Intervista Kick-Ass 2: Chloe Grace Moretz

Hit-Girl, incontrata a Londra, risponde alle nostre domande sulla sua promettente carriera a Hollywood

Intervista Kick-Ass 2: Chloe Grace Moretz
Articolo a cura di

La fuga: l’istinto di sopravvivenza è la prima e unica reazione di qualunque liceale ad un possibile incontro con Chloë Grace Moretz nei corridoi della scuola. A pensarci lucidamente sembra impossibile che una quindicenne minuta come lei possa instillare panico e terrore, ma con lei è sempre stato così perché dentro di sé c’è una Hit Girl che scalpita per farsi strada. Prima ancora della sua stessa confessione, durante l’incontro a Londra per la premiere di Kick-Ass 2 (in Italia esce il 15 agosto su distribuzione Universal), è l’atteggiamento a parlare. La camicetta blu di seta comunica ricercatezza, classe e femminilità ma quando entra nella stanza dell’hotel gesticolando come una vera dura nessuna la nota perché tutta l’attenzione è focalizzata su quel broncio da bad girl che la caratterizza. Due anime, quella glam e quella rock, sgomitano per prevalere e lei, a dispetto dei suoi 15 anni, le alterna con navigata maestria. Non stupiamoci che abbia tenuto a bada un set tutto maschile come quello del sequel diretto da Jeff Wadlow. D’altronde, racconta subito, ha avuto una palestra casalinga che l'ha allenata per bene ad affrontare le sfide della vita. Non ha bisogno della maschera da Hit Girl, la vigilante collega di Kick-Ass: basta la sua espressione a dire “Stammi alla larga, se ci tieni alla pelle”. E non serve altro per promuovere il suo alter ego in versione supereroe.

Quant’è dura tornare in un personaggio che si è interpretato da bambina?
Per me non lo è affatto: è facile e divertente indossare la maschera di Hit Girl. Io sono lei e infatti quando voglio una cosa non ci penso due volte ad andare a prenderla. Per un’attrice è una sfida cimentarsi in ruoli opposti al proprio carattere e infatti a me piace sperimentare i miei limiti, ma Mindy è speciale.

Come sei tornata ad essere lei?
Quando l’ho conosciuta avevo 11 anni e rivedendomi nel primo film penso: “Cavoli, quanto sono cambiata!”. Lo penso anche di progetti che magari ho girato pochi mesi fa, ma in questo caso mi sono focalizzata sul tentativo di capire chi fosse Mindy oggi e come fosse cresciuta.

Le ragazze del liceo di Mindy amano Twilight, Channing Tatum e gli Union J. Tu non rientri nella categoria dell’adolescente media?
Per carità, che gusti kitch! (Fa una smorfia, ndr.) Certo, mi piace il lavoro di Channing Tatum e ho visto di recente anche Dear John, ma l’unica situazione in cui mi comporto da ragazzina riguarda le scelte cinematografiche. Anzi, a dirla tutta, sembrano quelle di una bambina, visto che adoro i cartoni animati...

Mindy ha un barattolo delle parolacce in casa, che riempie di monete ogni qualvolta usa un linguaggio colorito. Che ne pensi?
Non prendetela sul personale se dice le parolacce: lei è Hit Girl, una ragazza un po’ estrema, che non chiede perdono e che fa errori come tutti noi. Quello che però imparo da lei è un altro aspetto del suo carattere, ossia il coraggio di lottare per quello in cui crede, la forza d’animo nel perseguire i suoi obiettivi.

Come tutti gli adolescenti, anche lei è alle prese con lo spauracchio del “primo bacio”. Il tuo lo ricordi?
Il mio è segreto! (Arrossisce leggermente, ndr.) Non si parla in giro di queste cose, ma posso raccontare com’è stato il mio primo bacio sul set: è successo per Blood Story (Let me in) ed è stato terribilmente imbarazzante, soprattutto perché le nostre mamme erano lì a guardare, oltre a centinaia di persone della troupe. Ogni volta che ci ripenso mi sento a disagio. E col tempo i baci da copione comunque non sono affatto diventati più semplici da girare.

Si vocifera che nel prossimo capitolo di Kick-Ass al cinema uno dei protagonisti potrebbe morire. E se fosse Hit Girl?
In caso mi piacerebbe che fosse una fine degna di un supereroe, in stile Batman, per capirci, dove resta sempre il dubbio che sia realmente morta oppure no.

Ti è dispiaciuta la polemica sulla violenza innescata da Jim Carrey attorno a Kick-Ass 2?
Lo conosco poco: sul set l’ho visto due volte e in entrambe le occasioni indossava trucco e protesi di scena, quindi era per metà se stesso e per metà il Colonnello Stripes and Stars. Ho pensato subito che fosse un’artista brillante, ma per quanto riguarda invece le opinioni sulla promozione, non posso che rispettarle perché ha il diritto di fare ciò che vuole e di non partecipare al lancio di un progetto, se lo ritiene opportuno.

A te è mai successo qualcosa del genere?
Onestamente no, so che un film resta in eterno e prima di accettare una parte leggo attentamente la sceneggiatura per capire se voglio davvero farne parte o no. Dopo sei mesi su un set, quel personaggio ti si attaccherà addosso e diventerà te, devi sentirti connesso, non può riguardare solo le battute che dici tra “Azione” e “Stop”. Detto questo, un attore sa che il controllo sul risultato ce l’hanno principalmente i produttori e il regista, anche se ognuno deve fare la sua parte e contribuisce.

Credi che Kick-Ass 2 istighi comportamenti estremi?
Per come la vedo io, si parla di adolescenti. Tutti i ragazzi vogliono provare a se stessi di poter fare la differenza, di dimostrare quello in cui credono e di farsi avanti per difendere le proprie convinzioni. Che tu sia un attore famoso o uno sconosciuto dell’Ohio questo desiderio non cambia: ti batti per far sentire la tua voce.

Cos’ha comportato, da un punto di vista di allenamento fisico, il ritorno di Hit Girl?
Kick-Ass 2 ha richiesto un maggiore sforzo fisico, mi sono allenata da adulta, soprattutto con il cardio fitness. Per ripetere le sequenze di lotta, peraltro in una tutina attillata di latex, devi essere in forma o non reggi dieci ore di seguito con questo ritmo.

Mindy sperimenta il bullismo a scuola. Hai provato qualcosa del genere?
Tutti lo abbiamo provato almeno una volta nella vita: c’è sempre chi ti perseguita, ma non devi dargli il potere di buttarti giù ma reagire e sfidarlo.

Tu come hai imparato a farlo?
Semplice, ho 4 fratelli più grandi e tutti loro si comportano come se fossero i miei genitori. Sono talmente iperprotettivi che dico sempre che ho altri quattro papà, ognuno con caratteristiche ben sviluppate in un campo preciso, un po’ come le Spice Girls. C’è quello della musica, quello dello sport, quello degli affari.

Si dice che Aaron Taylor-Johnson sia in lizza per il ruolo di Quicksilver in Avengers 2. A te piacerebbe interpretare un’eroina in un cinecomic del genere?
Wow, non sapevo che Aaron fosse così vicino al ruolo: se così fosse, complimenti! Questo genere di supereroi è famoso e cool ma la resa sullo schermo dipende dalla sceneggiatura, a prescindere che il fumetto sia buono o no.

Com’è stata l’esperienza di Carrie, che vedremo al cinema in Italia il 28 novembre? Terrificante?
Girare questo genere di film non mi fa paura. (Ride) L’aspetto che mi è piaciuto di più è proprio il fatto che sia un adattamento di una storia di Stephen King, anzi di quella che potremmo definire la sua bibbia. Non lo considero un remake (di Carrie - Lo sguardo di Satana di Brian De Palma, ndr.) né mi sono ispirata alla versione precedente, non voglio copiare nessuno ma fare qualcosa di nuovo.

Com’è stato, invece, essere diretta da Martin Scorsese in Hugo Cabret?
Martin è stato come un papà: era molto protettivo nei miei confronti, ma io ero veramente una bambina e mi sono comportata da stupida, se ci ripenso adesso, perché non ho capito bene che fortuna avessi avuto a lavorare con lui e con questo cast stellare. Vorrei aver sfruttato meglio la situazione, invece ricordo solo momenti privati, divertenti e teneri, come quando abbiamo cantato insieme al karaoke.

E cosa avete cantato?
Beh, lui più che cantare si limitava a pronunciare le parole del testo di New York, New York.

Mi sembra appropriata, visto che è stata scritta per il suo film...
Davvero? E quale film? Caspita, qui si fa la storia del cinema... (E va via, come succede solo al cinema, canticchiando la canzone, ndr.)

Che voto dai a: Kick-Ass 2

Media Voto Utenti
Voti: 25
6.9
nd