Recensione Adventureland

La storia di James, classico nerd-verginello, alle prese con le avventure post-diploma.

Recensione Adventureland
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L'arrivo sulla scena cinematografica di una nuova generazione, nata a cavallo fra gli anni '60 e '70, comincia a farsi sentire. Finita l'epoca dei Movie Bratz e del cinema indipendente classico, i registi che oggi hanno trenta - quarant'anni, i primi cresciuti in un mondo davvero multimediale e interconnesso, sono abbastanza giovani da guardare alla loro adolescenza senza nostalgia, e abbastanza vecchi per non essere più troppo cinici. Non è un caso infatti che negli ultimi anni il Sundance e gli altri festival siano sempre più invasi da film ambientati negli anni '80. Addirittura in Italia, nel nostro piccolo, abbiamo avuto lo straordinario successo di Notte prima degli Esami.Adventureland si inserisce in questo filone ancora relativamente inesplorato, Greg Mottola (già noto al pubblico underground per il cult - movie Superbad) ispirandosi alla sua adolescenza passata a lavorare in un parco di divertimenti vicino a New York, costruisce un classico teen - drama, fatto di piccoli amori, grandi delusioni e amicizie che si intersecano all'ombra di uno sfavillante theme park noto, appunto, come Adventureland.
James è il classico studentello nerd neodiplomato. Non ha mai fatto sesso, legge poesie per passare il tempo e sogna di diventare un giornalista. Insieme a un ricco compagno di classe decide di organizzare per l'estate un viaggio attraverso l'Europa, per poi trasferirsi a New York in modo da poter studiare alla Columbia University. Le cose però non vanno per il verso giusto; il padre di James sarà costretto a cambiare lavoro e, così, le finanze della famiglia non saranno più sufficienti a pagare né il viaggio né la retta a quattro zeri dell'Ateneo di Manhattan.Sconvolto e demoralizzato il nostro protagonista accetterà di lavorare per tutta l'estate ad Adventureland, un parco divertimenti vicino a Pittsburgh per pagarsi almeno il biglietto aereo per la Grande Mela. Qui conoscerà Emily, una bella collega di lavoro con cui instaurerà una tenera amicizia. Ma i rapporti interpersonali all'interno del parco sono governati da difficili equilibri e, in poco tempo, James si troverà in mezzo a un triangolo amoroso dai risvolti imprevedibili.Il film vanta un buon ritmo e, soprattutto nella prima parte, una serie di battute molto riuscite che giocano sull'imbranataggine sessuale del protagonista e sulla sua differenza "culturale" rispetto ai colleghi di lavoro. Peccato però che la verve sarcastica della sceneggiatura sparisca in pochissimo tempo, per lasciare spazio a tutti i peggio luoghi comuni dei film romantici più classici. Il rapporto fra James ed Emily che, almeno nelle intenzioni del regista, dovrebbe essere realistico e profondo si risolve nel più classico dei tira - molla con lei che prima non vuole lui, poi lo vuole ma nel frattempo s'è messo con un'altra (la classica sgallettata intelligente come una felce) e il finale riparatore in cui, sotto la canonica pioggia torrenziale, la coppia si riunisce in un tripudio di baci e abbracci. Probabilmente Mottola nel ricordare la sua adolescenza ha calcato troppo la mano sul romanzesco, perdendo di vista la genuina disillusione che sembrava permeare il film.Centrandosi fin troppo sulla love story fra i due protagonisti, poi, Adventureland perde completamente di vista i comprimari, relegando a ruoli prettamente di facciata alcuni personaggi molto interessanti, come il proprietario - gestore del parco (un irresistibile e psicolabile Bill Harder, perennemente in bilico fra follia e genio) o i due amici di James, un intellettuale fallito che sogna di morire come Hermann Melville e il classico bulletto iperattivo di periferia che, pur essendo legato al protagonista da una grande amicizia, non perde occasione per metterlo in situazioni imbarazzanti o per colpirlo al basso ventre. Peccato che tutto questo rimanga sullo sfondo, appena abbozzato. Più la vicenda romantica entra nel vivo meno il film si fa interessante, scivolando placidamente verso un finale telecomandato che più telecomandato non si può.

Ottima invece la colonna sonora, che rievoca il pop dell'epoca, con canzoni di David Bowie, Lou Reed e dei Cure. Una scelta musicale azzeccata però, non basta a risollevare un film che, forse per troppo coinvolgimento personale, finisce per apparire asettico, poco divertente e ancora troppo legato alle logiche classiche del teen drama. Peccato, perché l'ambientazione anni '80 poteva davvero essere interessante ma, purtroppo, l'autore di Superbad ci è sembrato molto spompato e lontano dai fasti del 2007. Il film non è né bello né brutto, appare semplicemente banale.

Adventureland Adventureland rappresenta il tentativo di un ex adolescente degli anni ’80 di rileggere la sua giovinezza. Peccato che l’autoanalisi del regista non vada mai oltre al mero racconto di un amore troppo uguale agli altri. Il film è comunque godibile, ma per distinguersi in un panorama sempre più sovraffollato come quello del cinema Indie, c’è bisogno di molta più abilità. E di una dose maggiore di coraggio.

6

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