La frase ricorrente che sentiamo da anni, quando si parla di cinema italiano, è sicuramente "Abbiamo smesso di fare film di genere, cosa che un tempo facevamo da maestri". Un "mantra" che ha sicuramente un fondo di verità, ma che negli ultimi anni ha visto smuovere diversi tasselli a livello produttivo. Pensiamo sicuramente a Lo Chiamavano Jeeg Robot, a I Peggiori, Il Ragazzo Invisibile e il recente Monolith da un'idea del fumettista Roberto Recchioni. Oggi a sconfessare tutto arrivano anche i The Jackal, che abbandonano il piccolo schermo di YouTube per arrivare al cinema con un progetto a dir poco ambizioso: rinnovare e reinventare in qualche modo il cinema sci-fi italiano, anche riuscendoci in parte. Nell'ultimo decennio forse soltanto i Manetti Bros. hanno avuto a che fare direttamente con gli alieni in maniera "mainstream" con L'arrivo di Wang, oggi invece per i "musi verdi" è arrivato il momento di diventare comici e spietati in un turbine di idee folli. I ragazzi napoletani che hanno conquistato il web con la loro comicità verace cambiano infatti prospettiva e diventano a loro volta degli alieni invasori, ma procediamo per gradi.
È più facile trovare lavoro nello spazio che a Napoli
Partiamo dal presupposto cardine che affligge ogni giovane fra i venti e i trent'anni in Italia, soprattutto al sud, per quello che si sente in giro: non c'è lavoro. Il sogno del posto fisso è praticamente svanito, altro che sogno americano distrutto, orde di laureati con lode non possono fare altro che lavorare come camerieri o nelle cucine delle peggiori friggitorie cinesi di Napoli, in questo caso. I più "fortunati" possono ereditare un mestiere direttamente dal proprio padre, anche se questo può significare girare video dei pre-diciottesimi o dei matrimoni più imbarazzanti che il sud Italia possa offrire, anziché film epici con mostri alieni e donzelle da salvare. In queste poche righe si riassume la storia di Ciro Priello, giovane grafico alla ricerca disperata di un ingaggio che valga qualcosa, e Fabio, nerd della peggior specie appassionato di fantascienza. Inviando per sbaglio il proprio curriculum nello spazio, il buon Ciro viene assoldato da un'agenzia aliena e assunto con un ottimo stipendio e prospettive di carriera. In pratica il sogno di un'intera vita, peccato però che in nome di questo ben presto metterà da parte tutto, dalle amicizie all'amore.
Inseguire le idee fra le stelle
La chiave di volta del film però non è la presa di coscienza dei veri valori, neppure la ricerca del posto fisso a tutti i costi, ma ascoltare le proprie idee, sempre e comunque. Credere nelle proprie capacità e combattere senza compromessi per ciò che si desidera, e non ha importanza se questo necessita magari un cambio di vita o di città, l'importante è realizzarsi, a Napoli come nello spazio. Addio Fottuti Musi Verdi però non è certo un noioso saggio sui giovani d'oggi, tutto questo viene veicolato attraverso un'avventura che vuole divertire e intrattenere. Un film diviso in tre parti ben distinte infarcito di battute classiche e dettagli che rimandano alla carriera dei The Jackal "sul tubo", ma non solo certo. I ragazzi del gruppo infatti non hanno tagliato il cordone ombelicale con le loro origini, fra le pieghe di ogni scena c'è quasi sempre un rimando ai video che li hanno resi celebri negli anni, cosa che i fan della prima ora apprezzeranno di sicuro. Certo chi si avvicina ai The Jackal per la prima volta non coglierà molte delle citazioni presenti, in ogni caso la storia è completamente autonoma e vive di luce propria.
Piccolo e grande schermo
Certo una luce fioca se guardiamo soltanto alla sceneggiatura, che risulta priva di reali guizzi, con tante piccole idee ammucchiate in serie ma senza una reale coesione. Un sottile filo comune tiene insieme gli sketch che si susseguono su schermo, a mancare però è lo spessore, soprattutto nella parte centrale. A Napoli tutto funziona a dovere, anche grazie alla comicità innata dei protagonisti e di alcune guest star di peso come Fortunato Cerlino e Salvatore Esposito, nello spazio invece il ritmo diminuisce, così come la qualità dei dialoghi e delle scene.
Nella lunghezza del progetto si nascondono le maggiori insidie relative al passaggio dal piccolo schermo al grande: su YouTube uno sketch che duri meno di 20 minuti può avvalersi di immediatezza, di battute a tamburo battente, un lungometraggio di 90 minuti ha invece bisogno di un bilanciamento migliore, di parti più lineari e tempi comici chirurgici. Questo un po' è venuto a mancare a questo Addio Fottuti Musi Verdi, si tratta però di un'opera prima, di un primo esperimento dei The Jackal lontani dal "nido" rassicurante di YouTube e la prova si può considerare superata - molto meglio rispetto ad altri prodotti di simile natura. Questo grazie sicuramente al talento innato della crew diretta da Francesco Ebbasta, seria e professionale quando si tratta di lavorare a pieno ritmo, e alla comicità sanguigna dei protagonisti.
Comicità verace
Se Ciro Priello si trova pienamente a suo agio nel ruolo del giovane laureato assoldato dagli alieni, a svettare è soprattutto Fabio Balsamo, talento autentico della comicità nostrana che non sbaglia neppure un intervento. Aiutato dal dialetto, che comunque trasmette sicurezza e naturalezza alla recitazione, conquista ogni scena in cui è presente. Buona l'idea di frenare gli altri membri del gruppo comico, altrimenti si sarebbe creato un imbarazzante caos, così come i personaggi secondari di Beatrice Arnera e Roberto Zibetti: ognuno ha un ruolo minore con una funzione ben precisa, senza strafare, ma siamo sicuri che nei prossimi progetti ci sarà più spazio a disposizione per loro. Già, i prossimi progetti, perché l'epilogo di Addio Fottuti Musi Verdi non fa che aprire le porte ad un ipotetico sequel, ma chissà. A giudicare dall'impianto tecnico, sinceramente non sarebbe male tornare nello spazio presto o tardi: l'uso degli effetti visivi infatti inizia a farsi interessante anche nel nostro Paese, niente green screen abbozzati, niente animatronic scadenti, abbiamo invece a che fare con oggetti volanti e luminosi, cannoni intergalattici, astronavi e ambientazioni spaziali convincenti. Come non nominare poi il segretario robotico Janine, un insieme di citazioni compresse all'interno di un unico personaggio, omaggio chiaro e diretto al cinema action e d'avventura anni ‘90 con cui gli autori del film (e molti di noi) sono cresciuti.
Addio Fottuti Musi Verdi segna così il passaggio definitivo dei The Jackal ad un mezzo "superiore" rispetto a YouTube, il cinema che conta. Lo stile è lo stesso di sempre, la comicità verace pure, peccato però che sulla lunga durata il team debba ancora maturare appieno. Con una sceneggiatura più corposa avremmo sicuramente parlato di tutt'altro film, ci restano comunque gli ottimi tempi comici dei protagonisti, idee geniali sparse qua e là e degli effetti visivi che sono eccellenti se guardiamo al cinema italiano attuale. Non manca neppure un sottotesto importante, che spinge ventenni e trentenni a credere nelle idee e in loro stessi, a combattere per ciò che desiderano. Per il gruppo di comici napoletani un primo importante esperimento che fa presagire un ottimo proseguo nel settore.