Intervista I, Frankenstein: Kevin Grevioux

L'autore della sceneggiatura e della graphic novel originale ci racconta il 'suo' mostro di Frankenstein

Intervista I, Frankenstein: Kevin Grevioux
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L'avete visto in Planet of the Apes, I Flinstones, Charliès Angels e Streghe, ma soprattutto in Underworld - saga della quale è stato il creatore. Oggi questo amante dell'horror più classico ci riprova e ci racconta il suo 'nuovò Frankenstein, anche questa volta a partire da una graphic novel e da una idea tutta sua...

Da domani una nuova creatura si aggirerà nelle sale statunitensi, il non morto e mai nato Frankenstein, in solo l'ultima delle sue innumerevoli manifestazioni. Sullo schermo avrà le - fin troppo piacevoli - fattezze di Aaron Echkart e dovrà scontrarsi con demoni e gargoyles, ma in origine avremmo dovuto vederlo alle prese con il Conte Dracula, come ci racconta l'autore della sceneggiatura e della graphic novel dal quale è tratto il film...

Ci siamo lasciati con Underworld, ci ritroviamo con un altro scontro tra creature soprannaturali. Quali?
Quello che ho voluto fare con Underworld era di ricreare un universo, prendere dei mostri classici, le creature dei film dell'orrore, e trasformarle in personaggi action di un film d'azione. Visto che l'operazione ha avuto successo, ho pensato di fare la stessa cosa con una nuova creatura e ho scelto Frankenstein.

Anche stavolta una tua creazione, sin dalla sceneggiatura?
Si, ho scritto io la sceneggiatura, da solo. E l'ho venduta. Credo fosse il 2007 quando mi sono rivolto alla LakeShore per presentare l'idea che avevo avuto, ma all'epoca non sembravano aver capito il progetto. Cosi quel che ho fatto è stato di scrivere la sceneggiatura per renderlo più comprensibile, e solo successivamente preparare una graphic novel, almeno di qualche pagina, per illustrare ciò che avevo in mente. A quel punto non ci sono state difficoltà a capire il mondo che avevo creato, anche visivamente.
Quando hanno comprato la sceneggiatura ero davvero eccitato, anche perchè sembrava dovesse dirigerlo Patrick Tatopoulos, che aveva curato il design dei personaggi e gli effetti e i trucchi delle creature di Underworld.

Un Frankenstein diverso dal solito...
Questa storia ha luogo ben dopo il Frankenstein di Mary Shelley. Inizia dove finisce il suo libro, lì è dove il nostro racconto è ambientato, ma è una storia moderna. Alla base abbiamo una guerra tra due razze, demoni e gargoyles, per il segreto della nascita di Frankenstein; la storia poi si è sviluppata nei 18 mesi successivi, soprattutto dopo aver risolto alcune questioni creative su cui abbiamo lavorato.

Ci sono state discrepanze? Di che tipo?
Quando Stuart Bettie è entrato nel progetto ha voluto togliere molti dei mostri cui avevo pensato, ha messo i demoni invece dei vampiri che originariamente avevo immaginato - concentrandosi molto su questi - ma in definitiva è la stessa storia che avevo ideato e che prevedeva Frankenstein contro Dracula, che voleva il segreto dell'immortalità di Frankenstein per costruire una armata di creature immortali con le quali conquistare il mondo. C'erano anche altre creature in questo mondo, perché avevo voluto creare un contesto nel quale esistessero tutti questi mostri. Ma mi han detto che ce n'erano troppi perché il pubblico potesse comprenderlo, e cosi Stuart ha deciso di eliminarne la maggior parte e lasciando solo le due dette. Così quando Dracula è diventato Naberius abbiamo creato un diverso background per la storia nel quale sono queste creature a combattere tra loro per l'anima e per il segreto della creatura protagonista, per poter creare altri mostri come lui e assoggettare l'umanità.

E tutti questi mostri eliminati... hai pensato se e come riutilizzarli?
Mi piacerebbe. Non so se riuscirò a inserirli in un prossimo progetto, ma vorrei.

Vedremo Eckhart, presenza imperiosa, sin dal trailer... Perchè lui?
Aveva la 'gravitas' emotiva per rendere davvero al meglio il personaggio e la sua storia. È un attore prodigioso. Ha davvero capito quel che cercavamo di fare. Ha messo molto di suo nel progetto. è atletico e molto versatile, ha dato grande carattere al nostro Frankenstein.

Hai potuto scegliere anche gli altri interpreti?
Non tutti, in molti casi ho dato suggerimenti. Una di quelli che abbiamo voluto - e che sono venuti - è stata Yvonne Strahovski, che ha fatto un lavoro meraviglioso nei panni di Terra, la scienziata che studia come rianimare i morti. E ovviamente Bill Nighy, che interpreta Naberius, uno degli angeli caduti, il cattivo del film, ma lui è grande in tutto quello che fa. Come avevo avuto modo di scoprire già in Underworld.

Un attore al cui fianco ti vedremo spesso...
Si, nel film ci sono anche io, nei panni di Dekar, il braccio destro di Naberius. È lui che fa i lavori sporchi...

Avendo vissuto tutte le fasi della lavorazione, quali sono state le scene più impegnative?
Sono sempre le scene di combattimento, perché vuoi autenticità. Abbiamo avuto istruttori, maestri, che hanno insegnato ad Aaron a usare le armi per sei mesi fino a raggiungere un alto livello di competenza nel maneggiarle.
Ma si sa, quando giri una scena d'azione, devi usare un maggior numero di macchine da presa per fare in modo che vada tutto per il verso giusto. E io credo che abbiamo fatto un buon lavoro.

Armi che sembrano diverse da quelle viste sulla carta, una tua creazione anche quelle?
Si, ma le mie armi era molto piu moderne di quelle che si vedono nel film. Adam, Frankenstein, usa comunque dei bastoni come nella mia versione, ma quelli erano più come dei nunchaku di Bruce Lee che spuntano fuori dal suo avambraccio quando stringe il pugno a richiamarli per combattere. Nella versione cinematografica invece abbiamo optato per delle armi più antiche, fornite ad Adam dai Gargoyles. Avevo delle armi, delle spade e simili, ma erano più moderne e Stuart ha voluto renderle più antiche, che fossero armi dei Gargoyles, quindi benedette. Visto che i demoni hanno le stesse debolezze dei vampiri, pur non essendo vampiri, con delle armi benedette ogni volta che uno di loro viene colpito si dissolve.

Tornando al protagonista, sembra proprio che tu ami particolarmente Frankenstein: qual è la sua versione che preferisci?
Direi quella della 'House of Frankenstein' (in italiano 'Al di là del mistero' con Boris Karloff, Lon Chaney Jr. e John Carradine) del 1944; e la ragione di questo è che era la prima volta che usavano più mostri insieme: Frankenstein, l'Uomo Lupo e Dracula. Quello è stato anche il punto di partenza per il mio Underworld. Se vuoi vedere combattere tra loro questi mostri classici devi dare loro un contesto e un universo, per modo di dire, credibile dove loro possano esistere. Dopo di questo forse il 'Frankenstein: The True Story' del 1973, che credo fosse interessante, come anche la versione di Branagh e De Niro del 1994, o gli Hammer e quello di Peter Cushing. Si può dire davvero che sia un aficionado di Frankenstein, ma di quello più classico.

Non sono pochi... come non sono pochi gli anni che si parla di questa Creatura. Qual è il suo segreto, come ha fatto a durare tanto nel tempo?
Credo che sia dovuto al fatto che questa sia una creatura che non ha chiesto di essere qui, che è stata creata dalla follia dell'uomo, dalla sua volontà di andare contro Dio e contro l'ordine naturale delle cose. È una creatura mostruosa, ma a suo modo innocente. Per questo piangiamo la sua morte e abbiamo compassione per lui. Un abominio, creato da un uomo che non gli ha insegnato la morale, come Dio fece con Adamo. Anche qui sta il tragico della storia, quello che risuona nella sensibilità della gente.

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