11 settembre: Senza scampo, la recensione del film con Charlie Sheen

L'11 settembre 2001 cinque persone si trovano in un ascensore del World Trade Center quando un aereo colpisce una delle due torri.

11 settembre: Senza scampo, la recensione del film con Charlie Sheen
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New York, 11 settembre 2001. Una giornata apparentemente come tante altre, ma che ben presto diventa un vero e proprio inferno per migliaia di persone all'interno delle Torri Gemelle, prese di mira da un attentato terroristico che vede due aerei schiantarsi ai piani alti delle costruzioni.
In un ascensore della struttura cinque persone si ritrovano bloccate senza la possibilità di uscire dal vano, mentre l'aria comincia a scarseggiare e le informazioni che arrivano loro dal quartier generale di controllo degli elevatori le gettano sempre più nel panico.
In 11 settembre: Senza scampo, l'uomo d'affari e milionario Jeffrey Cage con la moglie Eve (prossimi a firmare una causa di divorzio), l'inserviente Eddie, l'afroamericano Michael (che ha da festeggiare il compleanno della figlioletta) e la bella Eve (reduce da una relazione con un uomo molto più anziano di lei) si trovano così bloccati in attesa dei soccorsi e alla ricerca di una via di fuga, mentre all'esterno regna il caos di un evento che ha cambiato per sempre la storia.

Chiusi in gabbia

La fonte d'ispirazione è il testo teatrale Elevator di James Clarkson, che dopo aver calcato con successo il palcoscenico ha trovato anche il suo adattamento filmico per la regia di Martin Guigui, la cui carriera dietro la macchina da presa non era certo un buon biglietto da visita per dirigere un film ispirato a fatti così tragici e ancora ben impressi nella memoria recente - del pubblico americano soprattutto.
Che 11 settembre: Senza scampo non nascesse sotto le migliori aspettative purtroppo era già ben ampiamente intuibile, viste le polemiche generate dalla scelta di casting di Charlie Sheen in uno dei cinque ruoli principali: il popolare attore (del cui viene citato, in un dialogo, anche il ruolo cult nel dittico di Wall Street) è infatti un dichiarato sostenitore delle teorie complottiste e la sua partecipazione ha dato il via a diversi attacchi da parte dei mass-media d'Oltreoceano.
Anche senza scavare troppo a fondo nel "dietro le quinte", l'operazione si rivela troppo debole e scontata per suscitare una reale partecipazione empatica da parte degli spettatori, costretti ad assistere per ottanta, lunghissimi minuti ai tentativi di sopravvivenza del gruppo protagonista, rinchiuso per la pressoché totalità della visione all'interno dell'ascensore bloccato al 36esimo piano della torre crollata per ultima.

Crolli fisici ed emotivi

Il crescendo del panico dei personaggi è a tratti vivo e palpabile anche grazie all'eterogeneo roster di interpreti, che oltre a Sheen comprende Gina Gershon, Luis Guzman, Wood Harris e Olga Fonda (e con una rediviva Whoopi Goldberg in una parte "esterna"), il tutto però si risolve in qualche fiammata tensiva incapace di reggere la complessità del racconto, ben presto ridondante e pronto a cadere in una stressante monotonia narrativa, in cui i Nostri raccontano agli altri del loro passato, litigano, piangono e compiono gesta di estremo sacrificio e coraggio nelle fasi salienti, epilogo (forse la scena più riuscita) incluso.
Manca il senso di necessaria claustrofobia (nonostante la bella Eve ne sia affetta) e, soprattutto, di catastrofe imminente: le sequenze in esterna sono da dimenticare, sia per i limiti di un budget ridicolo che per la scarsa forza empatica venutasi a creare, e la dedica finale ai caduti dell'attentato risulta, per quanto dovuta e comprensibile, un furbo escamotage per deviare parte delle comprensibili critiche a quanto visto in precedenza.
Gli effetti speciali, se così vogliamo chiamarli, regalano solo una sequenza discretamente avvincente, con i passeggeri dell'ascensore in una sorta di gravità sospesa, prima che l'apparire dei titoli di coda lasci in bilico (ma con risultati ovvi) il destino di uno dei protagonisti e chiuda definitivamente un film che, sia nelle intenzioni che nella relativa rappresentazione, appare decisamente fuori luogo e fuori tempo.

11 settembre: Senza scampo L'11 settembre 2001 ha cambiato per sempre il corso della storia e il grande schermo ha spesso detto la sua, tra documentari, film a episodi e opere più ambiziose in cui finzione e realtà si mescolavano con risultati soddisfacenti (basti pensare al, seppur imperfetto, World Trade Center di Oliver Stone). A sedici anni da quell'immane tragedia, arriva una produzione canadese a basso budget ispirata a un testo teatrale di successo, a sua volta tratto dalle vicende di veri sopravvissuti dell'attentato, che arruola una manciata di star in caduta libera (Charlie Sheen, Gina Gershon e Whoopy Goldberg su tutti) rinchiudendole in un ascensore di una delle due torri, la seconda a cadere. Quello che poteva essere un interessante gioco claustrofobico, scade ben presto invece nella monotonia e - nonostante l'impegno dell'eterogeneo cast - non si arriva mai a provare sincera affezione per i protagonisti, mentre il senso di apocalisse imminente è limitato dal budget non certo all'altezza di una produzione così ambiziosa. 11 settembre: Senza scampo rischia così di diventare un'infelice e involontaria farsa, solo parzialmente smussata dall'obbligata dedica prima dei titoli di coda a tutti quanti coloro persero la vita in quell'infausto giorno. Il film andrà in onda stasera, martedì 11 settembre, alle 21.15 su CIELO in prima visione tv.

4.5

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