3 Generations - Una famiglia quasi perfetta: la recensione

3 Generations è un film leggero e irriverente che racconta la storia complessa di tre generazioni di donne... complicate!

3 Generations - Una famiglia quasi perfetta: la recensione
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Ci credereste se vi dicessi che il desiderio più grande di un adolescente odierno è quello di sentirsi normale e perfettamente accettato dalla società che lo circonda? Sì, anche se siamo negli anni della ribellione a tutti i costi, dell'originalità ostentata e della formazione personale, nulla batterà mai quella sensazione di essere nel posto giusto in mezzo a persone simili, integrato e a proprio agio nonostante le peculiari diversità. Ed è proprio questo che, in 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta, muove dal profondo Ramona (Elle Fanning) che, fin da quando aveva solo quattro anni, si sente una estranea nel proprio guscio sbagliato, un maschio costretto a vivere nel corpo di una femmina. È stanca di tutti quelli che la prendono in giro, la ridicolizzano e non riescono a comprendere il suo disagio e le difficoltà. Non vuole essere quella diversa, non vuole essere l'ex ragazza, non vuole nemmeno essere lesbica... vuole solo essere Ray, un normalissimo sedicenne che vive la sua vita con passione e semplicità. Ormai ha 16 anni ed è convinto che iniziare la trasformazione fisica sia l'unico modo per essere finalmente felice, per cominciare a vivere.

Generazioni a confronto

Ray è un ragazzo diverso, cresciuto in una famiglia che gli ha permesso di non avere mai paura delle proprie scelte, che lo ha sempre spronato a sentirsi a proprio agio con qualsiasi pensiero e abituata a lottare per la propria indipendenza. Quella di 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta è una famiglia per molti versi atipica, palesemente costruita a tavolino, ma che in molti punti ricorda le famiglie moderne che sempre più spesso popolano la nostra società: nonna lesbica che convive con la sua compagna e che ha passato la propria vita a lottare per i diritti delle donne, figlia etero e single con un disastroso rapporto con gli uomini e nipote adolescente che, pur essendo nata femmina, si sente e vive con un maschio. Tre generazioni di donne diverse, che hanno avuto esperienze che le hanno segnate nel profondo e trasformate in icone stereotipate del loro tempo, le cui esperienze si intrecciano a formare una storia a suo modo corale, che non si sofferma solo sulla trasformazione di Ray, preferendo offrire allo spettatore uno sguardo più ampio, più profondo, più emotivo. Quelli usati dalla regista Gaby Dellal sono i trucchetti classici da manuale, quelli che permettono a un film come 3 Generations di connettersi facilmente con la psiche del pubblico, giocando con le loro emozioni, dai sorrisi alla rabbia, e spingendoli a una riflessione più originale. Dialoghi pieni di ironia, personaggi come quello della nonna lesbica interpretata da Susan Sarandon che non si può fare a meno di apprezzare per la loro sincera schiettezza, incomprensioni e imbarazzi con cui potersi relazionare e una manciata di inquadrature che fanno l'occhiolino al linguaggio visivo dei giovani, tra YouTube e Tumblr.

3 Generations - Una famiglia quasi perfettaVolevo fare un film divertente che illustrasse le dinamiche familiari, le prove e le tribolazioni implicite nel far crescere un bambino all’interno di uno stretto nucleo famigliare”, spiega la regista che effettivamente con 3 Generations riesce a raccontare una situazione molto particolare, sempre pronta a virare verso il dramma puro, in modo molto leggero e divertente. Attraverso un linguaggio metropolitano, veloce e schietto, e grazie a un cast davvero ben amalgamato riesce a nascondere la mediocrità generale di un prodotto piacevole ma che non sconvolge, non penetra a fondo nel subconscio dello spettatore, non scuote.

6.5

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