Intervista Guardiani della Galassia: James Gunn

Il regista del nuovo cinecomic Marvel ci racconta di procioni col mitra, alberi parlanti e... Star Wars

Intervista Guardiani della Galassia: James Gunn
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Americano, classe 1970, James Gunn ha consacrato la sua vita al cinema di genere, esordendo nel 1996 al fianco del leggendario Lloyd Kaufman in Tromeo e Giulietta come sceneggiatore e aiuto-regista. Dal guru della Troma ha imparato i trucchi del mestiere e si è “messo in proprio” dopo un decennio di collaborazioni con la celebre casa di produzione di B-Movie, per realizzare piccoli cult come Slither e Super, e approdare infine ai Marvel Studios dirigendo l'attesissimo Guardiani della Galassia (del quale, vi ricordiamo, potete leggere la recensione in anteprima a questo link). Abbiamo incontrato James a Londra, durante il presstour relativo alla première europea del film: ecco cosa ci ha raccontato a proposito di procioni, alberi parlanti e Star Wars!

Ciao James! Ma... hei, non hai un procione con te ora!
Mi dispiace, ma ora è andato a riposare... ieri sera abbiamo fatto le ore piccole io e Oreo (il vero procione che ha prestato le sembianze a Rocket per la modellazione del personaggio nel film, NdR). È così tenero e giocherellone! Un po' manesco ma se mi ha graffiato l'ha fatto con affetto (ride) e ora è nella sua stanza d'albergo!

Lucasiano

Questo è, in pratica, il primo film dei Marvel Studios diretto non solo ai ragazzi e al pubblico generalista ma anche ai fan più grandicelli, 30-40enni, che sono cresciuti con alcuni classici del cinema d'avventura degli anni '80. Come si è arrivati a questo risultato? Hai spinto tu in questa direzione o i produttori volevano qualcosa del genere e hanno chiesto a te, sapendo che ne eri in grado?
Chiaramente un film come questo è uno sforzo collettivo. Però il tono e i riferimenti sono una mia idea, che è stata appoggiata dai produttori. Detto questo, onestamente, è palese che ci siamo fatti prendere dalla febbre del revival e ci siamo rifatti ai film che ci fecero sognare tanti anni fa: I predatori dell'Arca Perduta, la saga di Star Wars, Ritorno al Futuro... Guardiani della Galassia non doveva necessariamente essere un film come quelli, ma volevo che facesse sentire la gente nello stesso modo in cui quei film facevano sentire me quando li guardavo da ragazzo. E quindi ho fatto di tutto per raggiungere questo obiettivo. E sono stato molto specifico nel prendere elementi di sci-fi dai film degli anni '50 e '60 perché non volevo perdere l'elemento misterioso e avventuroso prendendo troppi spunti dalla fantascienza degli anni '80, che si stava rapidamente incupendo per merito di capolavori come Alien e Blade Runner, bellissimi e unici (Alien in special modo) che però appartengono ad un altro stile di pellicola. Non volevo “uccidere” il colore della space fantasy reiterando come successe di lì a poco e quindi sono tornato indietro fino a Il pianeta proibito del '56.

Insomma, perfettamente nel solco della Space Opera.
È una space opera, assolutamente. E la cosa interessante da notare è che anche se prendevano alcuni spunti d'avventura dai film del trentennio precedente opere come Star Wars erano una ventata d'aria fresca, erano nuovi nel contesto, quindi comunque è bello vedere come certi elementi sono iconici e riemergono ciclicamente, pur non sembrando copie carbone ma apportando novità.

Uno dei più grandi risultati del film è il bilanciamento tra azione, ironia e momenti più introspettivi. Come hai lavorato su questo?
Il bilanciamento è un aspetto molto più importante di quanto si possa pensare superficialmente. Soprattutto se hai un procione e un albero parlante nel film e devi rendere plausibile il tutto. Credo che nel mio caso il mio approccio sia principalmente quello di mettere i personaggi davanti a tutto. Scrivere in maniera umoristica mi viene naturale, anche se non mi sforzo mai nell'esserlo: magari mi viene da ridere spontaneamente mentre scrivo o dirigo, ma far ridere non deve mai essere forzato. E spesso l'umorismo nasce dal contrasto tra un personaggio e una situazione, e nello spazio può essere anche più facile riuscirci. E penso che l'azione guadagni un valore aggiunto quando i personaggi vengono prima perché se incominci ad affezionarti ad un personaggio poi partecipi di più all'azione, perché non vuoi che il tuo eroe muoia in un'esplosione o in un inseguimento.

Libertà di pensiero

Quanto sono stati coinvolti Kevin Feige e Joss Whedon?
Joss non è stato coinvolto più di tanto. Ha letto il copione, ne abbiamo parlato, è stato molto incoraggiante ma non ha messo bocca sulla realizzazione effettiva. Kevin invece è stato di grande aiuto, una vera guida con il quale ho parlato per giorni interi di alcuni aspetti, del montaggio etc. ed è stato il più fantastico dei collaboratori, probabilmente di tutta la mia carriera. Sai, su molte cose la pensavamo molto, molto diversamente eppure anche in maniera molto, molto similare. Calcola che lui ha potere di veto su tutto, potrebbe cambiare tutto nel film a gusto suo e io non potrei oppormi, ma non ha certo bisogno di fare così, anzi è molto aperto al confronto e mi ha permesso di fare cose che credevo impensabili. Lui apprezza il lavoro altrui e lo sa valorizzare, non impone mai nulla. Anzi, anzi. Cioè, io ho proposto l'idea del Walkman, che è un oggetto focale, che convoglia alcune delle emozioni più forti nel film, e a lui è piaciuta molto la cosa, anche se a prima vista era un'idea folle inserire un oggetto apparentemente così fuori contesto.

Anche se è visionabile separatamente dagli altri film Marvel Studios, Guardiani della Galassia fa comunque parte del Marvel Cinematic Universe, con i vari riferimenti, cameo di personaggi e così via. Come hai lavorato sul lavoro di incastro con gli altri film precedenti e successivi?
Ad esempio? Ti riferisci a qualcosa di specifico?

Be', mi riferisco a personaggi come Il Collezionista e Thanos, o anche alla scena post-credit...
Sapevo che avremmo avuto Thanos nel film e per questo mi sono sentito con Joss per capire cosa voleva farne più avanti e la cosa mi piaceva, poter contribuire a creare la mitologia cinematografica su questo personaggio che diventa sempre più importante.

Insomma: non ti è stato imposto nulla...
No. Fin dall'inizio. Diciamo che non c'era nulla di “scritto sulla pietra”, immodificabile. L'unica cosa che era certa è che i Guardiani sarebbero stati cinque. Ma se avessi avanzato la proposta di sostituire uno del party con un altro personaggio che pensavo sarebbe stato meglio ne avremmo parlato. Però sono contento della formazione attuale. Mi piacerebbe inserire, in futuro, un altro personaggio femminile, magari. Però è stata una cosa assolutamente collaborativa, e anzi ho partecipato al processo della creazione del sub-plot generico delle Gemme dell'Infinito, che non è cosa da poco perché non sono loro che si sono inseriti nel mio film ma io che ho connesso il mio a quelli di Thor ed Avengers, ed è stato un sacco divertente.

Il casting

Il casting di Vin Diesel è stato abbastanza inusuale, dato che si è praticamente proposto. Com'è andata?
Be', diciamo che all'inizio Vin ci ha convinto con le sue idee. E poi è certamente un personaggio molto popolare, bravo ma garantisce anche un ritorno di immagine. Quando abbiamo cominciato a lavorare insieme gli ho dato il suo copione che era speciale perché ogni volta che parla naturalmente dice “Io sono Groot” ma a fianco aveva la 'traduzione' di quel che voleva effettivamente dire in quel momento... E mi ha stupito la dedizione di Vin nel cercare di rendere perfettamente il significato di ogni frase. Io di mio stresso molto i miei attori spingendoli a estenuanti ripetizioni della stessa scena per avere il massimo, e lui avrà detto “I am Groot” almeno 500 volte per ogni singola battuta del film. Ma la cosa più bella è che sapevamo che il personaggio sarebbe stato adorabile già dai test, dalla modellazione in CGI etc., ma è stato solo quando Vin ha messo la sua voce che abbiamo realizzato quanto “spaccasse”. Quando lo vedevamo parlare con le voci di prova (che facevamo in gran parte io e mio fratello) non era la stessa cosa. Solo con la sua voce prendeva davvero vita e diventava come 'reale'.

In conferenza stampa ci hai detto che il provino che ti è piaciuto di più è stato quello di Karen...
Guarda, ogni attore mi ha lasciato qualcosa. Abbiamo detto di Groot e Vin Diesel, ma per dire anche Chris è stato fantastico e si è calato perfettamente nella parte, ha contribuito al personaggio proprio come Robert Downey Jr. ha fatto per Tony Stark. Ma scritturare Karen nel cast non è stato semplice, nonostante la sua disponibilità. Per Rooker, Dave e Karen all'inizio ho avuto qualche grattacapo. Karen non ha fatto il primo provino con me, l'ha fatto qui in Inghilterra, insieme a tanti altri. Quando ho visto sul pc tutti i potenziali aspiranti l'ho riconosciuta subito da Doctor Who, e mi ha colpito perché all'inizio sembra la ragazza della porta accanto, una che con Nebula ha poco a che vedere, ma il provino era convincente, quindi ho richiesto di vederla personalmente ed era ancora meglio di quanto sembrasse... per non parlare dello screen test! Non era spaventata da nulla.

Neanche dal doversi rasare a zero per la parte?
Oh no, anzi! Lo sapeva fin dall'inizio ed era prontissima! Per fortuna, anche perché altrimenti rasarle la testa in CGI ci sarebbe costato un paio di milioni di dollari! (ride)

Possiamo dire che il fantasy e la fantascienza sono i tuoi generi preferiti?
Sì, perché no. Proprio perché l'unico limite è la tua fantasia. Anche se personalmente, in casi come quello di Guardiani della Galassia, non è proprio questione di fantascienza... è una space opera, parliamo di epica spaziale, è un po' differente, perché è comunque un film pop.

Come pensate di intersecare il film con i fumetti? Si influenzeranno? Come pensi continuerà il franchise cinematografico?
Il fumetto, al di là dell'ambientazione e dell'essenza dei personaggi, è slegato dal film e viceversa. Per quanto riguarda il numero dei film, è tutto ancora da vedere. Gli attori firmano contratti multi-film, ma non sono specifici sui titoli e sono relativi anche ai cameo, ma per i registi non è così. Personalmente ho firmato per un film solo, per dire, gli eventuali successivi sono “a parte”. E mi fa piacere avere libertà di scelta, ma sono felice sempre e comunque di contribuire e continuare a farlo. Sono stato entusiasta di realizzare il lato “cosmico” dell'universo cinematografico Marvel in modo che possa essere ulteriormente espanso, e non solo in senso supereroistico. Da un lato sento che potrei continuare a lungo a lavorare su questo progetto, da un altro non so se sarebbe realistica come prospettiva, ma sono aperto a tutte le possibilità. E sono prontissimo, in caso, a buttarmi a capofitto nell'avventura di un secondo capitolo, anche e soprattutto perché ho instaurato un rapporto così bello con Chris, Dave, Zoe...

Continuando nel genere, che tipo di film di supereoi ti piacerebbe fare?
Non credo che farei mai un film su Superman, per dire. Non sono interessato agli eroi senza macchia. Preferisco i personaggi da film di Sergio Leone, con sfumature di grigio, st***** che però trovano qualcosa di buono dentro di loro e lo sfruttano per il bene degli altri. È un qualcosa che mi ispira... forse perché sono uno st***** anch'io! (ride) E magari un giorno troverò qualcosa di buono in me.

Quindi c'è del vero nel rumor riguardo ai Thunderbolts...
Sì, tempo fa parlai proprio a proposito di questo. E Thunderbolts mi sarebbe molto piaciuto farlo, lo dicevo prima ancora di cominciare a lavorare su Guardiani della Galassia, proprio per la questione dei cattivi che diventano buoni.

Com'è stato dirigere Stan Lee?
Stan Lee? Io stesso sono un suo grandissimo fan e averlo sul set è stato incredibile! Gli ho dato una scena con una bella ragazza e sono sicuro che avrà apprezzato, anche se ha dovuto dire alla moglie che l'ho costretto! (ride) È stata una gioia dirigerlo anche per pochi secondi. La scena l'abbiamo girata negli Stati Uniti, separatamente.

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