In Acts of Vengeance Frank Valera è un uomo di successo, ha un brillante lavoro come avvocato difensore e una splendida famiglia. I costanti impegni burocratici però lo portano spesso a trascurare proprio i propri affetti, facendolo mancare ad un'esibizione scolastica della figlia da tempo attesa. Proprio la stessa notte l'uomo riceve la visita della polizia che lo informa che la moglie e la bambina sono state uccise in un sospetto tentativo di furto. Frank si ritiene diretto responsabile della tragedia e affoga i propri tormenti nell'alcool mentre le indagini delle forze dell'ordine brancolano nel buio. Inizialmente l'uomo prova a punire se stesso partecipando ad incontri clandestini di MMA, ma quando il caso relativo all'omicidio viene archiviato senza aver trovato un colpevole decide di rimboccarsi le maniche e mettersi in proprio sulle tracce degli assassini.
Io sono vendetta
Un film sul senso della perdita, non a caso dedicato alla moglie del regista Isaac Florentine e alla madre dell'editor Paul Harb, entrambe decedute per colpa del cancro durante le riprese. E non è un caso che pur affidandosi al classico canovaccio tipico dei revenge-movie anni '80 le atmosfere di Acts of Vengeance (disponibile su Netflix) siano più cupe e amare della media, trovando nell'intensa performance del protagonista Antonio Banderas, in gran forma fisica (eccellente anche negli istinti action-movie), il magnete perfetto per raccontare una storia che vive proprio sulla forza dei suoi cliché, qui speziati da alcune interessanti soluzioni di contorno. L'inizio ci catapulta da subito nella genesi introspettiva del personaggio, con il Nostro vestito di giacca di pelle e indossante occhiali scuri, che sembra possedere un udito sviluppato oltre la media oltre a notevoli capacità atletiche; il primo atto è infatti in realtà il quarto, con una storia che si muove poi a ritroso con i vari tasselli introdotti dal voice-over di Valera, necessari per approfondire il percorso compiuto da questo spigliato avvocato pronto a trasformarsi in implacabile vendicatore alla ricerca degli assassini della sua famiglia. Con svariati riferimenti alla filosofia guerriera, dai testi di Medications di Marco Aurelio fino ai classici L'arte della guerra e Bushido, usati come bibbia di rinascita interiore, e una polizia inetta incapace di rintracciare i reali colpevoli, il filo della narrazione procede con onesta e godibile semplicità, tanto che anche una manciata di forzature (in primis la presenza dell'altruista infermiera di Paz Vega) stonano meno del previsto ai fini dell'operazione. Lo stesso colpo di scena finale, non certo originalissimo e parzialmente prevedibile data la sporadicità di figure di rilievo, si rivela comunque efficace ponendo buoni spunti di riflessione sul reale significato della colpa e del dolore.
Un tosto Antonio Banderas, a suo agio sia nei toni drammatici che in quelli coreografici, è al centro di questo solido revenge-movie che guarda esplicitamente al cinema di genere anni '80 e '90, virato qui su tonalità vagamente più cupe e riflessive. Acts of Vengeance è tanto semplice quanto godibile, offrendo un intrattenimento sano e mai pretenzioso che recupera tutti gli stereotipi del filone in un compitino rozzo e avvincente al punto giusto che intrattiene con facilità per novanta minuti piacevolmente classicheggianti.