Recensione After

Tre amici di vecchia data si ritrovano in una notte di baldoria

Recensione After
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

Made in spain

L’originalità che negli ultimi anni caratterizza il cinema spagnolo non è un semplice caso: produttori e distributori hanno compreso la chiave di volta per il mercato cinematografico estero e nazionale ovvero, senza se e senza ma, la produzione di nuove idee. Sebbene lo scopo del produttore sia rischiare, lo stesso dovrebbe avere notevoli riguardi verso la funzionalità di un progetto: nello specifico del film in questione, After, l’idea basilare può essere senza dubbio funzionale, per quanto discutibile, ma il prodotto definitivo lascia piuttosto basiti. Alberto Rodriguez, regista neppure quarantenne al suo quinto lungometraggio, cerca di dare spessore ad una storia che, di suo, ha ben poco da raccontare.

Siam tre piccoli fratellin...

Manuel, Ana e Julio sono amici d’infanzia, cresciuti tra notti brave e un morboso legame affettivo. A distanza di un anno dalla loro ultima scorribanda i tre, ritrovatisi improvvisamente, decidono di festeggiare una serata assieme desiderosi di uscire, anche se per poco, dai rigidi binari della loro monotona esistenza.
Manuel soffre un matrimonio che lo incatena a degli angoscianti rituali quotidiani, Ana vive un rapporto malato con il proprio compagno e soffre la solitudine di cui ella stessa è causa ed effetto e Julio, perennemente single, cerca una sessualità che lo soddisfi e che non riesce a individuare. Decisi quindi a ritrovare una nuova spensieratezza, seppur in un frangente breve come quello di una notte, i tre amici vivono l’esperienza abbandonandosi a qualunque vizio, mettendo da parte le inibizioni che ogni giorno compromettono la loro quotidianità.

un castello di carta

Potremmo riassumere After di Alberto Rodriguez con un semplice termine di paragone: un giovane ragazzo, alle prese con una discussione impegnativa che non è in grado di argomentare, tenta di dare adito alle proprie affermazioni lanciandosi in una catena infinita di insulti e grida. L’immagine dovrebbe più o meno rendere l’idea: il film cerca, fin dall’inizio, di intrattenere con una foga postmoderna senza fine lo spettatore, cercando di dare spessore alla caratterizzazione di personaggi che in realtà sembrano un patetico rifiuto urbano incredibilmente esagerato. La storia, divisa in tre capitoli, racconta i differenti punti di vista ed aneddoti dei protagonisti che oltretutto, confusi da droghe e situazione caotica, introducono ognuno una variante nella stessa sequenza. Il tentativo fallisce però miseramente: se l’idea di sfornare un nuovo 11.14 (come se se ne sentisse il bisogno) non è riuscita, allo stesso modo la lunghezza del film non giova certo al progressivo e malinconico degenerare della serata.
L’interpretazione dei tre personaggi invece, malgrado tutto, è indiscutibilmente riuscita: per quanto mal caratterizzati traspare benissimo l’intenzione del regista di rendere tre personaggi che nascondono una personalità esasperatamente estremizzata nella propria interiorità.
Alberto Rodriguez, invece, è un caso decisamente strano: inteso come regista nel senso più Hitchcockiano del termine, ovvero l’uomo dietro la macchina da presa, è decisamente fallimentare. Gli va però riconosciuto un senso estetico non indifferente, in più di una situazione molto piacevole e forse l’unico aspetto effettivamente piacevole del comparto regia. Rimane però incapace di raccontare con le immagini e ben poco importa la colpa deve essere attribuita al lavoro di Rodriguez o al comparto di postproduzione (leggasi montaggio): After non funziona e proprio il gioco di soggettive su cui vuole reggersi è reso in modo troppo confusionario.

After After non funziona, mette poca carne al fuoco e tenta di condirla in malomodo. Spiace (quasi) sempre stroncare una produzione europea, ma resta ben poco da salvare. peccato.

4

Quanto attendi: After

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd
ROMA09
Recensione Videogiochi Triage
Triage
ROMA09
Recensione Videogiochi After
After