Recensione Adam

Incursione filmica nei meandri di una (a)tipica storia d’amore

Recensione Adam
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

È una prassi piuttosto consolidata, al cinema, quella di utilizzare l'escamotage della ‘diversità' mentale (leggasi autismo e affini) per esplorare quello spazio della psiche umana dominato da un diverso concetto di sensibilità. Basti pensare allo splendido Rain Man o al toccante Buon Compleanno Mr. Grape, per far riaffiorare quella sensazione di cassa di risonanza delle emozioni alla quale il disturbo mentale è spesso associato. Un mondo parallelo e per certi versi distante che può aiutarci, per la sua capacità di straniamento, a comprendere meglio gli altri, ma che rimane nondimeno un mondo remoto, e per quanto ci sforziamo difficile o impossibile da lambire. Si fonda su questo concetto anche il film Adam, prima regia per il grande schermo di Max Meyer, che prende il titolo dal nome del suo protagonista, ragazzo tremendamente intelligente e impacciato per via del lieve autismo che lo affligge, ovvero la Sindrome di Asperger, una forma dello spettro autistico "ad alto funzionamento".

Adam e Beth

Adam (un bravissimo Hugh Dancy) è un ragazzo all'apparenza normalissimo, brillante ingegnere elettronico con una passione smisurata per l'astronomia (tanto che ha costruito in casa uno pseudo planetario e all'occasione indossa una tuta da astronauta), ma che ha profonde difficoltà relazionali dovute al suo disagio psichico. La morte del padre, suo unico punto di riferimento insieme all'amico Harlan, un omone di colore che lo segue con dedizione e calore umano, acuirà il suo senso di spaesamento, complicando anche la situazione finanziaria (un'improvvisa instabilità reddituale che comprometterà la possibilità di rimanere nel dispendioso appartamento del padre). L'incontro con Beth (un'intensa Rose Byrne), bella e intelligente scrittrice di libri per bambini, trasferitasi da poco nell'appartamento accanto e reduce da una cocente delusione d'amore, interromperà la sua solitudine. Lo farà entrare in contatto con il mondo dell'altro sesso e nel contempo lo metterà di fronte alla sfida di intraprendere una relazione pur senza avere la percezione dei propri sentimenti, quello che in poche parole la Sindrome di Asperger comporta. Dal canto suo Beth, dapprima inconsapevole del ‘disturbo' che affligge il suo vicino di casa, cercherà di socializzare nonostante lo schietto e talvolta tagliente comportamento di Adam, pronto a parlare di prigione, morte o eccitazione sessuale senza il minimo pudore. Perché Adam non comprende ciò che esula dal linguaggio verbale, non è in grado di distinguere il significato dal significante, né di attribuire alle sue parole una connotazione emotiva. Ma Adam è anche qualcos'altro: un Piccolo Principe che vive nel suo eremo fatato, in attesa della volpe capace di guidarlo lungo il sentiero magico e tortuoso dell'amicizia e dell'amore. Qualcuno con cui condividere il suo universo di sogni e creature meravigliose (trascorrendo le serate a osservare il planetario o dei furtivi procioni a Central Park). La mancanza di sovrastrutture mentali di Adam, una rara avis nel mondo adulto, porteranno Beth a immaginare una vita diversa, accanto al suo piccolo principe, e a far sbocciare tra i due una inconsueta storia d'amore, fatta di classiche incomprensioni capaci di tendersi fino al limite per via della ‘insensibilità' di Adam. Un rapporto per certi versi insostenibile che, infine, potrà continuare a vivere solo attraverso le pagine di una fiaba per bambini.

Sull’asteroide del Piccolo Principe

"Il libro per bambini che preferisco parla di un piccolo principe arrivato sulla terra da un asteroide molto lontano. Qui incontra un pilota il cui aereo è precipitato nel deserto. Il piccolo principe insegna al pilota molte cose, soprattutto sull'amore. Mio padre diceva sempre che io ero il piccolo principe ma... dopo aver conosciuto Adam, ho capito che sono sempre stata il pilota". Prendendo spunto dal sempreverde racconto de Il Piccolo Principe, Max Meyer ci conduce per mano attraverso mondi abitati da sensibilità diverse in cui le frizioni relazionali diventano un gap incolmabile per via della patologia, metafora della difficoltà umana a entrare in relazione con l'altro e a volte con se stessi, difficoltà che cresce con il crescere delle diversità, qui rappresentate da una limitazione oggettiva, una Sindrome. In una Manhattan esoterica quanto il suo protagonista (che in trent'anni non ha mai varcato i confini cittadini), il regista muove con levità i suoi due personaggi, differenti ma accomunati dalla ‘capacità' di guardare alla vita con sguardi diversi. E, in un certo senso, il loro binomio rievoca l'evoluzione romantica ma dolorosamente reale della coppia Zooey Deschanel & Joseph Gordon-Levitt, vista e apprezzata di recente nel film 500 Giorni insieme. Sono la poesia della narrazione e la leggerezza dei personaggi, più che la storia in sé, a portarci nei 99 minuti di proiezione a vivere sull'asteroide del Piccolo Principe: una realtà distante eppure tremendamente vicina. E se alcuni snodi narrativi (i guai giudiziari del padre di Beth o le finali 'intuizioni' di Adam) non giovano particolarmente al film, la levità, la bravura dei protagonisti, gli eloquenti silenzi e la scelta di non regalare allo spettatore una storia a lieto fine, ma di rimanere fedele all'amaro realismo di cui il film si fa portabandiera, bastano a fare di quest'opera, se non altro un interessante e originale ritratto di esistenze che racchiudono una speciale fragilità: "Non si vede che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi".

Adam Pur tessendo una trama che non ha particolari spunti di originalità e che, come spesso accade al cinema, sfrutta il potenziale della ‘malattia’ per sondare il terreno impervio dei rapporti umani, Max Meyer riesce (grazie soprattutto alla bravura dei protagonisti), a realizzare un’opera eccentrica che ha il pregio di non svendersi per il lieto fine. Un’opera che, pur con i suoi limiti, si veste di una trama molto sofisticata, quasi poetica, riuscendo infine a farsi portavoce di esistenze (stra)ordinarie.

6.5

Che voto dai a: Adam

Media Voto Utenti
Voti: 35
6.4
nd