La abuela Legami di sangue Recensione: un horror banale dal regista di REC

Paco Plaza, cineasta spagnolo famoso per la saga di REC, firma un horror dove la protagonista fa ritorno a casa per prendersi cura dell'anziana nonna.

La abuela Legami di sangue Recensione: un horror banale dal regista di REC
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Susanna è una splendida ragazza che ha deciso di seguire la sua avviata carriera da modella, sacrificando in cambio il rapporto con la nonna che l'ha cresciuta, ora rimasta da sola nella sua vecchia casa. La protagonista di La Abuela - Legami di sangue si trova costretta a far ritorno tra quelle quattro mura che conosce così bene dopo che l'anziana viene colpita da un ictus, che la lascia fortemente debilitata e incapace di badare a se stessa.

Rinunciando a una grossa opportunità lavorativa, Susanna decide quindi di prendersene cura nel breve periodo, nella speranza poi di trovare una badante che possa occuparsi della nonna a pieno regime. Ma in quel ridotto lasso di tempo dove torna a conviverci, finirà per scoprire un'inquietante verità e per essere vittima di strani fenomeni, che cominciano dopo l'incontro con Eva, nipote di un'amica della nonna recentemente scomparsa.

La Abuela - Legami di sangue: dramma e spaventi

Dopo la parentesi thriller di Occhio per occhio (2019), il regista Paco Plaza torna al suo genere di principale appartenenza, ovvero l'horror nel quale si era consacrato con la trilogia di REC e firma un nuovo viaggio nell'incubo a quattro anni di distanza dalla sua precedente incursione nel filone: se volete sapere di che film stiamo parlando, leggete recensione di Veronica (2017).

Con La Abuela - Legami di sangue - in onda stasera su Rai4 in prima tv - opta per una sceneggiatura potenzialmente ambigua e ricca di sfumature, salvo non riuscire a centrare tutti gli spunti prefissati in partenza e ricadere in più occasioni in un torbidume eccessivamente palesato, che vorrebbe porsi foriero di motivi di riflessione giacché vedente al centro del racconto la figura di un'anziana malata. Una situazione con la quale molte famiglie si trovano a fare i conti, quando devono occuparsi di persone non più autosufficienti, che qui viene sfruttata con soluzioni a tratti disturbanti e patetiche, con la sfortunata protagonista che deve impegnarsi in prima persona nell'accudire quella nonna che ha sempre amato, o almeno così pensava.

Il passato che ritorna

Con lo scorrere dei minuti e il ritrovamento di un diario disegnato da bambina, Susanna scopre infatti di avere un periodo di vuoto, nel quale è accaduto qualcosa di misterioso, e con il passare dei giorni quel passato misteriosamente rimosso fa ritorno prepotentemente, tra antichi rituali magici - che portano alla morte di coloro che avrebbero dovuto dare una mano alla povera nipote - e situazioni più canoniche tipiche dell'immaginario horror classico, tra porte che si aprono, luci che si spengono e accendono e incubi ricorrenti.

Ma il pubblico era già preparato a certe atmosfere da quel prologo che finisce per suggerire, più o meno volontariamente, l'effettiva risoluzione del tutto, tra rimandi a cult del calibro di The Skeleton Key (2005) - la nostra recensione di The Skeleton Key è a portata di clic - e Scappa - Get Out (2017), e che finisce per negare la necessaria suspense a tema non appena compreso il leit-motiv del racconto. Plaza sa certo come dirigere e il mestiere emerge in molteplici occasioni nella gestione delle inquadrature e dei relativi jump-scare, ma La Abuela - Legami di sangue rischia di essere troppo derivativo per risultare anche convincente.

La abuela - Legami di sangue A volte è difficile staccarsi dalle proprie origini e la famiglia è sempre la famiglia: lo scopre bene Susanna, che dopo aver cullato il sogno di sfondare nel mondo della moda deve far ritorno a casa per prendersi cura dell'anziana nonna, reduce da un ictus che ha compromesso le sue capacità psico-motorie. Ma la protagonista scoprirà con orrore come l'anziana le abbia sempre nascosto un inquietante segreto... La Abuela - Legami di sangue vede Paco Plaza, regista di REC, cimentarsi ancora una volta con il suo genere favorito, ma in questo caso non tutto funziona e tra un patetismo a tratti marcato e dinamiche horror ben girate ma poco originali, l'ora e mezzo di visione scorre senza lasciare effettivamente il segno, a cominciare da quel "colpo di scena" finale visto e rivisto in molte altre produzioni a tema.

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