Intervista Giovane e bella: Marine Vacth

Abbiamo incontrato la protagonista del nuovo film di François Ozon, che ci ha raccontato come ha vissuto questa nuova avventura

Intervista Giovane e bella: Marine Vacth
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Nella cornice di una tra le più belle sale cinematografiche d'Italia, quella del cinema Odeon di Firenze dove si è inaugurata la quinta edizione di France Odeon, all'attrice francese Marine Vacth, protagonista del film Giovane e Bella di François Ozon, è stato consegnato il premio “L'essenza del talento” istituito dalla direzione del Festival insieme a Salvatore Ferragamo Parfums. Un premio che vuole premiare l'eccellenza in campo cinematografico dei più giovani esponenti del cinema francese, che siano questi attori, registi, produttori oppure tecnici. La decisione di quest'anno è caduta sulla protagonista del film di Ozon, una giovane attrice, qui al suo primo ruolo da protagonista che riesce a passare in modo eccezionale da un'acerba e ingenua sensualità ad una più distruttiva e matura.
Incontrandola per la prima volta si rimane colpiti proprio da questa acerba bellezza, così lontana dalla sensuale Lea del film. Una bellezza timida ed incerta nonostante l'attrice abbia alle spalle una carriera di sette anni come modella per le più importanti case di moda.

Cosa l'ha portata a decidere di prendere parte a questo film?
Ci sono state ragioni differenti. Da principio ho incontrato François [Ozon], abbiamo fatto degli screen test e poi ho letto il copione. Fin da subito ho provato una sorta di empatia verso il personaggio e mi è cresciuta dentro la voglia di accompagnarla nel suo percorso.

Sappiamo che Ozon ama molto lavorare con le sue attrici. Com'è stato lavorare con lui sul set?
È andato tutto benissimo. Sul set lavoravamo con gioia e ci siamo divertiti tutti. Ho provato una grande sensazione di parità con lui, mi ha lasciato libera di proporre dei cambiamenti che riguardavano il mio personaggio e lui ha accettato le mie proposte. Il lavoro è stato uno scambio continuo anche senza ricorrere alle parole. François lavora molto rapidamente e passa da una scena a quella successiva in un lampo. Con questa velocità di lavoro non potevamo elaborare intellettualmente il lavoro che facevamo. È stata una corsa continua ma è stato tutto molto rilassato.

Il film non da giustamente delle risposte su cosa abbia spinto Isabelle a prostituirsi. Lei come attrice si è data una sua spiegazione per entrare meglio nella parte oppure ne è rimasta distaccata?
Ho pensato ovviamente ad alcune motivazioni che potevano guidarla. Non penso che il personaggio stesso lo sappia e credo che sia ancora un mistero anche per François. Lui stesso non sa cosa motiva il suo personaggio ne quali siano le sue ragioni. Quello che lo interessa in questa avventura è questa sorta di passaggio, per quanto violento, che la prostituzione rappresenta. Per me Isabelle cerca di vivere un'esperienza che tocchi soltanto lei, qualcosa che non debba raccontare a nessuno e che sia solo sua.

Nel film riesce ad incarnare due tipologie di bellezza molto diverse, da una parte quella acerba e ingenua di Isabelle e dall'altra quella distruttiva e sensuale di Lea. Ha trovato difficoltà a passare in modo così disinvolto da un registro all'altro?
Ho fatto evolvere questo personaggio giorno dopo giorno. Ovviamente ho pensato prima a questo cambiamento che vive e all'attitudine del suo corpo nei vari momenti. Ho lavorato molto su di un cambiamento fisico nelle diverse scene del film ma il mio è stato un lavoro molto istintivo, sentivo sulla mia pelle quella trasformazione da Isabelle a Lea.

Nel film Isabelle ha un fratello più piccolo, Victor, con il quale ha una forte intesa. Quale è stato il suo rapporto con Fantin Ravat?
Io ho un fratello di 17 anni e lo stesso Fantin ha a sua volta un fratello, quindi la nostra relazione è stata molto naturale perché la conoscevamo bene entrambi. C'è stata una grande complicità.

Isabelle ha un rapporto molto forte con due donne: sua madre, interpretata da Géraldine Pailhas, e la moglie di George, Charlotte Rampling, attrice che ha lavorato molto con Ozon. Com'è stato il suo rapporto con queste due attrici?
È stato meraviglioso lavorare con Charlotte Rampling. È stato molto bello poterla incontrare e lavorare con lei anche se l'incontro è stato molto breve. Abbiamo lavorato insieme solo due giorni. Non ho avuto paura, non so bene come spiegarlo, appena l'ho incontrata mi sono sentita rassicurata e tranquillizzata. Al di là dell'ammirazione è stato semplicemente delizioso lavorare con lei. Un incontro molto semplice e bello.

Con Géraldine è stato altrettanto bello ma sicuramente più intenso. Lei ha una figlia dell'età di Isabelle e quindi è stata molto colpita da questo ruolo. Si sentiva toccata profondamente dal suo personaggio. François ha voluto che facessi alcuni screen test con lei prima del casting per vedere che questa relazione madre-figlia funzionasse anche a livello fisico.

Devo dire che è successo qualcosa con ogni attore e personaggio della storia. Ogni attore ha partecipato alla creazione del film con delle idee, inoltre eravamo presenti ognuno per gli altri e le relazioni si sono stabilite in modo molto veloce e sincero.

Dopo il grande successo che ha avuto con questo film ha ricevuto molte proposte di lavoro?
Certo, ho ricevuto qualche sceneggiatura ma non molte di più di quelle che avevo ricevuto in precedenza. Prima di fare Jeune et Jolie ho girato un cortometraggio, L'homme à la cervelle d'or, e sono ancora in contatto con la regista, Joan Chemla, che sta preparando il suo primo film. Sappiamo che lavoreremo insieme, ma non sappiamo ancora quando perché al momento Joan è nelle fasi iniziali di scrittura.

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