Intervista Posti in piedi in paradiso-Conferenza stampa

Movieye incontra Carlo Verdone e il cast del suo nuovo film

Intervista Posti in piedi in paradiso-Conferenza stampa
Articolo a cura di

Non poche sono le notizie quotidianamente diffuse da giornali e agenzie di stampa relative alla drammatica situazione dei padri separati residenti nell'Italia d'inizio XXI secolo, ridotti in povertà e spesso costretti a dormire in macchina o ad andare a elemosinare pasti presso le varie caritas.
Da sempre grande osservatore dell'andamento dello stivale più famoso del globo, Carlo Verdone ha pensato bene di affrontare l'argomento nel suo nuovo lungometraggio prodotto da Luigi e Aurelio De Laurentiis: Posti in piedi in paradiso, sceneggiato insieme all'immancabile Michele Plastino e alla new entry Maruska Albertazzi, che qualcuno ricorderà, nudissima, in qualità di protagonista di uno degli episodi che costituirono Fallo! (2003) di Tinto Brass.
In occasione dell'uscita del film nelle sale, distribuito da Filmauro, quindi, l'attore-regista romano, affiancato dai co-protagonisti Marco Giallini e Pierfrancesco Favino e dal resto del cast, ha incontrato la stampa nella capitale, presso la splendida cornice dell'Auditorium Parco della Musica, dove si svolge annualmente il Festival Internazionale del Film di Roma.
Quindi, un appuntamento che non potevamo certo perdere... e che, infatti, non abbiamo perso.

Quale è la posizione di Carlo Verdone nei confronti del divorzio?

Carlo Verdone: Vedendo il film, avrete notato che non ho voluto far pendere il racconto sulla parte maschile per evitare di condannare le donne a essere le carnefici, anche se mi rendo conto che le decisioni dei giudici nei confronti degli uomini in caso di divorzio sono spesso assurde. Ho letto le lettere inviatemi da tanti padri separati e ho notato che il dolore più grosso, per molti di essi, è rappresentato dalla possibilità di vedere poco i loro figli. Mi rendo conto che questa dei padri separati è una nuova emergenza povertà, ma non è un problema limitato al nostro paese.

Nel film l'elemento che colpisce è la fratellanza tra i tre protagonisti, che non si conoscono...

Carlo Verdone: Diciamo che gli attori, nell'interpretare i personaggi, hanno avuto grande senso della misura, comunque già presente nella scrittura del film, quindi la parte comica, alla fine, è legata alla convivenza nella casa. Quando escono da essa entrano in gioco i rapporti con le loro mogli e i figli.

Anche le donne, nel film, non sono molto cattive...


Carlo Verdone: Sarebbe stato troppo facile rappresentare le donne come carnefici. Sarebbe ottimo se questo film facesse riflettere qualche coppia sul fatto che queste liti portano soltanto disastri a genitori, ex genitori e anche figli.

Micaela Ramazzotti: Il mio personaggio è una cardiologa psicolabile, buffa, vessata dagli uomini e che porta nella vita di Carlo la gentilezza e lui la ascolta. Quindi, alla fine, anche se frivola riesce ad aiutarlo nel rapporto con la figlia e, dalla frivolezza, si passa alla saggezza.

In questo film pare che Carlo Verdone si faccia un po' da parte per lasciare spazio alla cialtronaggine del personaggio interpretato da Marco Giallini...

Carlo Verdone: Non è che mi tolgo come attore, magari mi ritaglio un ruolo più dolente e lascio spazio a chi ha più la maschera del comico. Un regista serio deve fare così, perché arriva il momento di fare altre cose e delegare altri.

Come è nata l'idea del critico cinematografico che si riduce a fare il giornalista di cronaca rosa?

Carlo Verdone:
Quando è arrivato il momento di trovare una professione al personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino, abbiamo pensato a un giornalista, e lui ha subito detto che sarebbe dovuto essere di cinema. Era una cosa originale, per non presentare il solito personaggio borghese del giornalista di cronaca. C'era anche una scena in cui veniva fermato da un regista e veniva insultato per una cosa negativa che aveva scritto sul suo film, ma l'ho dovuta togliere perché il montaggio finale sarebbe venuto troppo lungo.

Maruska Albertazzi:
Io per lungo tempo ho fatto la giornalista di cronaca rosa, quindi conosco molto bene quel settore.

Anche in paradiso si sta in piedi o è un paradiso italiano?

Carlo Verdone: Essendo molto sfortunati nella vita, i tre protagonisti andranno sicuramente in paradiso, ma troveranno solo posti in piedi. Comunque, il titolo è venuto fuori perché giravo intorno alla parola "paradiso" e un giorno, mentre entravo al cinema "Eden" di Roma, ho sentito la cassiera che diceva ai presenti "Solo posti in piedi, signori", che non si dice più perché ora si usa "Posti esauriti". Questo suo errore mi ha aperto un mondo.

Che poi, questi tre protagonisti rappresentano un po' l'Italia...

Carlo Verdone: Rappresentano sicuramente una parte degli italiani, in un momento di difficoltà come questo. Il film è una tragicommedia, un po' come Tutti a casa di Luigi Comencini. La commedia ha la grande opportunità di raccontare le tragedie meglio dei film drammatici.

Quest'anno Pierfrancesco Favino lo abbiamo visto in una serie di film di diverso genere e alle prese con tre diversi personaggi. Gli piace essere calato in queste rappresentazioni della realtà?

Pierfrancesco Favino: Io sono molto contento che il nostro cinema abbia il coraggio di attingere a piene mani dalla realtà con film e registi così diversi. Personalmente, sono molto orgoglioso di essere presente nel nostro cinema con personaggi così diversi tra loro e sono molto contento di far parte di questo film, perché, prima di fare l'attore, ero uno di quelli che imparavano a memoria le battute di Carlo e mi organizzavo con i compagni di scuola per andare al cinema a vedere i suoi film.

Carlo Verdone: Io volevo chiudere ricordando che ieri od oggi sono esattamente trent'anni che uscì nei cinema Borotalco. Per me si tratta di un sogno, perché all'epoca non avrei mai pensato che la mia carriera sarebbe durata così tanto. Vorrei ringraziare Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, che mi hanno insegnato come si scrive un film, poi anche Mario Cecchi Gori, che ha continuato a credere in me anche quando tutti pensavano che avevo esaurito le mie cartucce.

Che voto dai a: Posti in piedi in paradiso

Media Voto Utenti
Voti: 26
5.3
nd