Intervista Lo Hobbit: chiacchiere tolkeniane

Chiacchierando su Lo Hobbit: dal libro al film, in compagnia di un esperto tolkeniano

Intervista Lo Hobbit: chiacchiere tolkeniane
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Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato è uno di quel film che, come prevedibile, ha diviso il giudizio della platea. Se da un lato ci sono quelli che hanno urlato al capolavoro prima ancora della sua stessa uscita cinematografica, dall'altra l'eccessiva definizione raggiunta da Peter Jackson nella resa visiva e le libertà di adattamento narrativo hanno fatto alzare un sopracciglio perplesso a una parte più scettica dell'audience. E allora, in occasione dell'uscita in home video del film, abbiamo deciso di andare un po' più a fondo e cercare di far sciogliere i nostri intricati dilemmi mentali da qualcuno che Tolkien, se così si può dire, lo conosce da tutta una vita. Lui si chiama Lorenzo Gammarelli ed è socio dell'Associazione Romana Studi Tolkieniani, così come della Società Tolkieniana Italiana. Nei suoi molteplici anni di carriera ha tradotto opere di J.R.R. Tolkien e ha scritto diversi saggi su di lui, pubblicati dalla Bompiani e dalla Marietti.
Abbiamo parlato con Lorenzo del film, di come questo adattamento de Lo Hobbit possa essere letto, delle sue lacune, dei suoi punti di forza e di quello che si dovrebbe sapere sul celebre Professore prima di potersi avvicinare sul serio al suo operato.

Lo Hobbit... comodamente a casa

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato è da oggi disponibile, grazie a Warner Bros. Home Entertainment, anche in Blu-Ray e DVD, in tre diverse versioni: in edizione 2 dischi Blu-ray, in edizione 4 dischi Blu-ray 3D e in edizione speciale 2 dischi DVD. Tutte le edizioni includono una nuova e potenziata Copia Digitale della pellicola e oltre 130 minuti di contenuti speciali. A breve arriverà la recensione della versione Blu-Ray: restate sulle nostre pagine!

Lo spirito de Lo Hobbit

Quando sei entrato in contatto con il mondo di Tolkien?
È successo tutto quando ero molto piccolo. Ricordo che i miei genitori leggevano Il Signore degli Anelli e io ero attirato dalla grande mappa. Ogni tanto mi raccontavano pezzi della vicenda; il libro però lo avevano in prestito e lo restituirono. Poi, per il mio dodicesimo compleanno, uno zio mi regalò il mio Il Signore degli Anelli. Passai circa sei giorni leggendolo, fermandomi solo per dormire... e quando l'ebbi finito lo ricominciai di nuovo. Per alcuni anni ho continuato a leggerlo ciclicamente finché, per una serie piuttosto inconsueta di avvenimenti, mi sono trovato a collezionare libri di Tolkien, a scrivere saggi sulle sue opere e a tradurne due.

Sicuramente hai quindi visto il film de Lo Hobbit. Come ti è parso?
In generale non mi è dispiaciuto, ma sospendo il giudizio in attesa dei due seguiti. Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato sconta un grave problema: da un libro di poco più di 300 pagine, Peter Jackson e i suoi valenti co-sceneggiatori hanno tirato fuori tre film di quasi tre ore l'uno. Per riempire queste nove ore di film, ovviamente, il racconto contenuto in un solo libro era insufficiente. Di qui la necessità di integrare il tutto con informazioni prese dalle Appendici de Il Signore degli Anelli.

Siamo solo alla prima parte della storia, ma proviamo a paragonare le due opere. Credi che il film e il libro conservino lo stesso spirito?
Per quanto abbiamo visto finora, no. Nel libro Lo Hobbit, Bilbo Baggins è il protagonista indiscutibile, mentre nel film diventa quasi un comprimario, un testimone delle avventure di Thorin Scudodiquercia. Il Bilbo del libro, poi, subisce una lentissima evoluzione che lo porta da imbranato borghese a divenire quasi un eroe verso la fine della vicenda. Ma Peter Jackson ha voluto comprimere questo percorso nell'arco del solo primo film: a questo punto mi chiedo cosa possa succedergli nei prossimi due. Forse si ripeterà lo stesso schema, per cui all'inizio di ogni film Bilbo tornerà a essere l'imbranato iniziale; o forse continuerà a crescere, diventando quasi un supereroe (cosa che nel libro non diventa mai); o infine la sua crescita si arresterà al punto in cui è arrivato ora, ribadendo ulteriormente il suo ruolo di non protagonista.

Parliamo di personaggi e ambientazione: c'è qualcosa di cui hai assolutamente sentito la mancanza nel film?
Personaggi o cose da aggiungere? Non penso che ci sia rimasto alcunché che Peter Jackson non abbia già sfruttato fino al midollo. Sono curioso di vedere se nel secondo film, quando la Compagnia dei Nani arriverà a casa di Beorn, Jackson avrà il coraggio di farci vedere gli animali camerieri, come nel libro.

Infatti Peter Jackson ha costruito la sceneggiatura in modo che a costruirla ci fossero anche elementi esterni alla storia pubblicata de Lo Hobbit. Che cosa ne pensi di questa scelta?
Aggiungere elementi esterni è stata più una necessità che una scelta. Il materiale del solo libro era insufficiente a riempire ben tre film. A me non ha dato alcun fastidio l'inclusione di elementi presi da altri scritti di Tolkien. Sono più critico riguardo alle invenzioni originali, in particolare tutto il ruolo e la caratterizzazione di Radagast, l'epicizzazione dei Nani e l'eccessiva enfasi messa sull'inimicizia tra questi e gli Elfi.

Tra parole e tecnologia

Qualcuno si lamenta che ci siano delle differenze fondamentali tra il modo in cui si svolgono i fatti nel libro e come questi avvengono nel film.
Il mezzo cinematografico è diverso da quello letterario: ogni discussione o paragone tra un film e il libro da cui è tratto deve per forza iniziare riconoscendo questa diversità, che comporta necessari cambiamenti in fase di sceneggiatura. Detto questo, ci sono cambiamenti che aggiungono, come per esempio l'inclusione del prologo con la storia del Regno dei Nani o i riferimenti alla storia più ampia svelata ne Il Signore degli Anelli e in altri scritti successivi di Tolkien. Ci sono però cambiamenti che a mio parere non aggiungono nulla, anzi rischiano di banalizzare il risultato finale. Un esempio: l'eccesso di combattimenti e inseguimenti.

Qual è la tua parte preferita nel libro? E quale invece nel film?
Nel libro trovo molto divertente tutto il capitolo iniziale, con il dialogo tra Bilbo e Gandalf, che Peter Jackson ha coraggiosamente ripreso quasi per intero, e l'arrivo dei Nani, in cui invece Jackson è stato meno efficace. Gli ultimi capitoli, poi, mostrano un completo cambio di tono e ci riportano nel regno dell'epica e della leggenda, ma resta da vedere come saranno resi sullo schermo. Per quanto riguarda il film non mi è dispiaciuta la scena tra Bilbo e Gollum, anche se la immaginavo diversamente. Ho apprezzato molto la colonna sonora e in particolare la canzone dei Nani.

Hai visto il film in HFR 3D? Quanto pensi possa influire la scelta di questa tecnologia sul modo di raccontare la storia?
Non ho visto il film in 3D, perché non amo molto questa tecnologia. Secondo me impone al regista di sviluppare molte scene unicamente per mostrarne l'effetto tridimensionale.

È un paragone decisamente forzato ma, per quello che hai potuto vedere fino a questo momento, credi sia stato fatto su Lo Hobbit un lavoro di adattamento migliore rispetto a Il Signore degli Anelli?
Secondo me no. Per quanto Il Signore degli Anelli sia forse leggermente inferiore dal punto di vista della realizzazione tecnica e degli effetti speciali, che in dieci anni sono considerevolmente migliorati, il lavoro di adattamento compiuto per la prima trilogia resta una pietra di paragone, dimostrando che è possibile trarre film appassionanti e ben fatti dai libri di Tolkien. Mi dispiace che in questa nuova trilogia si sia preferito assecondare certo pubblico con facili e vuote emozioni.

Il Tolkien perduto

Se potessi scegliere un'opera di Tolkien da portare sul grande schermo, quale sarebbe?
Io credo che Il Cacciatore di Draghi sarebbe un ottimo film, anche se forse, ormai, la storia non sarebbe più considerata molto originale. Mi piacerebbe anche vedere Peter Jackson alle prese con l'adattamento del Silmarillion, o almeno di alcune parti di esso, anche se forse la forma più adatta per trasporlo in video sarebbe una miniserie, tipo Game of Thrones.

Il cinema ci ha dato un'idea molto specifica, e per forza di cose limitata, di cosa è tolkieniano. C'è qualcosa di questa conoscenza che è totalmente sbagliato?
Tre piccoli esempi. Uno che abbia visto solamente i film de Il Signore degli Anelli potrebbe pensare che Gimli sia un buffone un po' scemo e poi, con Lo Hobbit, che i Nani siano fichissimi, mentre gli Elfi siano quelli snob con la puzza sotto il naso. Nei libri, sia Lo Hobbit che Il Signore degli Anelli, le caratteristiche principali di Elrond sono la saggezza e l'ospitalità nei confronti di tutti quelli che visitano la sua casa. Nel film, invece, sembra che stia sempre sul punto di cacciare tutti perché... non si comportano bene.

C'è qualcosa di Tolkien che ti piacerebbe fosse più noto a tutti?
Mi piacerebbe che le opere di Tolkien fossero più lette e più considerate anche da parte della cultura "alta", che invece le guarda con commiserazione e sufficienza, quando non con disprezzo.

Cosa vorresti fosse trasposto nei prossimi due film della trilogia e cosa ti aspetti dal lavoro futuro di Peter Jackson?
Mi piacerebbe assistere a una bella rappresentazione degli Elfi di Bosco Alto, ma già so che resterò deluso a giudicare da come il loro Re Thranduil è rappresentato nel prologo del primo film. E naturalmente attendo con ansia di vedere Smaug il Terribile, Suprema Calamità!

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