Intervista Tropic Thunder - Conferenza Stampa

Dal Vietnam al centro di Roma, Ben Stiller parla di Tropic Thunder.

Intervista Tropic Thunder - Conferenza Stampa
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Altro che la giungla

Non capita tutti i giorni di passare un pò di tempo in una struttura lussuosa come il Grand Hotel St. Regis a Roma, in prossimità di Piazzale della Repubblica. Noi lo abbiamo potuto fare in occasione della conferenza stampa del nuovo film dell'attore e regista Ben Stiller, a cui la redazione di Movieye è stata gentilmente invitata. La pellicola in questione è naturalmente il Tropic Thunder da noi recensito in anteprima quest'estate (nel caso vi fosse sfuggito, trovate qui il link all'articolo): la storia di un gruppo di attori molto noti, molto viziati, e molto in bilico (sia dal punto di vista morale che da quello professionale) che durante le riprese di un ridondante film sul conflitto del Vietnam si ritrovano alle prese con una vera azione di guerriglia. Non distinguendo, per gran parte della pellicola, la realtà della guerra dalla finzione scenica, si ritroveranno infine a dover fare i conti con i propri limiti e a far squadra per poter uscire dai pasticci.

L'entrata in scena

Ancora un pò intontiti dalla magnificenza della location scelta per la press conference, ci siamo accomodati nella sala preposta e abbiamo atteso l'arrivo di Stiller, che si è fatto attendere qualche minuto in più del previsto. Nessun capriccio da primadonna, però: il ritardo era dovuto infatti ad un servizio fotografico a cui aveva dovuto partecipare precedentemente. E' apparso chiaro fin dal primo momento, infatti, quanto l'attore americano sia diverso dal personaggio che interpreta, lo stralunato e presuntuoso Tugg Speedman.
Molto più sobrio e compito di quanto ci si aspetterebbe da un attore con la sua verve, Stiller non ha tuttavia lesinato divertite risposte ad hoc alle domande più bizzarre che gli sono state poste, dimostrandosi sempre molto disponibile e cordiale. Ma entriamo ora nel merito del botta e risposta a cui abbiamo preso parte.

Si dia il via alle danze!

Molte delle domande riguardavano naturalmente la realizzazione del film e le sue fonti di ispirazione. Sapevamo già che i primi spunti per questo soggetto risalgono a più di vent'anni fa, ma Stiller ha voluto precisare come nel corso degli anni l'idea iniziale si è evoluta, gettando un occhio alla condizione del mestiere d'attore, oltre che ai grandi film di genere. Avevamo già compreso che Tropic Thunder non è una mera parodia dei film di guerra (che anzi a suo modo celebra: lo stesso Stiller ha ribadito la loro importanza nel corso dell'ultimo trentennio di cinematografia), ma una critica alla spettacolarizzazione a tutti i costi, e alla vita, ai capricci e alle stravaganze che i protagonisti dello star system vivono e si permettono.
"Io non mi riconosco nel personaggio, perché non credo di essere viziato, non faccio richieste folli. Comunque gli attori si comportano spesso come delle 'star' e vivono fuori dalla realtà perché sono spinti ad agire così dalle persone che non gli permettono di 'vivere' la realtà. E' importante rimanere con i piedi per terra, riuscire a vedere oltre le apparenze. Quando si è attori, quando si gira un film, c'è il rischio di vivere in un mondo proprio, ma io cerco di essere sempre molto pratico e di non estraniarmi mai dalla vita reale."
Stiller si è poi espresso a riguardo di vari altri aspetti della messa in opera del progetto: ad esempio l'allestimento dei set e la preparazione delle scene di battaglia, affermando che era davvero divertente l'idea di far affrontare ai protagonisti una guerra vera con armi finte. Tuttavia le scene d'azione sono state particolarmente complesse da girare, soprattutto nella seconda parte, perchè, nonostante l'intento satirico, le scene dovevano risultare il più realistiche possibile (e l'impegno profuso in questo, dobbiamo dire dopo aver visionato il film, è innegabile). Inoltre alcune scene avevano pochissimi margini di errore, ed il "buona la prima" era un imperativo in alcuni casi: ad esempio nella scena di apertura, che ha richiesto tre settimane e mezzo di preparazione. Inoltre, il doppio ruolo di attore principale e regista complica ulteriormente le cose, perchè le direttive vanno date in anticipo e con molta precisione, non potendo vedere la scena mentre viene girata. "Inoltre...insomma...avevo un problema alle mani!" Aggiunge ironicamente, riferendosi sempre alla scena di apertura, dove, come è possibile vedere anche dal trailer, ha le mani costrette in due moncherini, che di certo non gli permettono il tipico gesticolare da regista.
Così come le inquadrature e le scene ricordano i grandi classici, così anche le musiche. Interrogato a riguardo, Stiller ha affermato "Mi piace molto la colonna sonora di film come Full Metal Jacket, ma non volevamo utilizzare musiche che potessero ricordare i film di guerra del passato. Per questo non abbiamo voluto inserire musica già utilizzata in passato. L'idea era anche quella di indirizzarci ad attrarre un pubblico più giovane."
Una cosa che si nota prontamente, nel corso del film, è la forma fisica di Stiller, realmente degna di un film d'azione, e decisamente non paragonabile a quella degli altri suoi colleghi nel film. Gli è stato dunque chiesto se non gli sembrava paradossale che, per prendere in giro l'abbondante testosterone che da decenni oramai trasuda dagli schermi cinematografici americani, si fosse sottoposto lui stesso a un rigoroso allenamento.
"Volevo che il film fosse il più possibile autentico. All'inizio volevo organizzare un addestramento serio, ma Robert [Downey Jr., Ndr] non poteva. Neanche Jack [Black, Ndr] poteva, era impegnato nella realizzazione di Kung Fu Panda!. Allora il training è stato ridotto al minimo indispensabile, e per ovviare, ci siamo riuniti a cena, per sentirci commilitoni!"

Amici e "nemici"

Entrati nel vivo, si è quindi passati a domande più pungenti e meno generiche. Grande curiosità ha suscitato naturalmente il ruolo e l'importanza di Tom Cruise all'interno della pellicola, nei panni dello spietato produttore del film. Partecipazione inizialmente tenuta segreta quella di Cruise, che ha fatto scalpore sia per il fatto di essere truccato in maniera assolutamente irriconoscibile, che per la caratterizzazione così diversa dal solito. Cinico e menefreghista, mentre le sue star stanno rischiando la vita il producer Les Grossman balla e gioca al WII. Il suo personaggio è la summa del menefreghismo e dell'opportunismo più becero che Hollywood può mostrare. "E' stato fantastico lavorare con Tom. Io sono un suo fan. E' stata una fortuna che abbia partecipato al progetto. Ha anche collaborato molto nella creazione del personaggio: per esempio il gesticolare con le mani. L'intensità della recitazione si percepisce anche nei suoi occhi. Il ruolo che interpreta è il frutto di un processo organico, l'idea si è sviluppata e arricchita progressivamente. Io credo che gli attori non si debbano prendere troppo sul serio: l'intero cast, la troupe, hanno collaborato e contribuito a realizzare questo prodotto, valorizzandone la particolarità."
Il film è ricco di partecipazioni famose, oltre a Cruise: ad esempio Tobey Maguire. Ma le domande dei giornalisti si sono indirizzate piuttosto ad una partecipazione mancata che ha fatto molto parlare di sè: quella di Owen Wilson, compagno di tante avventure sullo schermo e nella vita. Stiller ha in questo caso risposto in maniera molto diplomatica: "Purtroppo non gli è stato possibile collaborare a questo progetto, ma torneremo sicuramente a lavorare insieme."
Gli è stato chiesto poi se in qualche modo si fosse ispirato a Katzenberg, e quali fossero i suoi modelli di riferimento per il genere comico.
"E' la prima volta che qualcuno pensa a questo paragone! Per il resto, amo Steve Martin e Bill Murray; quest'ultimo mi piace molto in Ghostbusters"
Immancabile un accenno al fatto che Tropic Thunder, già prima della sua uscita, sia finito nel mirino di alcune associazioni americane, per via di alcune tematiche trattate: vedasi ad esempio la polemica sorta a priori sul personaggio di Simple Jack, il contadino ritardato che Stiller/Speedman interpreta in un "film nel film" sperando di raggiungere finalmente l'oscar con una performance drammatica.
"In realtà c'è stato solo qualche piccolo problema negli Stati Uniti. L'umorismo utilizzato dagli attori è rivolto solo a loro stessi. Si prendono in giro. Downey, nel film attore australiano, interpreta un afro-americano. Il centro dell'umorismo sono gli attori. Per fortuna in Europa avete un senso dell'umorismo più raffinato. Il film può forse peccare di eccessivo umorismo, ma, come ho detto, è rivolto solo agli attori e non ad altre categorie. In realtà credo che gli spettatori abbiano compreso il messaggio del film. Chi protestava probabilmente non lo aveva visto. Quando si realizza un film è normale che le persone reagiscano in maniera diversa, è la magia di un film, in ogni caso è giusto poterne discutere liberamente."
Molti critici hanno accomunato questo film ad uno dei più grandi successi di Stiller: Zoolander. Per via dell'ironia rivolta in entrambi i casi ad un mondo sfavillante, ma pieno di scheletri nell'armadio, e per la tematica dell'invidia personale e dell'opportunismo. L'attore ha tuttavia voluto ribadire come siano due film molto diversi: "Non la vedo così, non mi concentro sempre su un solo argomento. Tropic Thunder è molto diverso da Zoolander, è un film corale. Affronta i vari aspetti della natura umana."
Negli Stati Uniti siamo, in questo momento, in pieno periodo di campagna elettorale, ed è sorta spontanea la richiesta di spendere qualche parola sul suo appoggio alla campagna elettorale del candidato democratico Barack Obama, e sul ruolo che darebbe in un film a Sarah Palin, vice del candidato presidenziale repubblicano John McCain.
Ridendo, Stiller ha esclamato "Forse il ruolo della cattiva? Ahah! Non saprei. Ad ogni modo, io sostengo Obama e Biden perché credo che il Paese abbia bisogno di un cambiamento..."

Un pò di curiosità...

Concludiamo il nostro incontro con Ben Stiller con qualche curiosità quasi informale: innanzitutto gli viene chiesta qualche delucidazione sull'origine dei riuscitissimi finti trailer di altri film contenuti in Tropic Thunder, e su una loro eventuale effettiva realizzazione futura.
"No, non credo proprio che li faremo davvero. Ci siamo solo divertiti, pensando a diversi generi e all'idea di quello che si è disposti a fare per essere considerati attori 'seri', pur di ricevere un premio. In un mondo in cui arte e commercio s'incontrano, gli attori mirano sempre a voler dare il meglio e ad essere apprezzati. Ad ogni modo Simple Jack non lo girerò."
Si è parlato poi di suoi interessi collaterali al cinema, come ad esempio il doppiaggio (Stiller sta prestando nuovamente la voce per il cartoon Madagascar 2, attualmente in avanzata fase di realizzazione): "Quella del doppiaggio è un'esperienza molto interessante, anche se non si possono vedere immediatamente i risultati perchè è un processo in molte fasi, e non si vede davvero il film finché non è terminato."
Qualcuno, con molta sagacia, ha ricordato che non solo Stiller è un grande comico, ma ha fornito un'interpretazione drammatica molto convincente in Permanent Midnight di David Veloz.
"Interpreterei molto volentieri altri ruoli drammatici. Sono interessato a ruoli di diverso tipo, così come a generi differenti. Chissà se riceverò mai l'Oscar...non è facile, anche se ci si impegna, dopotutto."
Infine, le sue opinioni sul cinema italiano. "Mi piace moltissimo il vostro cinema, eccome! Adoro venire nel vostro paese e vi lavorerei davvero molto volentieri, sia per un mio eventuale prossimo film che in quello di qualcun altro. Ma non mi invitano mai quando fanno qualche film americano in Italia! Muccino? Il regista, intendete? Sì, lo conosco, l'ho anche incontrato, e i suoi film mi sono piaciuti molto. Un altro italiano che adoro è il vostro Roberto Benigni, un regista ed attore veramente straordinario".
Il moderatore ringrazia tutti gli intervenuti e lo stesso Stiller per la piacevole conferenza e la dichiara conclusa, mentre Ben ringrazia a sua volta, prima di essere sommerso dai flash dei fotografi e da tantissime richieste di foto, autografi e piccoli video, per poi scomparire dietro una tenda.
Ai giornalisti non resta altro, ora, che tornarsene a casa o in redazione, per scrivere di quest'incontro. Traendo magari un pò di vigore dal sorseggiare la propria lattina di Booty Sweat, curioso ricordo di una particolare giornata di pioggia in cui hanno potuto incontrare una straordinaria star che non si atteggia assolutamente come tale.

Nel suo primo week-end di programmazione negli Stati Uniti, Tropic Thunder è stato il film che ha infine scalzato Il Cavaliere Oscuro dalla vetta della classifica spettatori. La pellicola sarà nelle sale italiane dal 28 di Ottobre, con una distribuzione di oltre 350 copie sul territorio nazionale.
Ringraziamo tutto lo staff della Universal Italia per la cortese e puntuale collaborazione.

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