Recensione 3-Headed Shark Attack

Uno squalo a tre teste geneticamente mutato semina morte e terrore e in 3-Headed Shark Attack, ennesimo z-movie di produzione Asylum.

Recensione 3-Headed Shark Attack
Articolo a cura di

La giovane Maggie ha finalmente trovato il lavoro dei suoi sogni, venendo assunta in una struttura specializzata in ricerche scientifiche sulla flora e la fauna marine situata in una piccola isoletta dell'Oceano. Il suo primo giorno però non può certo considerarsi dei migliori: oltre a scoprire che tra i nuovi colleghi vi è anche il suo ex-fidanzato, con il quale è comunque rimasta in buoni rapporti, ben presto il posto viene attaccato da uno squalo mutato a causa dell'inquinamento e dotato di tre teste. In men che non si dica la complessa costruzione viene rasa al suolo dalla bestia, costringendo i pochi sopravvissuti (inclusi Maggie e il suo ex) ad un disperato tentativo di fuga. Raggiunta un'imbarcazione i fuggiaschi tentano di contattare la guardia costiera, ma l'unico a rispondere alla richiesta di soccorso è il coraggioso Mike Burns, proprietario di una barca privata.

Non c'è due senza tre

Se già lo squalo a due teste protagonista del precedente 2-Headed Shark Attack (2012) raggiungeva apici di trash estremo, all'Asylum non abbastanza soddisfatti hanno deciso di aggiungere un'altra capoccia al pesciolone in questo recentissimo sequel che vede storia e protagonisti completamente nuovi. Z-movie nel classico stile della casa di produzione americana e sfizioso passatempo in attesa dell'imminente e irrinunciabile Sharknado Sharknado 4: The 4th Awakens (2016), il film può contare addirittura sulla presenza, nei panni di vera e propria guest star, di Danny Trejo, impegnato in un piccolo ma esilarante ruolo nel quale si trova ad affrontare il temibile villain marino a colpi di machete, in un dichiarato omaggio all'omonimo personaggio cult interpretato dall'attore di origini messicane. Sul resto del cast meglio stendere un velo pietoso visto che gli istinti masochistici al limite dell'idiozia dimostrato dal resto dei personaggi li rende semplice e succulenta carne da macello per il pescecane mutante, realizzato come nella peggiore tradizione in una poverissima computer grafica. Il regista Christopher Ray, esperto del filone, la butta fortunatamente sul puro svacco, con citazioni realizzate in maniera volutamente approssimativa a diversi titoli cult e non, come Piranha (1978) e addirittura Il regno del fuoco (2002) con una scena iper-scult nel quale un ricercatore spicca un altissimo salto verso il predatore marino armato di ascia. In 3-Headed Shark Attack qualsiasi logica narrativa è affidata al caso, anche se le cause all'origine della mutazione si scoprono legate all'eccessivo inquinamento umano delle acque: un insolito messaggio ambientalista da parte dell'Asylum? Più probabilmente solo un espediente vagamente sensato per dare il via ad una narrazione tutta sangue (splatter a prova di bambino) e spudorato trash.

3-Headed Shark Attack Danny "Machete" Trejo affronta uno squalo a tre teste a colpi di lama nella sequenza più gustosa e divertente di 3-Headed Shark Attack, ennesimo z-movie con villain un pescecane made in Asylum. Volutamente demenziale e involontariamente auto-ironico, il film si appoggia ai canonici effetti speciali di bassissima qualità e ad un cast che, tolta la succitata "guest star", fa di tutto per farsi sbranare dalle fauci del mostruoso Cerbero acquatico, in novanta minuti di visione nei quali comunque si ride più che in molte produzioni analoghe.

4

Quanto attendi: 3-Headed Shark Attack

Hype
Hype totali: 1
40%
nd