Intervista Minions: Pierre Coffin e Kyle Balda

I due registi del divertente spin off dedicato ai buffi ominidi raccontano come è nato il film che racconta le bizzarre origini dei gialli aiutanti di Babbo Gru, il 'cattivo' più adorabile di sempre.

Intervista Minions: Pierre Coffin e Kyle Balda
Articolo a cura di

Per fare animazione servono alcune caratteristiche fondamentali. Talento e creatività, prima di tutto, ma ancora di più sindrome di Peter Pan e anarchia, che permettono la creazione di opere libere e universali. Alla Pixar sono così. E anche alla Illumination, anche se in maniera completamente diversa. I Minions nascono da una perfetta combinazione di questi ingredienti. Merito prima di tutto di Pierre Coffin, già regista dei due episodi di Cattivissimo me ed elemento fondamentale dello studio, qui coadiuvato da Kyle Balda, co-regista del film che sta sbancando i botteghini di tutto il mondo.
Li abbiamo incontrati a Londra per una piacevolissima chiacchierata.

Prima di tutto, come nasce l'idea di rendere i Minions protagonisti assoluti?
K.B. L'idea iniziale del film è partita da quella che sarebbe poi diventata la sua scena centrale, il Villain-Con, una sorta di Comic-Con dei malvagi dove i Minions sarebbero dovuti andare per trovare un padrone sufficientemente cattivo da servire. La curiosità successiva è stata quella di scoprire come questi personaggi avrebbero potuto inserirsi in un racconto più complesso.
P.C. Poi abbiamo deciso di prendere solo tre di loro, Kevin, Bob e Stuart, e caratterizzarli in maniera che la loro interazione funzionasse all'interno di una storia strutturata.

BANANA Bi-do, Pwede na

Riuscire a mettere insieme la lingua dei Minions dev'essere stato molto difficile.
P.C. Sì assolutamente, ma uno dei doni irrinunciabili del cinema d'animazione è il tempo, quando ce n'è. In questo caso abbiamo avuto tre anni per lavorare sul film e direi che sulla lingua abbiamo mandato tutto in malora almeno tre o quattro volte. Uno dei problemi maggiori che ci ponevamo era come saremmo stati in grado di far reggere un film di novanta minuti con dei personaggi che non parlano una lingua comprensibile. A un certo punto abbiamo pensato che la cosa migliore fosse dare a uno dei tre una personalità preminente con gli altri due a fare da spalle. Poi, non ho intenzione di spiegare perché, il personaggio principale è diventato una donna. Siamo andati avanti per questa strada, poi circa al sesto mese di sviluppo abbiamo fatto delle prove su storyboard e ci siamo resi conto che era tutto sbagliato, e anche un po' inquietante. A quel punto siamo tornati indietro, abbiamo inserito la voce fuori campo per raccontare la storia dei Minions, abbiamo dato a Kevin un ruolo più da leader, caratterizzando gli altri due come lo svitato egocentrico e l'eterno bambino, e soprattutto abbiamo capito che c'era bisogno di un cattivo di peso, con una backstory forte alle spalle.

I Minions sono dei personaggi universali, piacciono a qualunque latitudine.
K.B. Per quanto riguarda la lingua, sapevamo che oltre a mettere insieme questa sorta di esperanto, dovevamo integrarlo con un linguaggio del corpo con cui lo spettatore si potesse addirittura identificare. C'è molto di umano nei gesti dei Minions e grazie a questo espediente siamo riusciti a rendere più comprensibile anche il linguaggio.
P.C. L'altra ragione è che i Minions rappresentano allo stesso tempo la sintesi dell'animazione stessa e la summa di tutti quei personaggi che hanno fatto grandi le comiche nel corso della storia del cinema. La magia dell'animazione è quella di riuscire a dare un'anima a un oggetto inanimato, fargli trasmettere dei sentimenti, far capire quando è triste, felice, arrabbiato. Se ci riesci, allora è fatta, puoi rapire lo spettatore e portarlo da un'altra parte. Altrimenti è la fine. Nei Minions abbiamo cercato di infondere questa essenza e aggiungervi da Charlot a Mr. Bean.

Minions è anche un film incredibilmente cinefilo, ricco di riferimenti anche alti, dagli spy movie alla bellissima colonna sonora.
P.C. Le sequenze in stile Bond vengono dal desiderio adolescenziale di poter vivere per una volta l'esperienza di entrare nella stanza di Q e vedere tutti questi gadget meravigliosi, mentre l'ambientazione negli anni Sessanta a Londra ci ha permesso di dare un'atmosfera psichedelica al film, dalla musica alla carta da parati. A dire il vero ci era un po' presa la mano, a un certo punto ci hanno detto che sembrava l'opera di animatori sotto LSD e ci hanno consigliato di sottrarre un po'... Ma a parte questo, la Swinging London ci ha permesso anche di dare un tono e uno stile di regia al film che pensavamo fosse più in linea con i personaggi. Sono cose che non si vedono, o che magari vediamo solo noi che le abbiamo realizzate, ma questo ci ha permesso di usare angolazioni e inquadrature meno convenzionali. Lungi da me l'idea di metterci a confronto con gli altri studios, ma quello che abbiamo pensato da subito è stato come poter fare qualcosa che fosse diverso e solo nostro.
K.B. Credo che la cosa che ci ha spinto maggiormente sia stato il desiderio di realizzare qualcosa che avremmo voluto vedere al cinema. Abbiamo fatto cose che ci hanno divertito, come tutta la parte della favola della buonanotte in stop motion, senza digitale, che ci ha dato tanta soddisfazione. E poi tutta la creazione del personaggio di Scarlett Overkill, ci tenevamo a creare un universo parallelo e una backstory di grande spessore.


Con due splendidi personaggi. Sandra Bullock è magnifica, ma Jon Hamm è stilosissimo. I Sixties lo hanno aiutato a creare il personaggio?
P.C. Solo in piccola parte, il resto è tutta farina del suo sacco, è stato fantastico. È l'uomo più cool del mondo, ha creato il personaggio in un attimo, con quella voce calda e suadente e i movimenti fluidi. Volevamo essere tutti come lui.
K.B. O come la regina d'Inghilterra, donna di pub e barzellette.
P.C. Ci divertiva molto l'idea della sovrana che è vicina al suo popolo e che quando c'è bisogno può trasformarsi in una sorta di agente speciale. Farle fare una vacanza non ci sembrava affatto male.

Un'ultima cosa: perché Napoleone? E tu sei anche francese, Pierre!
P.C. Lo so, ma sai, ha fatto un sacco di cose fantastiche, ma anche tante cose mooolto cattive. I Minions dovevano risolvere la situazione in qualche maniera.

Che voto dai a: Minions

Media Voto Utenti
Voti: 9
7.7
nd