A Cena con il lupo, la recensione della commedia horror di Josh Ruben

Arriva in streaming un'irresistibile storia di lupi mannari e demoni umani con protagonista un'irriverente e scatenato Sam Richardson.

A Cena con il lupo, la recensione della commedia horror di Josh Ruben
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Nella tranquilla cittadina montana di Beaverfield c'è un nuovo ranger forestale. Accordatosi con un suo superiore per un piccolo scandalo social di cui è stato suo malgrado protagonista, il docile, remissivo e "fin troppo disponibile" Finn Wheeler (Sam Richardson) giunge in questa piccola e variopinta comunità montana per svolgere ovviamente il suo lavoro. Qui fa subito la conoscenza dei suoi curiosi abitanti, dalla bella e divertente postina Cecily Moore alla stramba Trisha Anderson, passando anche per il rozzo Marcus e l'inquietante cacciatore Emerson Flint (Glenn Fleshler).

A poche ore dal suo arrivo, però, cominciano ad accadere fatti strani: scompare la cagnolina di Trisha e viene ritrovato anche il cadavere smembrato del marito di Jeanine Sherman, proprietaria della loggia montana della città. Impauriti da quello che pensano tutti (o quasi) essere un lupo mannaro o un wendigo e costretti a forza a non poter abbandonare Beaverfield, i residenti si rinchiudono nella baita per capire il da farsi, tra lobbisti di multinazionali del petrolio senza scrupoli, ambientaliste un po' angoscianti, una follia sempre più dilagante e tutti i problemi irrisolti di una comunità alla sbando. C'è davvero un lupo mannaro lì fuori? Cosa sta accadendo veramente in questa città?

La caccia è aperta

Dopo il suo brillante esordio con Scare Me in uno degli anni più complessi e difficili dell'ultimo secolo, Josh Ruben torna dietro la macchina da presa per una nuova commedia horror di grande ingegno e ragionata fattura, scritta con penna divertita e affilata dalla talentosa Mishna Wolff. Dal punto di vista prettamente registico e stilistico, questo A Cena con il lupo - Werewolves Within sembra un incontro tra Hot Fuzz e Knives Out, due titoli che citati insieme danno la cifra esatta della qualità del prodotto, che riesce a parodiare perfettamente il genere attraverso i suoi cliché, le sue atmosfere e la profondità creativa che lo stesso permette a un regista indipendente entusiasta e appassionato. Di base ci troviamo di fronte a un whodunit? con venature orrorifiche a tratti molto marcate e sempre sporcate d'umorismo nero, ma l'ingegno formale di Ruben lo porta a raggiungere vette simil-autoriali che accarezzano con leggera mano ispirazionista la tecnica e la visione di Edgar Wright, soprattutto nelle sue transizioni "da action movie" nette e repentine, a creare un fil rouge artistico che vuole fare dell'immagine la narrazione stessa del film, aumentando ritmo, intensità e toni.

Ci riesce alla perfezione, a dire il vero, e questo anche seguendo e valorizzando senza mai fagocitare la sceneggiatura puntuale e al vetriolo della Wolff, capace di unire folklore e orrore da cuore nero d'America in un meccanismo narrativo che si prende il tempo necessario per presentare la scena, innescare i conflitti, depistare, incuriosire, appagare e terminare con un terzo atto in escalation dove risulta evidente l'intelligenza dell'autrice, che riesce insieme a Ruben a confezionare una horror comedy di livello paragonabile persino a Quella casa nel bosco di Drew Goddard (con tutte le dovute differenze del caso).

Dentro troviamo anche tante tematiche sociali rilevanti: il ruolo della donna, il maschilismo tossico, la questione razziale, la riqualifica industriale delle zone più abbandonate d'America. È un organismo dentro cui ogni singola parte svolge benissimo il suo lavoro, compresi praticamente tutti gli interpreti, da un fantastico Sam Richardson a uno spettacolare Michaela Watkins, per tacere poi dell'aplomb da caratterista consumato del già citato Flashler.

Si potrebbe ribattere a tutto questo ben di Dio con un pizzico di ridondanza alla 10 piccoli indiani e un filino d'accumulo nella parte centrale del film, dove cominciano ad affastellarsi le storyline dei molti protagonisti della vicenda e nella mente dello spettatore nasce e cresce una certa confusione in termini di comprensione di ciò che sta accadendo, ma è uno scotto che si paga volentieri per vedere un prodotto così ricco di verve, cinismo sociale e idee come Werewolves Within, già disponibile a pagamento sui migliori servizi di streaming.

A cena con il lupo Per alcuni film bastano davvero poche parole, e sorprendentemente A cena con il lupo - Werewolves Within di Josh Ruben è uno di questi. Non vi bastasse un paragone con Hot Fuzz di Edgar Wright (che il regista imita e celebra), Knives Out di Rian Johnson per il meccanismo narrativo alla whodunit? o Quella casa nel bosco per l'utilizzo dei cliché di genere, il titolo scritto dalla talentosa Mishna Wolff riesce a valorizzarsi grazie a interpretazioni corali ma di spessore nella loro valenza commediata, a una grammatica del racconto puntuale ed efficace e alla presenza di tematiche sociali anche rilevanti prese, a volte ribaltate e inserite perfettamente all'interno del genere e della storia di riferimento. Irresistibile, cinica, divertente e appassionante: vi piacerà da morire.

8

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