Intervista John Carter: intervista alla Burroughs Inc.

Esclusiva intervista a James J Sullos e Cathy L Wilbanks della Edgar Rice Burroughs, Inc.

Intervista John Carter: intervista alla Burroughs Inc.
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John Carter, il fantascientifico kolossal tratto dall'avvincente saga letteraria che ha ispirato l'immaginario fantasy e fantascientifico di tutto il 20° secolo, è ora disponibile in Blu-Ray e DVD grazie alla Disney.
Abbiamo deciso di intervallare la recensione del film con una esclusiva intervista a James J Sullos e Cathy L Wilbanks, rispettivamente Presidente della Edgar Rice Burroughs, Inc. (la società che detiene i diritti sule opere del grande scrittore e cura l'immagine delle stesse) e Capo Archivista della Fondazione, che ci hanno svelato diversi interessanti retroscena sulla realizzazione del film e sulla vita e l'opera del geniale autore di John Carter e Tarzan.

Cosa crede che avrebbe pensato Burroughs di quest'adattamento?
Jim Sullos: Burroughs sarebbe stato contento di come il film riporti gran parte di quello che fu il primo romanzo della serie, “A princess of Mars”. E si sarebbe meravigliato del fatto che la tecnologia odierna sia in grado di rendere giustizia alla sua fervida immaginazione, cosa che non era possibile prima dello sviluppo della grafica computerizzata.

Cosa preferisce del suo lavoro come archivista?
Cathy Wilbanks: Adoro lavorare negli archivi perché ogni giorno c'è la possibilità di scovare qualche tesoro. Questi archivi sono pieni di incredibili oggetti del passato e io ho il piacere di scoprirli tutti.

Le sfide legate ad un'eredità

Quale parte del film secondo lei ricalca meglio il lavoro di Edgar Rice Burroughs?
CW: Personalmente, penso la cosa più riuscita in tal senso siano i Tharks.

Se potesse scegliere un altro libro di Burroughs da cui trarre un film, quale sceglierebbe?
JS: Per prima cosa, spero che i sequel già programmati vengano effettivamente prodotti perché mostrerebbero la strada che John Carter intraprende per diventare un “Signore della Guerra di Marte”.

"Nonostante sia solo uno dei generi da lui affrontati, ERB è conosciuto come 'Il padrino della fantascienza' e 'Il signore delle avventure'."

In più, tra le varie saghe scritte dal signor Burroughs una è particolarmente intrigante, la serie di Venere, che racconta di Carson Napier, che voleva andare su Marte ma, calibrando male la sua astronave, finisce su Venere e ritrova un mondo sconosciuto.

Ci sono voluti cento anni per realizzare questo kolossal. Qual è stata la sfida più grande?
CW: La sfida più grande in realtà è stata trovare un attore che potesse interpretare la parte di Edgar Rice Burroughs stesso. Alla fine siamo riusciti a chiedere a suo nipote, John, se volesse farlo. Quando ho visto il film per la prima volta, ero impressionata di vedere John interagire nella pellicola perché assomiglia così tanto ad ERB. Era come se fosse di nuovo con noi.

Che idea aveva Burroughs riguardo alla realizzazione di film tratti dai suoi libri?
CW: ERB traslocò da Chicago alla San Fernando Valley nel 1919 così che potesse essere più vicino ad Hollywood. L'idea gli piacque. Però capì presto che non poteva avere controllo assoluto su come i suoi personaggi venivano riportati su schermo. La cosa lo dispiacque, soprattutto per quanto riguarda Tarzan. Per lui era un personaggio intelligente, non uno che articolava a malapena frasi come “Io Tarzan, tu Jane”
JS: Il signor Burroughs generalmente era un po' frustrato dall'interpretazione hollywoodiana delle sue creature letterarie. Realizzarono tantissimi film di Tarzan, ma raramente la storia seguiva quelle dei 24 libri sul personaggio. Ad un certo punto si rifiutò di vedere nuovi Tarzan fatti così e ne produsse uno lui stesso, Tarzan's New Adventures, nel 1935. Questo fu il primo, dopo una dozzina di film, in cui Tarzan originariamente era un Lord inglese.

Un immaginario infinito

Come pensa che questo film di John Carter abbia interpretato A Princess of Mars?
JS: Io penso che Andrew Stanton sia un favoloso regista. Ha letto tutti gli undici libri da ragazzo, e ha dato a Dejah Torris una doppia dimensione di scienziata e combattente esperta, espandendone il ruolo in modo positivo.

Cosa crede che renda il libro “A Princess of Mars” così unico?
JS: Quando il libro è stato scritto, nel 1911-1912,

"La sfida più grande in realtà è stata trovare un attore che potesse interpretare la parte di Edgar Rice Burroughs stesso."

le conoscenze scientifiche del pianeta Marte erano limitate e gli scienziati dovevano limitarsi a immaginare la morfologia del pianeta. Il signor Burroughs è riuscito a descrivere così vividamente un immaginario marziano tanto da fissarlo nella memoria collettiva per decenni.

Cosa pensa dell'intero lascito letterario fantascientifico di Burroughs?
CW: ERB era un visionario. Dopo aver provato a lavorare in vari campi, si è infine dedicato alla scrittura all'età di 35 anni. Cominciò con A Princess of Mars, per il quale ricevette 400$ nel 1912. ERB disse che ricevere quei soldi era stato il compenso più soddisfacente che avesse mai ricevuto. Da allora, la sua carriera spiccò il volo. Credo che scrivere consentì a ERB di usare la sua immaginazione per creare mondi immaginari fuori dalla sua vita.
Usava qualche ispirazione dai fatti di cronaca, ma per il resto faceva letteralmente volare la sua fantasia. Fu molto prolifico: alla fine della sua carriera aveva scritto più di 70 romanzi e 40 racconti. E nonostante sia solo uno dei generi da lui affrontati, è conosciuto come “Il padrino della fantascienza” e “Il signore delle avventure”. È stato additato e riconosciuto come l'ispiratore di cose come Star Wars e Avatar, dunque credo proprio che la sua eredità sia monumentale.

È dal 1931 che si cerca di fare un film su John Carter. Pensa che questo film sarebbe stato realizzato lo stesso se i precedenti tentativi fossero andati in porto?
JS: Tutti i tentativi precedenti hanno sofferto del fatto che la tecnologia del tempo non permetteva di realizzare davvero un film sul personaggio. Questa cosa del rendersi conto di non poter realizzare un film a causa della pochezza degli effetti speciali dell'epoca è stata a lungo nota proprio come “La maledizione di John Carter”.

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