Intervista Escobar: Paradise Lost

Com'è stato ripercorrere la vita di Pablo Escobar? Ce lo racconta il cast del film

Intervista Escobar: Paradise Lost
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Guardando un film si possono capire molte cose e immaginari i vari motivi che hanno portato un regista a seguire una determinata traccia narrativa. In Escobar - Paradise Lost abbiamo visto come Andrea Di Stefano abbia deciso di usare il personaggio di Nick, interpretato da Josh Hutcherson, per dare una luce diversa alla storia del famigerato Pablo Escobar e la cosa ci ha incuriositi davvero molto. Come si è avvicinato a questo personaggio? Come ha affrontato la storia con gli attori? Come si è trovato a lavorare con un cast internazionale? Moltissime sono le domande che ci sono sorte e alle quali nessuno meglio di lui poteva dare risposta. Quello con il regista e gli attori principali Josh Hutcherson, Benicio Del Toro e Claudia Traisac è stato un incontro davvero molto interessante e caratterizzato dalla forza carismatica di Del Toro, capace di rubare la scena con una semplicità e una simpatia alla quale, dobbiamo ammettere, non eravamo pronti. Ecco cosa ci hanno raccontato in merito alla loro esperienza con Escobar - Paradise Lost.

Alla scoperta di Pablo Escobar

Josh Hutcherson, in questo periodo, deve la sua notorietà al personaggio di Peeta nella saga di Hunger Games, sicuramente molto diverso rispetto a quello che interpreta in Escobar - Paradise Lost. Eppure qualcuno ci vede qualche similitudine: "Sono due storie molto diverse, ma sono molte le storie in cui i personaggi lottano per proteggere il proprio amore. Nick e Peeta sono sicuramente diversi tra loro, ma combattono entrambi per il loro amore", esordisce Josh, che ammette subito di essere venuto a conoscenza della storia di Pablo Escobar solo dopo essere entrato a far parte del progetto. "Non ne sapevo molto, solo che era una sorta di Robin Hood per il suo Paese. Rubava ai ricchi per distribuire a tutti gli altri o almeno questo è quello che amava far credere. Quando ho iniziato a lavorare a questo film ho capito però qualcosa in più, sul come terrorizzava la gente e si comportava realmente. Faceva sì che le persone si fidassero di lui e poi le utilizzava per i suoi fini". Che poi è esattamente quello che è successo al suo personaggio, Nick.

Il regista Andrea Di Stefano è entrato in contatto con la figura di Escobar in modo molto curioso: "Il punto di partenza di questo film è una storia vera. Tramite una mia conoscenza, ho saputo di questa persona che conosceva Escobar, pensava di essere un suo amico e poi è stato tradito ed Escobar ha provato a ucciderlo. Lui è un malvivente atipico, che non segue le regole del crimine: mai fare fuori una persona che gli altri vedono come il tuo braccio destro, una persona a te cara. Ho cominciato a studiare il personaggio leggendo varie biografie, ma fin da subito sapevo che c'era una storia da raccontare. A tratti è un personaggio quasi mitologico e ho voluto affrontarlo proprio così: fare un film su un'anima pura che gli arriva vicino e inizia la sua discesa negli inferi. Per questo vediamo Pablo attraverso gli occhi di Nick. Abbiamo parlato molto di quella che poteva essere la verità di Escobar, nonostante il danno che ha arrecato a moltissime persone. Abbiamo cercato di capire il microcosmo che era il suo mondo, quello che ha fatto per la Colombia e quello che ha fatto per Nick". E per dare un volto a Escobar non potevano che scegliere Benicio Del Toro, abituato a fare ruoli da cattivo: "Accetterei subito un ruolo comico. Mi piace ridere! Ma anche in questo film ho provato a esplorare il lato comico di Escobar". Ma allora perché gli fanno fare sempre il cattivo ragazzo? "Perché sono un cattivo ragazzo! Sono i film che vengono da me, i registi mi vengono a cercare con questi ruoli, date la colpa ad Andrea Di Stefano!".
Il personaggio che più di tutti subisce un cambiamento durante la narrazione è forse quello di Maria, la nipote di Pablo e fidanzata di Nick, che si ritrova all'improvviso a interagire con una persona completamente diversa da quella che credeva di conoscere. "Capivo il suo conflitto", confessa Claudia Traisac, "perché vedevo tutte le cose terribili che ha fatto, ma dovevo anche vedere in lui un uomo fantastico. La parte più interessante del mio personaggio è il cambiamento di prospettive su Pablo Escobar. All'inizio è il mio idolo e lentamente capisco che devo seguire Nick e tradire tutto, se voglio trovare la felicità".
Quella di Escobar - Paradise Lost è una produzione che vede intersecarsi nazionalità diverse, sia in fase di produzione che di realizzazione. Per esempio, nel film si parla molto spagnolo: "Io sono americano e quindi parlo inglese e nient'altro! È stata una bella sfida, ma ci trovavamo su un set internazionale e intorno a me erano tutti anglofoni. Ho imparato qualcosa di spagnolo alla fine, anche se mi sono più che altro concentrato a imparare le mie battute, più che la lingua", ammette Josh. "La produzione del film inoltre è francese", aggiunge il regista. "Tutti i consigli che avevo ricevuto prima di fare il film, una volta arrivato sul set ho scoperto che non contavano nulla, almeno per me. Il mio percorso è stato piuttosto normale e forse devo ringraziare la mia testardaggine per essere arrivato a questo punto. Bisogna saper difendere le proprie idee e credere in se stessi".

Uno sguardo al futuro

Benicio Del Toro e Josh Hutcherson avevano già avuto modo di lavorare insieme, in 7 Days in Havana, in cui Del Toro dirigeva Josh. "Io in realtà non dirigo", scherza subito l'attore, "lascio fare agli attori quello che vogliono e poi al massimo taglio tutto in sala di montaggio!". E Josh effettivamente conferma questa versione. "Mi ha dato spesso consigli, ma mi ha lasciato tantissima libertà, anche perché quel personaggio mi somigliava molto. Direi che abbiamo lavorato bene in coppia". "Quando lavori con gli attori, la cosa più importante è cercare la verità. Josh ha questa capacità, difficile da spiegare... riesce a creare questo aspetto di verità sullo schermo", aggiunge subito Del Toro.
Li vedremo quindi lavorare di nuovo insieme sullo schermo? "Non lo so. Io sto leggendo tante sceneggiature e cercando storie interessanti, che magari potrei produrre. Non ho nessuna fretta e cerco di essere paziente... ovvero non mi è stato offerto nulla di interessante", confessa Josh. E quando anche gli altri dicono di non avere nulla sotto mani, Del Toro aggiunge: "Ecco svelata la verità sugli attori. Noi non sappiamo mai niente!". Ma come? Abbiamo visto l'attore in Guardiani della Galassia e sappiamo tutti che, quando si tratta dei Marvel Studios, non si firma mai un contratto per un solo film! "Guardiani della Galassia? Il contratto è una questione privata! Ma spero che mi chiamino per rifare lo stesso personaggio, ovvio! Quando interpreti un personaggio del genere, in realtà, non lo capisci davvero fino all'ultima giornata di riprese. Ecco, finalmente mi sembrava di esserci entrato pienamente. Teniamo le dita incrociate".
Va bene, ma se proprio nessuno (ma chi ci crede!) dovesse offrirgli un ruolo, vista la performance all'interno di Escobar - Paradise Lost, Del Toro può sempre pensare all'idea di incidere un album. "No no, questa è stata tutta un'idea di Andrea. Io posso cantare solo sotto la doccia e, a volte, nemmeno lì. Ho dovuto lavorare sodo e se dovessi lavorare sodo per ogni canzone che devo incidere, non arriverei mai alla fine dell'album. Ma forse dovremmo esplorare questa idea... non si sa mai! Ma è stata totalmente una sua idea. Quando mi ha fatto sentire la canzone di Modugno, ho pensato che fosse importante arrivare a quel momento, anche perché Pablo Escobar cantava molto. Mi piace la musica, davvero, ma non fatemi cantare!". E Andrea Di Stefano aggiunge: "Al montaggio ho sentito quella canzone almeno un migliaio di volte e l'ho amata ogni volta. Dovremmo fare un album: Pablo Escobar canta le canzoni italiane! Nel film, ogni volta che potevo, mettevo qualcosa di italiano".
"Ehi, io non sono Lucio Battisti!", conclude Del Toro in un perfetto e divertentissimo italiano.

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