Intervista Maze Runner - Il Labirinto: Kaya Scodelario

L'interprete di Teresa ci racconta la sua esperienza sul set del film di Wes Ball

Intervista Maze Runner - Il Labirinto: Kaya Scodelario
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La giovane Kaya Scodelario ha raggiunto il successo presso il pubblico della TV inglese con il suo primo ruolo in Skins, nel 2007. Prima di allora, la Scodelario aveva sempre avuto il desiderio di provare a recitare ma non aveva mai potuto fare il “salto di qualità” avvenuto poi in tv, dove ha dimostrato caparbietà e determinazione, diventando una presenza fissa nello show,insieme ai colleghi Nicholas Hoult e Jack O’Connell, per tutte e quattro le stagioni. L'anglo-brasiliana Kaya ha poi debuttato al cinema nel 2009, nello sci-fi indie di Duncan Jones, Moon, e subito dopo ha partecipato nel 2010 a Shank e Clash of the Titans. In Maze Runner - Il labirinto, il nuovo film di Wes Ball tratto dal best-seller di James Dashner, interpreta Teresa, il cui arrivo nella misteriosa Radura coglie di sorpresa i giovani prigionieri: lei è la prima ragazza del gruppo. È immediatamente evidente che ha un legame con il personaggio di Dylan O’Brien, Thomas; un legame che nasconde molte cose...

Teresa

Come sei venuta a conoscenza di questo progetto?
Sapevo dell’esistenza della sceneggiatura già prima di leggerla. Un paio di miei amici l’avevano vista e mi avevano detto che era molto interessante: molto diversa e divertente. L’ho letta e mi è piaciuta molto. Ho pensato che fosse un progetto molto figo. Era una sorta di esperimento sociale: come avrebbero reagito questi ragazzi dopo essere stati rinchiusi lì? Il pensiero mi suscitava claustrofobia e rabbia. Mi ha colpito molto e volevo sapere come ne sarebbero usciti. Ma è stato anche grazie all’energia e alla passione di Wes. Sapevo che avrebbe fatto qualcosa di grandioso e volevo farne parte. Ho registrato un provino per Wes e gliel’ho inviato, sono stata molto fortunata. Sono andata in Louisiana e ho dato una mano per trovare Thomas / Dylan. Sapevo che sarebbe stato lui non appena lo vidi entrare dalla porta. Ero sicura che avrebbero scelto lui.

Cosa ne pensi dei personaggi?
I personaggi sono molto ben caratterizzati. Non sono tutti uguali: alcuni vogliono stabilirsi nella Radura e fare in modo che funzioni. E poi ci sono coloro che si fanno domande, ma senza avere risposte. Poi arriva Thomas e tutti questi personaggi sono costretti a cambiare e ad aprire le loro menti. Penso sia molto interessante. È esattamente quello che succederebbe nella realtà.

Come ti sei calata nei panni di Teresa?
È stato difficile, ma anche divertente, non dover fare studi su di lei. Non ha ricordi: appare lì e basta. Volevo entrare nel personaggio d’istinto. Come avrebbe reagito? Combattendo o scappando? La prima scena che ho girato è stata quella dell’ascensore e mi ricordo di essere arrivata e di aver incontrato il resto del cast, ma erano trenta ragazzi e io non conoscevo nessuno. Camminavo per il set prietrificata. Ma già dieci minuti dopo, avevo fatto amicizia e parlavo con tutti, un po’ come il primo giorno di scuola. Ho dovuto cancellare questa sensazione, perché il mio personaggio non avrebbe reagito così. Infatti cerca di combattere, lanciandogli degli oggetti e urlando. È stato interessate sviluppare questa reazione.

Il mistero è la chiave di tutto

Teresa ha un carattere molto forte: è stato un motivo di attrazione per te?
Assolutamente. Mi piace pensare che molte ragazze reagirebbero come Teresa in quella situazione. Lei sa più di quanto non dimostri e lo tiene per sé. Mi piace questo suo aspetto, invece che arrivare e iniziare a parlare e a condividere con tutti. Lei riflette e osserva. Ragiona molto. Questo ci introduce a quando scoprirà sulle sue origini nei libri successivi. Mi piace l’alone di mistero che la ricopre.

Il mistero è la chiave di tutto: aver letto la sceneggiatura ti ha spinto a leggere i libri successivi?
Per ora ho letto soltanto il secondo. L’ho amato. È veramente entusiasmante. È un nuovo viaggio, che non spiega tutto, ma nel quale succedono molte cose e incontriamo nuovi personaggi.

È stato difficile essere l’unica ragazza?
Ero preoccupata che di sentirmi in imbarazzo. Non per me, perché ho molti amici maschi e mi piace la compagnia maschile. A volte mi dicono anche che sono un maschiaccio. Avevo paura che loro fossero troppo delicati con me. Per fortuna non lo sono stati (ride). Appena arrivata stavano giocando a pallone e mi hanno accolto molto calorosamente. È stato un ambiente molto rilassante sin da subito. Ci siamo divertiti molto insieme, un po’ come se fosse stata una gita scolastica.

Wes è conosciuto soprattutto per gli effetti speciali: come si comporta con gli attori?
Ha dato massima importanza alla storia e ai personaggi. Noi sapevamo che questo è il suo primo film importante e del suo passato nel mondo degli effetti speciali. Ma nel momento in cui l’abbiamo conosciuto, abbiamo capito che era la persona giusta. Ama le storie. E questo era quello che gli interessava. Ci si è immerso totalmente. Ci ha trasmesso una fortissima energia.

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