di genere, scelta non solo fuori luogo ma anche mal supportata dalla definitiva messa in scena. Nella prima mezz'ora assistiamo alle fasi iniziali della vacanza dei sei protagonisti, tra gite turistiche, party a base di alcool e droga e accese discussioni, ma non succede praticamente nulla che giustifichi il tempo speso; allo scoccare dell'ora X la situazione migliora indubbiamente dal punto di vista del ritmo, ma la monotonia di situazioni e la mano calcata sugli sviluppi più truci rendono Aftershock noioso in egual misura.

Difficile comprendere anche il target di riferimento di un'operazione di questo tipo: il pubblico generalista, attratto potenzialmente dal reale fatto drammatico alla base e dalla tag-line "l'unica cosa più terrificante di Madre Natura è la natura umana", fuggirà in massa compresa la piega degli eventi (e i disastrosi incassi americani lo confermano), mentre quello amante dell'horror e del gore si troverà davanti a una versione annacquata di quegli sbudellamenti e slanci emoglobinici che la presenza nel cast di Roth poteva far presagire. Cast in cui compaiono anche la sexy Lorenza Izzo, futura (ma oggi già ex) compagna di quest'ultimo, la bella attrice ungherese Andrea Osvárt (che bazzica spesso nelle produzioni nostrane) e Selena Gomez in un superfluo cameo della durata di pochi secondi, ideale specchio della pochezza dell'intero insieme.

Aftershock Il devastante terremoto di magnitudo 8.8 che ha devastato il Cile il 27 febbraio del 2010, causando oltre cinquecento morti, è stata la "fonte d'ispirazione" che ha portato i registi Nicolás López ed Eli Roth a ideare la sceneggiatura di questo disaster-movie a sfondo horror: il primo dietro la macchina da presa, il secondo davanti, per un'operazione che oltre a risultare di cattivo gusto nei confronti delle reali vittime (le riprese sono state effettuate negli stessi luoghi della tragedia), si rivela cinematograficamente nulla. Dopo la prima mezz'ora in cui ci si propina una sorta di filmino delle vacanze dei sei personaggi principali, tra party selvaggi e visite turistiche alle attrazioni locali, Aftershock preme l'acceleratore sul grottesco quando il cataclisma ha finalmente atto. La violenza, fisica e psicologica, è sboccata e gratuita e realizzata per giunta con effetti make-up di scarso livello, e gli effetti speciali sono di qualità parimente mediocre tanto che spesso si tende a far "ballare" la camera per nascondere le falle della distruttiva messa in scena. Novanta minuti di visione che guardano alla serie B di genere senza la necessaria ironia o una personalità distinta che riesca ad appassionare alla storia e ai suoi malcapitati protagonisti. Il film andrà in onda domenica 23 giugno alle 21.15 su RAI4.

4

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