Intervista Tutti gli uomini del Gatto

La nostra intervista al fantastico cast, al regista e al produttore de Il Gatto con gli stivali, spin-off di Shrek con protagonista l'amatissimo felino doppiato da Antonio Banderas.

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Il Gatto con gli stivali, nuovissimo film d'animazione DreamWorks e atteso prequel/spin-off tratto dalla celebre e fortunatissima serie Shrek, arriverà nei cinema italiani il 16 dicembre. Oltre alla recensione del film, che potete leggere qui, vi offriamo questo fantastico resoconto della conferenza stampa di presentazione del film, che si è tenuta stamane all'Hotel Hassler di Roma, e a cui sono intervenuti Antonio Banderas (interprete del Gatto con gli stivali), Salma Hayek (interprete originale di Kitty Zampe di Velluto), Chris Miller (regista del film) e Jeffrey Katzenberg (CEO di DreamWorks). Continuate a tener d'occhio le nostre pagine: sono in arrivo anche le interviste esclusive ad Antonio Banderas e Salma Hayek! Ma Lasciamo ora la parola al fruttuoso dibattito.

Com'è nata l'idea di regalare al Gatto con gli stivali un film tutto suo?
Jeffrey Katzenberg: Da quando, nel secondo film, il Gatto entra in scena con fare spavaldo, ha conquistato i cuori di tutti: è stato un momento incredibile. Era semplicemente destino che prima o poi gli sarebbe toccato un film tutto suo. Abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione Miller, che lavora sul franchise di Shrek fin dal primo episodio e ne ha anche diretto un episodio.
Chris Miller: È stato liberatorio poter creare questo film, dedicandomi al personaggio del Gatto che Antonio ha letteralmente portato alla vita. Un film colorato, sfrontato, romantico, sexy: tutto insieme!

Nel film si parla molto di fratellanza. Pensate possa essere un antidoto contro i problemi di guerre e integrazione che affrontano le nazioni al giorno d'oggi?
Antonio Banderas: Mi tocca rispondere a domande politiche? Non credo ci siano riferimenti a questioni politiche nel film! (con la voce del Gatto, ndr)
Il Gatto all'inizio del secondo film è un assassino assoldato per far fuori Shrek, ma poi fa subito amicizia con la sua compagnia, con Ciuchino e Fiona, perché trova in loro una famiglia. In questo film scopriamo perché ha così tanta voglia di famiglia: è orfano e ha in seguito perso anche l'unica famiglia che aveva, i due legami che aveva in orfanotrofio. Il mio 'Gatto' ha inoltre come una sorta di abilità a perdonare coloro a cui vuole bene.
Salma Hayek: Anche per me la famiglia è molto importante... ma preferisco parlare di fratellanza di uomini, non di nazioni.

Banderas, quali aspetti la rendono simile al Gatto?
A. Banderas: Io adoro questo personaggio. Sono un po' imbarazzato però a dire in cosa sono uguale a lui e cosa mi manca! Ad esempio non sono coraggioso come lui. In questo personaggio c'è qualcosa di Zorro, sicuramente, ma ha anche altri aspetti di personaggi epici tipo il Robin Hood di Errol Flynn. Del Gatto è molto bello che ci sia una dicotomia nel personaggio. Solitamente parla con una voce molto forte: ho creato questa voce imponente proprio per tenerla intrappolata nel corpo di un gattino. Che spesso, invece, esprime anche la sua tenerezza. È bello esprimere con la voce questa dicotomia tra forza e dolcezza.

Lei doppia il Gatto in italiano, ma in conferenza ci sta parlando in inglese...
A. Banderas: Be', in questo caso non ho le battute già scritte davanti a me! (Ride) Mi piace moltissimo parlare l'italiano, ma allo stesso tempo ho paura di esbagliar!

Cosa ricordate di questa ultima esperienza al doppiaggio?
A. Banderas: Non mi ricordo molto, devo dire di esser molto stanco perché siam sempre in movimento! (ride) Però ci divertiamo molto! E poi è bello interpretare le situazioni: quando lavoriamo al doppiaggio originale, lavoriamo con nulla davanti, abbiamo solo il microfono. Ma i direttori del doppiaggio ci aiutano molto. E appena finiamo i tour per il film, tornerò in sala per doppiare le battute per gli extra della versione Home Video!
S. Hayek: Questo è davvero un lavoro da sogno. Non ho bisogno di essere sempre perfettamente truccata e pettinata, e posso essere ovunque con la fantasia. Poi il mio personaggio è bellissimo! Tira di scherma, salta, vola, balla benissimo. E poi ha sempre l'ultima parola! Vorrei essere come lei. Poi interpretarla mi ha permesso di venire qui in Italia e mangiare tanto gelato! (ride)

Antonio, lei doppia il Gatto in tante lingue. Come si trova nel passaggio da una all'altra? Cosa cambia per lei e cosa cambia nella sua interpretazione del personaggio?
A. Banderas: È stata una sfida. E ogni versione ha le sue particolarità. Ad esempio, nella versione spagnola, per caratterizzarmi uso un accento andaluso, e in particolare malagueno. A Malaga si parla così: (da' una piccola dimostrazione: ricorda un po' Gatto Silvestro! Ndr). E in inglese e italiano, di sicuro, si nota la mia inflessione spagnola. Adoro le varie, piccole, differenze che rendono unica ogni versione.
J. Katzenberg: Ogni versione è originale, e a suo modo perfetta per ogni paese. Decisamente unica.

E lei, Salma? Come si è calata nel personaggio?
S. Hayek: Be', ad esempio, invece di farmi la doccia mi leccavo! (ride) A parte gli scherzi, ho dovuto aprire la mente ad una nuova esperienza e visualizzare il personaggio.
Antonio dice che per lui il copione è stata solo una traccia, ma a me neanche l'hanno dato il copione! All'inizio era proprio strano, Chris (Miller, ndr) mi ha fatto solo tante domande per capire come volevo rendere il personaggio ed è stato fantastico che volessero la mia opinione. Spesso sul set ti senti come quando vuoi dire la tua ma ti senti piccola piccola, e non ti calcolano. Con certi registi non hai la possibilità di apportare le tue idee, ti chiedono solo di essere bella e star zitta.

Miller, come mai non avete pensato a inserire, neanche in un cameo, altri personaggi della saga? Approfittando del fatto che fosse un prequel potevate esplorare nuovi territori.
C. Miller: L'ambientazione di Shrek è tipicamente mitteleuropea, con le favole e i mondi fantastici tipici dell'Europa centrale e del Nord. Il mondo di Gatto lo abbiamo immaginato decisamente più mediterraneo. E comunque ci interessava creare la mitologia, la leggenda, del Gatto, non avevamo la necessità di inserire altri personaggi che avrebbero distratto dal fulcro della storia, che è basata su di lui.

Quante persone hanno lavorato sulla storia e l'ambientazione? Vi siete ispirati a qualche vera città per quella del Gatto?
C. Miller: È stato uno sforzo collaborativo enorme! Sette autori, in particolare, insieme a tutto lo staff e agli attori, a lavorare insieme, e l'estemporaneità è stata fondamentale. La città del Gatto? In gran parte ci siamo rifatti a San Miguel, in Messico.

Salma, Kitty Zampe di velluto non ha gli artigli, ma si sa difendere, è scaltra e intelligente: son questi i veri artigli delle donne?
S. Hayek: La società, per lungo tempo, ha tolto a noi donne la possibilità di combattere. Ma poi siamo riuscite, grazie anche alla capacità di improvvisare, a rendere al meglio con quello che uno si ritrova. Una donna riesce sempre a trovare di che sfamare i propri figli. Anche senza artigli le donne se la sanno sempre cavare.

Antonio, cosa ci dice delle sue ultime collaborazioni? Vorrebbe lavorare con qualche regista italiano?
A. Banderas: Ultimamente ho deciso di lavorare solo con gente che amo e ammiro, ad esempio il mio caro amico Pedro (Almodovar, ndr). L'Italia è sempre stata una forza motrice del grande cinema, ma al momento non ho progetti in proposito. Presto sarò molto occupato come produttore e, spero, anche regista. Inoltre ho una piccola casa di animazione, la Kandor Graphics, che sto tentando di spingere a fare buoni prodotti, come The Lady and the reaper, che è già uscito.

Che possibilità ci sono per un sequel? Avremo tanti gattini figli di Gatto e Kitty?
S. Hayek: Gattini nel sequel? Hmm... meglio se risponde Jeffrey! (ride)
A. Banderas: Hey ma...il padre sarei io! Dovrei rispondere io! (ride)
S. Hayek: Comunque, sicuramente farebbe felice mia figlia Valentina, che voleva un bel bacio fra i due protagonisti!
J. Katzenberg: Ci siamo innamorati dei personaggi anche questa volta. Ci capita sempre per ogni film ma questa volta è proprio un amore forte, e ci piacerebbe davvero tanto continuare. Dipende principalmente da due cose: il successo presso il pubblico -e qui siamo nelle mani degli dei del cinema!- (ride), e la possibilità di avere una buona storia e un ottimo narratore dalla nostra.
S. Hayek: Ad ogni modo ci portiamo avanti volentieri: accettiamo candidature per i nomi dei cuccioli! (ride)

Salma, cosa fa per proteggere la sua famiglia dagli eccessi di zelo dei paparazzi e dalle troppe attenzioni mediatiche?
S. Hayek: Cerco semplicemente di passare più tempo possibile con loro. Ho una famiglia solida, rispettosa e obbediente. Non ho modo di proteggerli dalla stampa, ma non importa, quello che importa è quello che abbiamo e siamo davvero, e ne sono orgogliosa.

Il suo è un eroe ispanico: non ne se vedono molti in giro...
A. Banderas: Già, ed è una grandissima cosa. Il Gatto, l'eroe della storia, è inconfondibilmente ispanico, mentre i villain, i cattivi, parlano in perfetto inglese. È una cosa da non sottovalutare, perché è una grande possibilità di riscatto per una minoranza etnica così corposa ma spesso bistrattata. Di solito è il contrario. Quando ho cominciato a lavorare negli Stati Uniti, mi hanno detto che non potevo fare l'eroe buono, perché il sud-americano nei film è sempre il malvivente, il narcotrafficante. DreamWorks invece nel suo piccolo ha supportato le diversità culturali delle varie comunità, vedi anche Kung Fu Panda. E poi prendi i personaggi femminili di Shrek: anche Kitty non è la classica donzella indifesa, ma una donna indipendente: non un semplice stereotipo.

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