2030 - Fuga per il futuro, la recensione dello sci-fi con Nicolas Cage

In un prossimo futuro l'America è al collasso e migliaia di persone vengono deportate nella città di New Eden, su cui aleggia un velo di mistero.

2030 - Fuga per il futuro, la recensione dello sci-fi con Nicolas Cage
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Nel 2030 Noah Kross è un esperto agente dell'Humanity Bureau che si trova ogni giorno a svolgere il proprio scomodo lavoro: rintracciare gli individui ormai considerati inutili per la società e promettere loro un futuro radioso nella misteriosa cittadina di New Eden. Il suo ultimo incarico è quello relativo alla deportazione di una madre single, Rachel Weller, e di suo figlio Lucas, undici anni appena, che vivono in un'isolata fattoria nel deserto. Dopo averli conosciuti, Kross concede loro un giorno in più del previsto e nel frattempo entra in contatto con un membro della resistenza che gli consegna una chiavetta misteriosa.

Cambiare il mondo

Le distopie contengono sempre degli elementi fortemente legati al nostro contemporaneo e anche 2030 - Fuga per il futuro non fa eccezione.
L'ambientazione infatti prospetta un domani inquietante, dovuto ai devastanti effetti del cambiamento climatico e alle conseguenti ricadute sullo strato produttivo e sociale.
La sceneggiatura finisce per esasperare all'inverosimile l'assunto, con risvolti che neanche le più drammatiche teorie complottistiche arriverebbero a immaginare e questo toglie parziale verosimiglianza a un titolo altrimenti fiero della sua anima da b-movie.
Il regista Rob W. King, reduce dall'apprezzata miniserie a sfondo storico Tokyo Trial, è conscio della scarsità dei mezzi a propria disposizione e costruisce un film volutamente spoglio, a cominciare da una fotografia desaturata e dalla gestione minimale di ambientazioni e personaggi, trasformando la generale freddezza in uno dei punti di forza dell'operazione.

Spediti fino alla meta

2030 - Fuga per il futuro a lungo andare paga ovviamente evidenti limiti di messa in scena e l'introduzione affidata esclusivamente a scritte in sovrimpressione risulta approssimativa, con le sporadiche scene action che devono fare i conti con la mancanza di mezzi.
Ciò nonostante i novanta minuti di visione riescono a suscitare una discreta curiosità sul destino dei personaggi coinvolti e un paio di colpi di scena rinvigoriscono una narrazione altrimenti lineare.
Tra suggerite critiche alla politica trumpiana e il canonico discorso sulla lotta di classe tra ricchi e poveri, la storia procede dritta per la propria strada senza eccessive contorsioni o ripensamenti di sorta, riportando alla mente dinamiche già viste in altre produzioni a tema come il The Island (2005) di Michael Bay.
Nicolas Cage è nuovamente alle prese con un ruolo pensato su misura: senza mai lasciarsi andare a scatti del suo istrionismo più verace e iconico, l'attore veste la monolitica maschera d'occasione dall'inizio alla fine, rivelandosi incredibilmente adatto per un film che proprio nella sua uniforme e grezza compattezza trova pro e contro in egual misura.

2030 - Fuga per il futuro Pura sci-fi di serie b in un film che con qualche sforzo in più avrebbe tranquillamente guadagnato la sufficienza. 2030 - Fuga per il futuro è ambientato in un domani distopico dove la società americana è sull'orlo del collasso e certi risvolti sono applicabili a derive contemporanee, ovviamente estremizzati su territori ben più cupi e disperati. Nicolas Cage si muove all'interno di un film che gli calza a pennello, freddo e granitico ma capace di sfruttare gli scarsi mezzi a disposizione con una certa efficacia e con il merito di non cullare eccessive ambizioni di sorta. Il film andrà in onda martedì 1 settembre alle 21.10 su MEDIASET 20 in prima visione tv.

5.5

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