Intervista Viva l'Italia - Incontro con il cast

L'Italia secondo Massimiliano Bruno e il cast della sua nuova commedia, Viva l'Italia: Michele Placido, Alessandro Gassman, Ambra Angiolini, Edoardo Leo e Camilla Filippi.

Intervista Viva l'Italia - Incontro con il cast
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Il suo esordio dietro la macchina da presa, datato 2011, fu il folgorante Nessuno mi può giudicare, interpretato da Paola Cortellesi, ma, in realtà, era con Viva l'Italia che Massimiliano Bruno - co-sceneggiatore di diversi lungometraggi di Fausto Brizzi - avrebbe voluto debuttare nella regia.
Il Viva l'Italia che, comunque, giunge nelle sale cinematografiche come sua opera seconda, offrendo un tanto buffo quanto amaro sguardo sulla tutt'altro che confortante situazione dello stivale tricolore d'inizio XXI secolo, tempestata di politici "ladroni", serate a base di escort che non sono automobili, raccomandazioni e posti di lavoro ottenuti attraverso procedure decisamente disoneste.
Il Viva l'Italia che il produttore Fulvio Lucisano ritiene un film importante proprio per far sì che i politici si sveglino e pensino un po' anche a risolvere l'attuale situazione del cinema italiano, che sembra versare in cattive acque.
Perché, insieme alla figlia Federica, proprio Lucisano ha preso parte alla presentazione della pellicola alla stampa romana, nel corso della quale, al fianco del regista, sono intervenuti gli interpreti; tra i quali Rocco Papaleo che ha tenuto a precisare che bisogna fare una distinzione tra politici e artisti, in quanto questi ultimi, ovvero loro stessi, possono sparare a zero su tutti.

Nessuno li può giudicare

Come mai questa idea di costruire il film attraverso la lettura degli articoli della Costituzione?

Massimiliano Bruno:
In realtà, si tratta di un'idea venuta a sceneggiatura già in corso. Io e lo sceneggiatore Edoardo Falcone conosciamo molto bene la Costituzione, in quanto abbiamo studiato entrambi giurisprudenza all'Università, quindi ho deciso di leggerla io nel film e di usarla come escamotage per il discorso finale del politico.

Oltre alle raccomandazioni, quali sono i tre vizi capitali incontrati nella vita?

Massimiliano Bruno: Viviamo in un paese dove è attualmente molto complicato gestirsi a livello lavorativo, in quanto non lavori se non conosci qualcuno, chi è in gamba è meglio se va a svolgere la propria professione all'estero e, spesso, un posto che ci spetterebbe di diritto viene assegnato a un altro che è stato segnalato. Ho pensato che sarebbe stato divertente parlare dei problemi del paese facendoci sopra una risata. Anche se, come avete potuto vedere, nel film ci sono sia momenti per ridere molto che altri in cui non c'è assolutamente nulla da ridere.

Rispetto a Nessuno mi può giudicare, qui c'è anche una virata più seria...

Massimiliano Bruno: Penso che la commedia in quanto espressione artistica sia di suo già un'espressione politica. E' stata completamente eliminata quella componente sociale che ha fatto grande la commedia anni degli anni Sessanta e Settanta. Il mio film ha come obiettivo primario quello di far ridere raccontando la volgarità estrema di questo Paese e della classe dirigente che dovrebbe essere d'esempio per tutti. La virata seria c'è, sicuramente, verso il finale, ma ci troviamo sempre in un contesto attualissimo che offre spunti talmente grotteschi che non verrebbero in mente neanche ai migliori sceneggiatori. Ne La grande guerra ridevi per tutto il tempo, ma alla fine piangevi, come pure ne Il Sorpasso.

Michele Placido si è ispirato a un politico in particolare durante la preparazione del suo personaggio?

Michele Placido: A tutti (ride)! Veramente, sul piano politico sono un cittadino mediocre, quindi subisco il fascino dei politici, come quelli che parlano male di Berlusconi, poi, magari, quando lo incontrano lo salutano e abbracciano. Inutile fare nomi, da Mele a Berlusconi e Bossi, da destra a sinistra, nessuno si è dimostrato capace di fare da padre della Repubblica, hanno deluso profondamente i giovani. Magari politicamente ci sanno fare, ma è moralmente che non convincono. Quindi, per il mio personaggio ho veramente pensato a tutti, perché non si salva nessuno.

Mentre avviene il discorso finale del politico, sul muro alle spalle compaiono i ritratti di Berlinguer, Moro, Pertini e Togliatti...

Massimiliano Bruno: Beh, lo studio dello showman doveva essere di quel tipo, comunque, se vi state chiedendo se avevo stima di Pertini, vi rispondo affermativamente perché ora non esiste più uno come lui... o forse sì.

Cosa resterà del Bel paese...

La generazione del politico di Placido in Italia continua a fare il bello e il cattivo tempo...

Massimiliano Bruno: E' nell'ordine delle cose, in Italia ci sono da trent'anni le stesse persone in Parlamento e dirigenti anziani, quindi, per i giovani non sembra esservi posto.

Raoul Bova: Molti di noi aspettano sempre che la soluzione arrivi dagli altri, ma nessuno si mette in prima linea a fare. E' un po' il mio personaggio del film, che sceglie la via del fare senza stare a contestare; aspetto che, in un certo senso, condivido. Il film non rappresenta la realtà dell'Italia di oggi, ma anche tramite il cinema bisogna dare un minimo di speranza ai giovani, ai nostri figli.

Nel film ci sono anche diverse figure femminili non sempre trattate bene...

Massimiliano Bruno:
Siamo in un paese in cui l'occupazione femminile è tra le più basse d'Europa e dove una donna è difficile che diventi capo di Stato, anche se mi auguro che un giorno avvenga. Nel film, comunque, c'è un personaggio che amo particolarmente, ovvero quello della cameriera interpretata da Sarah Felberbaum, perché esiste davvero. E' una laureanda che lavora in una mensa sottopagata.

Michele Placido: Io quando lo dico mi danno del matto, ma sarò un fervente cattolico solo nel momento in cui verrà eletta una Papessa.

Camilla Filippi: Mi sembra che questo film non svegli chi è già sveglio, ma chi è addormentato. Oltretutto, non sminuisce la donna, ma la rappresenta e poi cambia.

Alessandro Gassman:
Ci vuole coraggio. Un film non cambia il mondo, ma Viva l'Italia è un film di impegno che, però, fa anche ridere. E, considerando che anche il cinema italiano sta vivendo un momento drammatico, mi auguro che la gente apprezzi il lavoro che abbiamo fatto.

Ambra si è rifatta a qualcuno per parlare con la zeppola?

Ambra Angiolini:
Certo, il mio slogan d'ora in poi sarà "Zeppola per tutti" (ride).

Alessandro Gassman:
A me lei ha ricordato Giovanna Ralli in C'eravamo tanto amati.

Ambra Angiolini: Alessandro ti ringrazio per questo complimento. Mi sono ispirata a me stessa. Faccio le mie fatiche perché amo il lavoro che svolgo e oggi le risposte le devo trovare in un film, in un libro, in un giornale che va fuori dalla logica dell'insulto.

In cosa devono credere oggi i ragazzi?

Massimiliano Bruno: E' difficile per me rispondere, perché faccio il regista, comunque bisogna essere informati per non dare poi voti a caso.

Edoardo Leo: Sarebbe stato difficile fare questo film senza condividerlo, senza percepire allo stesso modo la realtà. Abbiamo dato voce ai nostri pensieri personali; a volte pensiamo che quello che conosciamo noi lo sanno tutti, ma non è così, molti giovani non conoscono nulla dei temi che trattiamo, è come aver fatto informazione indotta. Il film è a loro che parla.

Maurizio Mattioli: Io aspetto il 13 dicembre per vedere avverarsi la profezia Maya che prevede la fine del mondo, ma i nostri attuali ministri, comunque, je stanno a da' ‘na bella mano (ride).

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