A Bluebird in My Heart, la recensione del film di Jérémie Guez

Lo sceneggiatore francese, al suo esordio dietro la macchina da presa, firma un intenso noir che percorre con sfumature inedite le vie del revenge-movie.

A Bluebird in My Heart, la recensione del film di Jérémie Guez
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L'adolescente Clara gestisce insieme alla madre Laurence un hotel di periferia, ritrovo di camionisti e viaggiatori di passaggio. Il padre della ragazza è in carcere e si rifiuta di vedere la figlia per ragioni non chiare, amplificando il disagio della giovane che, senza amici, frequenta uno spacciatore locale che sosta ogni tanto nel parcheggio della zona. Un giorno all'albergo arriva il tenebroso Danny, un carcerato prossimo a scontare proprio in quella struttura la libertà vigilata, tramite una cavigliera elettronica che controlla i suoi spostamenti e telefonate notturne da parte della polizia per testimoniare la sua effettiva permanenza.
Nonostante l'iniziale ostilità di Laurence, tra Clara e Danny si crea un sincero rapporto d'amicizia, con la prima che vede nel secondo la mancata figura paterna. L'uomo, che nel frattempo ha trovato lavoro come lavapiatti in un ristorante cinese, si affeziona alla sua nuova amica e quando questa è vittima di un tentativo di violenza decide di vendicarla con le maniere forti.

Anima e corpo

L'esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore francese Jérémie Guez ha diverse affinità con un altro film da lui scritto - ma non diretto - e uscito solo qualche mese dopo, ossia il godibile The Bouncer (2018) con Jean-Claude Van Damme. Ma in questo debutto registico Guez mette in mostra una personalità già forte e sanguigna, capace di declinare gli archetipi del noir in un'ottica antica e moderna al contempo. A Bluebird in My Heart dimostra fin dal prologo di saper asciugare al massimo la storia e i personaggi, espletando caratteri ed emozioni senza eccessi di retorica o palesi gratuitismi. La sequenza durante i titoli di testa, che si concentra sulla fondamentale figura di Clara, riesce già a dirci molto sulla psicologia di un'adolescente tormentata e problematica, alla ricerca di una via di fuga da un'esistenza vuota e grigia.
La suggestiva e avvolgente colonna sonora di Séverin Favriau accompagna al meglio il crescendo privato delle figure coinvolte e le conseguenti impennate action che caratterizzano soprattutto il finale, espanso da sussulti metaforici che completano perfettamente il cerchio.

Il gigante e la bambina

Vi sono rimandi a cult di diverse epoche come Léon (1994) e The Man From Nowhere di Lee Jeong-beom (2010), per il complesso legame che unisce Clara e Danny. Toni più affini a un cinema d'autore nella scarnificazione dei dettami di genere, qui plasmati a proprio piacimento per rendere più cupa e al contempo credibile la vicenda.
A Bluebird in My Heart - il titolo derivato da un'opera di Charles Bukowski - si prende i suoi tempi per evolvere progressivamente su quella strada senza ritorno che lo spettatore già si attende e che trasporta il film in un range più consono all'infinito universo dei revenge-movie. Una giustizia privata quanto mai appagante e cruda che non si preoccupa di suscitare polemiche, ma esalta la natura intrinseca del protagonista e della sua giovane protetta, pronta a percorrere un tragitto catartico.
Il cast è assolutamente perfetto sia nei ruoli secondari che nelle parti principali: l'alchimia tra la giovane Lola Le Lann (lanciata tre anni prima dal controverso Un momento migliore) e Roland Møller - faccia da duro e barba incolta - è l'ennesimo punto di forza di un film che convince e avvince nella sua trattenuta, consapevole, densità.

A bluebird in my heart Un noir drammatico che adatta le vie del revenge-movie a un impianto emotivo profondamente sfumato per delineare, con poche parole e lucidità d'intenti, il complesso rapporto che si viene a creare tra un rude ex-galeotto in libertà vigilata e un'adolescente alle prese con una difficile situazione familiare. A Bluebird in My Heart sfrutta gli archetipi di genere in una messa in scena sobria e ragionata, dove le scene madri si affidano a soluzioni semplici e suggestive e le dinamiche action - sporadiche - trovano ideale compimento nella resa dei conti finale. Una missione di vendetta che accompagna un complementare coming of age e che permette ai due personaggi principali di crescere con lo scorrere dei minuti. Tutto elevato dalle magnifiche performance dell'affiatato cast e da una colonna sonora che esprime al meglio i relativi toni umorali. Il film andrà in onda mercoledì 8 aprile alle 21.20 su RAI 4 in prima visione assoluta.

7

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