Intervista Sapore di Te

Carlo ed Enrico Vanzina tornano con la mente a Sapore di mare e, con la commedia Sapore di te, presentano un ideale non-sequel trent'anni dopo, con un cast tutto nuovo.

Intervista Sapore di Te
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Con dieci miliardi di vecchie lire di incasso nel 1983, Sapore di mare fu il lungometraggio che lanciò la carriera di successo del regista Carlo Vanzina e del suo fratello e co-sceneggiatore Enrico, allora reduci in particolar modo dalle pellicole interpretate dal quartetto comico dei Gatti di Vicolo Miracoli e da Diego Abatantuono.
Un film nostalgico, garbato e ricco di sentimenti e risate che, volto a raccontare gli anni Sessanta estivi, rientra senza alcun dubbio tra le migliori prove dei figli di Steno, i quali, a trent'anni di distanza, tentano di riprenderne la formula in Sapore di te, con un cast tutto nuovo e che non vuole esserne né un sequel, né un remake.
Ancora sul filo della nostalgia, sono gli anni Ottanta ad essere raccontati questa volta, con un comparto attoriale comprendente Maurizio Mattioli, Nancy Brilli, Serena Autieri, Eugenio Franceschini, Matteo Leoni, Virginie Marsan, la mocciana Katy Saunders e i mucciniani Giorgio Pasotti e Martina Stella.
Tutti presenti, insieme ai fratelli Vanzina, nel corso della conferenza stampa di presentazione del film a Roma, dove l'amministratore delegato di Medusa Giampaolo Letta ha precisato: "Siamo contenti di lavorare di nuovo insieme ai fratelli Vanzina, un film divertente, una lunga tradizione, dopo tutto il freddo, la pioggia e la neve di queste settimane un bel tuffo a Forte dei Marmi nel sole e nell'atmosfera degli anni Ottanta".

Ritorno a Forte dei Marmi

Cosa vi ha spinto a scrivere questa sceneggiatura?

Carlo Vanzina: Sicuramente, essendo trascorsi trent'anni si tratta di un film che non vuole sfruttare il successo del vecchio, con il quale, tra l'altro, decollò la nostra carriera. Sapore di mare è un film a cui teniamo molto, che ha cambiato radicalmente le nostre vite, a cui sono molto affezionato, è un film riuscito, quindi era difficile affrontarne uno nuovo e cercare di fare un nuovo Sapore di mare. Poi, mi sono reso conto che sono passati trent'anni in un secondo e con Enrico ci siamo detti che, considerando che molti ragazzi ci scrivevano chiedendoci un nuovo Sapore di mare ed essendo difficile ambientarlo nuovamente negli anni Sessanta, avremmo potuto farne uno che partisse da dove terminava l'altro, nel 1983. Questo, infatti, comincia da lì, poi racconta le estati del 1984 e del 1985, però non è un film calcolato, è nato da un'emozione che avevamo noi, un film un po' alla nostra maniera, anche sentimentale. Speriamo che al pubblico piaccia, soprattutto volevamo fare un film che, in un momento in cui tutto sembra un po' grigio e disperato, racconta un'epoca in cui la gente ancora credeva nell'amore, nella vita, nel sentimento e nel ridere.

Enrico Vanzina: Condivido totalmente quello che dice Carlo, credo che la scommessa più forte sia quella di abbinare finalmente, dopo tanti anni e dopo Notte prima degli esami di Brizzi, un bel tasso di romanticismo e sentimento, cercando di fare un film pulito e senza volgarità. Credo che i giovani che si avvicinano ora al cinema italiano possano apprezzare un film così ottimista e che fa capire che nella vita può cambiare tutto e, anche se c'è un destino, chi ha cuore ce la fa.

Maurizio Mattioli e Serena Autieri possono parlarci dei loro personaggi?

Maurizio Mattioli: Con Carlo ed Enrico lavoro da venticinque anni. Sicuramente, ho messo la mia romanità, ma volevo fare un personaggio che lasciasse un po' in secondo piano la forza scenica per porre in evidenza il suo amore per la famiglia. Devo dire che Carlo è riuscito a renderlo più sobrio e più a favore dei sentimenti. Credo che, insieme a quello de Il pranzo della Domenica, che ho fatto sempre con loro, questo sia uno dei miei personaggi più forti che ho portato al cinema.

Serena Autieri: Susy Acampora è un personaggio che sicuramente era stato scritto forse non per una napoletana, ma quando mi è stato affidato il ruolo si è cominciato a girare, allora, sulla mia napoletanità. Di sicuro, di mio c'è questa napoletanità, ma il personaggio era già ben scritto e delineato; io mi sono ispirata ad una ragazza del mio quartiere che si chiama Lucia, molto simpatica e avvenente che, quando ero piccina, voleva assolutamente entrare nel mondo dello spettacolo.

Rispetto a Sapore di mare, qui c'è molto più riferimento all'attualità italiana di allora...

Enrico Vanzina: Quando abbiamo fatto Sapore di mare, che era anche un po' autobiografico, eravamo più giovani. Qui siamo un po' più maturi, ma senza mai esagerare; infatti c'era un finale in cui Salemme veniva arrestato, entrava in carcere e la voce narrante diceva che, per ironia, è finito nella stessa cella dove lui aveva mandato Mattioli, nella quale c'era anche una parolaccia scritta sul muro dallo stesso. Poi, abbiamo pensato che a quel punto sarebbe diventato un misero trattatello di sociologia politica, tanto lui, per il personaggio che è, alla fine ha comunque gli arresti familiari. Ma abbiamo anche cercato di non fare l'errore di scadere nel buonismo a tutti i costi. Non credo che il film sia un trattato sugli anni Ottanta, tenta solo di riportarne l'ottimismo di allora, un periodo segnato dal cinema migliore degli ultimi anni, da bella musica e dal crollo del Muro di Berlino.

Inizialmente, questo film doveva svolgersi negli anni Novanta...

Carlo Vanzina: In realtà l'idea degli anni Novanta era stata sfiorata, perché lì abbiamo fatto un ragionamento marketing pensando al fatto che gli anni Sessanta, con Sapore di mare, avevano avuto successo negli anni Ottanta. Poi, quando Brizzi, nella prima metà del Duemila, ha fatto Notte prima degli esami, hanno avuto successo gli anni Ottanta, quindi, facendo noi il nostro film nel 2013, avremmo dovuto raccontare il 1993, ovvero il periodo vent'anni addietro. Però, l'idea di farlo cominciare da dove terminava Sapore di mare ci sembrava più adatta, anche se poi il film è del tutto diverso. È stato faticoso mettere insieme questo cast di attori straordinari, perché ciò è sempre difficile quando il film è corale. Comunque, avendo poi visto il risultato del film, non potevamo fare scelte migliori.

Enrico Vanzina: In sala, lì con voi, c'è Enio Drovandi, che nell'altro film interpretava un fotografo e che, di quel cast, è l'unico che in questo film ha avuto un piccolo ruolo all'interno di una scena che è stata poi sfortunatamente tagliata. Sono contento che lui non ci abbia spaccato la faccia per questo (ride), grazie Enio!

Enio Drovandi: Io sono onorato di aver partecipato al primo film e, in qualche modo, di aver dato un piccolo contributo a questo nuovo fantastico film. Mi sono veramente emozionato.

In trent'anni, come è cambiato il vostro modo di fare commedie?

Carlo Vanzina: Quando rivedo i vecchi film, li guardo con una certa tenerezza ma noto che c'era anche una grande energia, anche in un modo quasi inconsapevole di buttarsi senza paracadute. Ci sono film che piacciono tanto al mio amico Marco Giusti, come Eccezzziunale... veramente, che è stato veramente di getto. Oggi ci si pensa di più, a volte ci siamo attenuti alle leggi di mercato, abbiamo cercato di seguire le mode, forse, invece, l'anima vera dei film che ci piacciono è questa, quella di Sapore di te, del primo Vacanze di Natale, di Eccezzziunale... veramente. Sono questi i film che ci appartengono, se c'è una cifra del nostro cinema potrebbe essere questa, il film divertente, che ama i propri personaggi e ha quel tocco di sentimento che lo rende in qualche maniera anche tenero. Non mi piace il grottesco, che io non so fare, faccio quello che so.

In questi anni forse non è cambiato neanche il vostro modo di scoprire nuovi talenti...

Carlo Vanzina: In questo cast ci sono molti amici con cui abbiamo lavorato già altre volte, mi sono rivolto soprattutto a Nancy, che è un'attrice straordinaria, sa fare la commedia e stavolta è in una coppia inedita con Maurizio Mattioli. Matteo Leoni era un mito per le mie figlie perché aveva fatto una serie su Disney Channel che si chiama Quelli dell'intervallo, Eugenio Franceschini lo avevo visto in Una famiglia perfetta e in Bianca come il latte, rossa come il sangue, Katy Saunders l'avevo più che notata nei due film tratti dai libri di Federico Moccia e, tra l'altro, era stata chiamata per fare il personaggio poi interpretato da Martina Stella. Con Vincenzo Salemme abbiamo fatto sei film insieme, Giorgio Pasotti spero rimanga nella scuderia Vanzina, è anche nel nostro prossimo film, in cui interpreta un gay, Martina è il quarto film che fa con noi, Serena Autieri è una new entry e ha una grande verve comica, Virginie è una costante del nostro cinema, anche lei è un'attrice che sta crescendo moltissimo.

Con le pinne, fucile e Mattioli

Come mai la scelta di far uscire il film a Gennaio e non in estate?

Carlo Vanzina: Il vecchio film uscì il 10 Febbraio, forse ora c'è voglia di vedere un film estivo. Non avevamo calcolato nulla, insieme a Medusa avevamo pensato di uscire in questo periodo perché ci sembrava quello giusto, non è il film aggressivo di comicità da film di Natale.

Cosa entusiasma maggiormente Nancy Brilli, il teatro o il cinema?

Nancy Brilli: In realtà il cinema mi piace molto, però non si può scegliere. Se mi vengono offerte cose interessanti, le faccio molto volentieri, cose che secondo me non hanno futuro non le faccio. Questo film celebra trent'anni del loro successo e, quest'anno, io sono trent'anni che faccio questo mestiere. In teatro decido io dall'inizio alla fine, per cui La locandiera è assolutamente mia figlia e me la sono goduta da quando abbiamo fatto l'adattamento ai tutti esauriti tutte le sere da due anni. Se mi arrivano proposte interessanti per televisione e cinema le accetto molto volentieri, altrimenti continuo con il teatro facendo come desidero.

Vincenzo Salemme si è ispirato a qualche politico in particolare per il suo personaggio?

Enrico Vanzina: Il politico di riferimento è evidente che lo abbiamo tenuto nascosto, ma sentiamo se Vincenzo vuole dire qualcosa.

Vincenzo Salemme: No, io non mi sono ispirato a qualcuno in particolare, gli anni Ottanta erano abbastanza così politici, poi io penso che i politici non siano tutti uguali e ladri. Noi abbiamo scherzato sugli anni Ottanta perché per la classe politica sono stati terribili, però la cosa è migliorata, ci sono state persone che hanno dato molto a questo paese. Il personaggio era scritto così e fa riferimento agli onorevoli del Partito socialista, che ballavano molto e ci facevano soprattutto ballare (ride). Dire che non è migliorata la classe politica significa che non siamo migliorati neppure noi, perché siamo noi a votare queste persone.

Nel film abbiamo anche Luis Molteni che interpreta un regista impegnato a girare una commedia estiva sulla spiaggia...

Enrico Vanzina: Innanzitutto, in questo film c'è una grande presa in giro del tifoso della Roma, poi, per quanto riguarda il film nel film, lì prendiamo in giro noi, perché quello è l'anno in cui uscì Sapore di mare. Tra l'altro, Sapore di mare s'intitolava così perché non era libero il titolo Sapore di sale, che era già un soggetto depositato da Neri Parenti. Ma la cosa formidabile fu che quel film portò fortuna moltissimo a me, Carlo, gli attori e Claudio Bonivento, perché i produttori Pio Angeletti e Adriano De Micheli non volevano farlo in quanto non volevano Christian De Sica e, soprattutto, Virna Lisi. Christian iniziò la sua carriera con Sapore di mare e Virna Lisi vinse il Nastro d'argento con il film. Siccome mancavano cinquanta milioni per finire il film, Bonivento, che aveva un passato discografico, si mise d'accordo con alcuni suoi amici e ne finanziò la colonna sonora, divenendo produttore nei titoli e iniziando una grandissima carriera, perché poi ne finanziò una quarantina, di cui alcuni importantissimi.

Se il suo personaggio fosse stato un tifoso della Lazio, Maurizio Mattioli lo avrebbe ugualmente interpretato?

Maurizio Mattioli: Io ho sempre avuto la fortuna di fare il romanista nei film e devo dire che mi ha portato anche molta fortuna. Non lo farei perché la gente, poi, se mi vede fare un laziale non va neanche al cinema a vedere il film, non ci crede.

Enrico Vanzina: Io mi ricordo che il primo romanista che fece fu in Fratelli d'Italia di Neri Parenti, scritto da me e Carlo. Certo, era un Mattioli molto diverso, adesso è diventato Anthony Hopkins (ride).

Avremo un altro Sapore di mare?

Enrico Vanzina: Se lo possiamo fare tra trent'anni, magari (ride).

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