Matilda Lutz, tenera e spietata: intervista alla protagonista di Revenge

Chi è Matilda Lutz? Forse la donna più tenera del mondo e allo stesso tempo la più determinata e spietata. Intervista alla protagonista di Revenge.

Matilda Lutz, tenera e spietata: intervista alla protagonista di Revenge
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Mentre a Roma una pioggia fine si abbatte sul finire del pomeriggio, a Los Angeles sono scattate da poco le 9:00 del mattino. Dall'altro capo del telefono si intuisce un sole tiepido ma già alto, del resto l'aria è frizzante e diversi operai sono già al lavoro, facendo non poco rumore.
Nel trambusto però, nell'intimità della cornetta, risalta una voce aggraziata, dolce, specchio riflesso della tenera proprietaria: a parlare è Matilda Lutz, protagonista assoluta del nuovo Revenge, appena uscito nelle sale italiane. Figlia di un famoso fotografo americano, Matilda è nata e cresciuta in Italia, da qualche tempo però ha deciso di compiere il grande passo e trasferirsi negli States, dove ha incontrato Gabriele Muccino (che l'ha subito scritturata per L'Estate Addosso) e soprattutto i produttori della Paramount, che l'hanno scelta per interpretare Julia in The Ring 3.
Nonostante due occhi scintillanti e un sorriso tremendamente contagioso, da brava bambina, Matilda conserva un carattere a dir poco combattivo, che esplode fragorosamente proprio in Revenge, film che la vede al centro di una vendetta sanguinaria e brutale.

Avventuriera dentro

Un ruolo difficile quello di Jen, dinamico, di una donna che arriva al finale completamente trasformata dopo un percorso a ostacoli, cambiata nel fisico ma non solo. Non è la prima volta che interpreti una "combattente", se così vogliamo dire, è già successo in The Ring 3: ci sono dei modelli femminili a cui ti sei ispirata per affrontare questi ultimi lungometraggi?
"Per ogni progetto avevo delle idee in mente molto diverse, per Revenge la prima persona, la prima icona che mi è venuta in mente pensando al personaggio è stata la Lara Croft di Angelina Jolie. Ho dunque rivisto i film, ho studiato come lei ha affrontato il personaggio, ovviamente per la "seconda Jennifer". Il nuovo film con Alicia Vikander non era ancora uscito quando abbiamo girato il film, in ogni caso ancora oggi mi trovo più vicina alla prima Lara, era animalesca ma allo stesso tempo manteneva la sua femminilità."
"Angelina Jolie in Tomb Raider ha fatto proprio questo, era una badass capace di usare il corpo a 360 gradi restando donna. Mi sono anche preparata guardando film come Mad Max, come mi aveva suggerito di fare Coralie, la regista, dunque ho avuto in mente anche modelli maschili. A dirla tutta, chi mi ha ispirata davvero per la costruzione di Jen sono stati i miei tre fratelli e mio padre, che mi hanno sempre 'picchiata' e messa sotto sin da quando sono nata, ho dovuto dunque imparare a difendermi."
"Inoltre ho sempre fatto sport maschili come l'hockey, il calcio, lo skateboard, il surf, tutte cose molto muscolari e mi sono divertita tantissimo a portare il mio carattere sullo schermo. Con The Ring 3 è stata un'esperienza completamente diversa, tra l'altro l'ho girato appena 3 anni fa ma ne sembrano passati 10, tante le cose che ho fatto subito dopo. È stata la mia prima esperienza americana, mi ero appena trasferita a Los Angeles, ed è stato come se qualcuno mi avesse schiaffeggiato."

"Ero da sola, non conoscevo nessuno, stavo ricostruendo una nuova vita dalle basi per capire cosa volevo fare e mi è arrivata questa proposta che non mi aspettavo assolutamente. Ero arrivata dal nulla e avevano scelto proprio me, nonostante il mio accento mezzo italiano. Mio padre è americano, sono mezza americana, ma sono comunque nata e cresciuta in Italia, e questo gli americani lo sentono subito. Ho dovuto fare un grandissimo lavoro proprio sull'accento, a livello tecnico, per sembrare americana doc come il personaggio. È stato difficile anche costruirlo, del resto affrontavo un genere di cui non andavo propriamente matta, che conoscevo poco, è stata davvero una novità per me."

Salti nel vuoto

A proposito di generi, finora ti sei cimentata con l'horror, il revenge movie, la commedia agrodolce, il dramma: c'è un genere che ami fare più degli altri? Ce n'è invece uno che ti manca e che sogni di fare, presto o tardi?
"Mi sono sempre piaciuti i ruoli fisici, pieni di azione, mi divertono perché non mi fanno pensare al personaggio a livello psicologico. È come se io, facendo delle cose, ne sentissi poi delle altre, quindi la parte fisica del ruolo mi ha sempre affascinato parecchio. Lo stesso Revenge è un film molto fisico, anche più di The Ring 3, quindi parti simili mi divertono davvero tanto."
"Non c'è un genere in particolare che mi piace, adoro i drammi più delle commedie e ne guardo molti, quando ho da scegliere un progetto bado soprattutto alla sceneggiatura, se la scrittura ti cattura significa che sei sulla strada giusta."
"Poi viene il regista, il cast, il personaggio, ci sono tantissimi elementi che mi aiutano a decidere che scelte fare, anche se una buona parte di rischio c'è sempre. Lo stesso Revenge, che è un'opera prima di una regista che aveva realizzato solo alcuni corti, aveva una sceneggiatura semplice, molto andava fatto con le immagini, sul set, dunque non potevi prevedere come sarebbe venuto. Quando poi ho visto il film finito, è stato veramente uno shock, perché a livello visivo, sonoro, di montaggio e di color correction è stato fatto un lavoro bellissimo, molto curato, che non mi aspettavo assolutamente. È stato dunque come saltare nel vuoto."

Sognando Bond

Pensando invece ai ruoli, ai personaggi, quale progetto o franchise ti piacerebbe affrontare un giorno?
"Mi piacerebbe tantissimo fare James Bond, lo ammetto. So che i casting di Bond 25 sono ancora aperti, ma secondo me dovrò aspettare ancora qualche anno. Mi piacerebbe davvero tanto, è un personaggio che mi ha accompagnato per tutta la vita, mio padre è un grande appassionato, ha letto tutti i libri e ci ha fatto vedere tutti i film. Potrei avverare il sogno di un'intera famiglia, non solo mio."
In Revenge, per la prima volta in carriera sei stata diretta da una donna, Coralie Fargeat. Come cambia un set quando a dirigere il tutto è uno sguardo femminile? Se cambia...
"Coralie è una donna molto forte e sicuramente alcune cose sul set sono apparse diverse grazie a lei, lo stesso provino è stato inusuale. Lo abbiamo fatto nella sua camera d'albergo a Los Angeles alle 6:00 del mattino, ci sarei andata se fosse stato un uomo? La risposta è ovviamente no (sorride mascherando una velata malinconia), invece con Coralie ci siamo trovate subito, è stato come se ci conoscessimo da una vita, abbiamo parlato per due ore di lavoro, di viaggi, di passioni, di tutto, abbiamo legato subito."

"Non fosse andata così, probabilmente non avrei dato così tanta fiducia al progetto, dunque quando incontri le persone capisci a pelle cosa fare. Quella mattina in albergo, qualche ora prima che partisse per Parigi, abbiamo provato 2-3 scene, con lei che riprendeva e io che mi trascinavo sul pavimento, dolorante, e in quel momento ho capito quanto lei tenesse al progetto, quanto era determinata nel portarlo a termine, era come se lei avesse già il film pronto nella sua testa."
"Sapeva cosa voleva da me, come l'avrebbe girato, aveva davvero le idee chiare. Poi una volta sul set, la crew era per il 90% maschile, eravamo soltanto tre donne, dunque Coralie ha dovuto tirare fuori gli artigli, mostrare un'autorità forte. Se non fai attenzione, come donna alla prima esperienza rischi di essere schiacciata, così tante volte ha dovuto combattere per ottenere ciò che voleva."

A bordo del Titanic

Inutile nasconderlo, stiamo sicuramente vivendo un'era post-Weinstein. Revenge non si rifà direttamente allo scandalo, anche perché in Francia è uscito prima dell'inchiesta del NYT, eppure centra magnificamente il problema e va anche oltre. Al di là delle "violenze" vere e proprie, infatti, tanta gente che sapeva non ha mai parlato, e questo è ben rappresentato da uno dei tre uomini del film. Quanto è pericoloso sottovalutare l'omertà, il silenzio?
"In scandali simili, tutti hanno una colpa, anche chi sa e non dice niente. C'erano attrici che negli anni avevano già denunciato dei fatti, se non alla polizia al manager di turno, che poi aveva consigliato di non dire niente a nessuno. Anche queste sono violenze, psicologiche ma sempre violenze, che da una parte potrebbero essere anche più brutali di quelle fisiche. Questo si vede molto bene in Revenge, che ha la scena dello stupro girata in modo magnifico, che lascia trasparire ogni sfumatura del dolore."
Smorziamo un po' la tensione e facciamo un tuffo nei ricordi: quante VHS hai divorato da piccola? C'è un film che hai consumato più degli altri e a cui sei ancora legata?
"Il mio primo film visto al cinema è stato Titanic, avevo 5-6 anni e lo ricordo benissimo, quell'emozione mi è rimasta dentro. Fra i film che rivedo spesso ci sono poi Leon, Le Ali della Libertà, Il Miglio Verde, e il mio preferito in assoluto, La Vita è Bella."
Sappiamo che sei in dolce attesa, qual è il primo film che farai vedere a tuo figlio?
Sicuramente tutti i cartoni animati della Disney, con cui sono cresciuta. Oramai sono tutti in digitale, non più in VHS, è meno romantico ma sicuramente più comodo."

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