6 Days, la recensione del film con Mark Strong e Jamie Bell

6 days ricostruisce i sei giorni dell'assedio all'ambasciata iraniana a Londra il 30 aprile del 1980 in un film solido e convincente.

6 Days, la recensione del film con Mark Strong e Jamie Bell
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Londra, 30 aprile 1980. Sei iraniani armati, capeggiati dal leader Salim, prendono possesso dell'ambasciata dell'Iran al 16 di Princes Gate, sequestrando più di una ventina di ostaggi. La loro richiesta è quella di liberare oltre novanta prigionieri detenuti nelle carceri del Paese arabo e se questa non verrà esaudita cominceranno a uccidere il personale della struttura uno dopo l'altro. Il negoziatore della polizia metropolitana Max Vernon riesce a stringere un rapporto di crescente fiducia con Salim, cercando di portare ad una soluzione pacifica, ma i contrasti politici tra il governo Thatcher e la Lega Araba sembrano chiudere le porte a qualsiasi trattativa, costringendo le unità speciali della SAS a preparare minuziosamente un piano per fare irruzione nell'ambasciata.

Il giorno che verrà

I sei giorni che hanno tenuto con il fiato sospeso l'opinione pubblica britannica e mondiale sono al centro di questo solido thriller drammatico diretto da Toa Fraser, già autore dell'atipico e convincente revenge-movie in salsa maori The Dead Lands - La vendetta del guerriero (2014). Un film che agisce su più strati narrativi trovando un'equilibrata coesione d'insieme, concentrando i punti cardine della vicenda su tre personaggi principali, il negoziatore, il leader dei sequestratori e un giovane agente della SAS, lasciando comunque spazio al numeroso roster di personaggi secondari per tratteggiare un disegno a tutto tondo di come andarono effettivamente i fatti. Vi è un'idea di cinema precisa alla base di 6 days, titolo originale Netflix, che ricerca in un'efficace sobrietà drammatica il mezzo per scatenare una profonda intensità tensiva, comparente a più riprese sia nelle telefonate di mediazione che negli approcci, rinviati più volte, da parte delle forze speciali di dare il via all'operazione armata. L'esagerazione è sempre abilmente evitata e anche il sussulto action della fase finale si rivela mirato al punto giusto per non trasformare la tragica vicenda in un mero ed irrispettoso spettacolo di genere, lasciando inoltre emergere le motivazioni di entrambe le parti senza cedere alla demonizzazione di una delle due, tanto che buona parte dei dialoghi son riservati proprio alle ragioni del leader dei sequestratori Salim. Un'operazione giocata con maestria su un senso di palpabile attesa che può significare vita o morte per gli ostaggi, rimanenti saggiamente in secondo piano al fine di concentrarsi sulle figure chiave e non cedere ad enfasi retoriche di sorta, affidando il background a filmati di repertorio e alla presenza dei giornalisti assiepati nei pressi dell'ambasciata. Un ruolo importante è dato dalla silente ma incisiva colonna sonora, capace di caratterizzare le diverse atmosfere e la piega degli eventi, e la carica emotiva deve molto alle centrate performance del cast, con Mark Strong ricco di una dolente umanità nel ruolo di Vernon e Jamie Bell, ormai non più una sorpresa, che infonde la giusta carica al determinato soldato della SAS.

6 Days L'assedio all'ambasciata iraniana a Londra del 30 aprile 1980 è al centro di questo solido thriller drammatico diretto da Toa Fraser, capace di dar vita ad un film sobrio e avvincente al contempo. 6 days gestisce al meglio sia la fase introspettiva, costruendo personaggi vivi e credibili (che trovano adeguata caratterizzazione nelle splendide interpretazioni del cast) ed equilibrando con magistrale coesione le varie anime della vicenda, costruita per buona parte su un inquieto senso di attesa e trovante un breve ma intenso sussulto action nei minuti finali.

7.5

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