È John Travolta Fever alla Festa del Cinema di Roma 2019

La Capitale impazzisce per John Travolta, protagonista di un incontro con stampa e pubblico alla Festa del Cinema di Roma 2019.

È John Travolta Fever alla Festa del Cinema di Roma 2019
Articolo a cura di

"Dai andiamo ragazzi questa macchina può diventare sistematica, idromatica, ultramatica, può diventare un fulmine alla brillantina!" Sistematica, idromatica, ultramatica è stata la giornata di martedì 22 ottobre 2019 all'Auditorium Parco della Musica, dove in occasione di uno dei tanti incontri programmati per il pubblico e la stampa (come quello con Ron Howard o con Bill Murray) ha fatto capolino un certo John Travolta, che - permetteteci il gioco di parole - con la sua cordialità, disponibilità e simpatia ha travolto tutti come un fulmine... alla brillantina!
L'attore de La Febbre del Sabato Sera e Grease ha percorso il tappeto rosso della Festa accompagnato dal calore e dall'entusiasmo dei presenti, prendendosi tutto il tempo necessario per firmare autografi e scattare foto con i fan, concedere interviste ai giornalisti, posare per i fotografi.

Nel frattempo, in sala Sinopoli, luogo designato per l'incontro moderato dal Direttore della Festa del Cinema, Antonio Monda, il pubblico e la stampa si stavano "scaldando" in vista dell'arrivo di John con una clip contenente scene dai suoi più grandi successi cinematografici.
Solo verso le 18.30 (con un'oretta di ritardo rispetto all'orario previsto, ma pienamente giustificato vistà l'intensa attività sul carpet) ecco entrare l'attore in sala, spinto dal fragore del pubblico: lui, Danny Zuko, Tony Manero, Vincent Vega... e potremmo continuare all'infinito, ma per economia di lettura, per ora, ci fermiamo qui.

I ruoli conquistati

Come da tradizione, gli incontri di Roma prevedono la visione di alcune clip provenienti dalle pellicole più iconiche della carriera degli ospiti, la chiacchierata con Travolta è aperta, ovviamente, da Grease - Brillantina (di cui, a breve, arriverà anche uno spin-off televisivo), che manda gli spettatori in visibilio: nonostante il buio della sala, si poteva vedere e sentire perfettamente il pubblico cantare e ballare a ritmo di Greased Lightning e recitare a memoria le battute del film.
Al termine del filmato, incalzato anche da Monda, Travolta rivela quanto gli manchi ballare, anche se di recente, dice, ha partecipato al video di Pitbull, 3 to Tango, in cui l'attore si diverte a ballare proprio il tango.
John racconta poi come è entrato a far parte del mondo dello spettacolo grazie alla sua famiglia, che amava il cinema e con cui guardava sempre La Strada di Fellini, Ieri, Oggi, Domani con Sophia Loren, oppure le performance di Jim Cagney, che per l'attore sono stati fonte d'ispirazione e motore propulsore per la sua carriera.

I filmati successivi, provenienti da Blow Out e Urban Cowboy, spingono la conversazione sulla collaborazione con Brian De Palma, che nel 1976 aveva voluto Travolta anche per il suo Carrie - Lo Sguardo di Satana (di cui qui trovate la nostra recensione più recente), poiché riponeva così tanta fiducia in lui da lasciargli libertà quasi assoluta sul set.

"Un giorno gli dissi 'Brian, per questa interpretazione posso darti tre scelte, quale pensi che sia la migliore linea da seguire?' e lui 'Non devo decidere io, sei tu l'attore, sai tu cosa devi fare. Io sono solo il regista. Tu sei quello può prendere la decisione migliore al riguardo'".
Poco dopo si finisce a conversare sulla sua interpretazione di Bill Clinton ne I Colori della Vittoria, su quanto abbia dovuto studiare (la struttura governativa americana, le norme, le leggi...) per prepararsi a quel ruolo, di come Clinton non se la sia affatto presa, da esperto politico qual è, per il ritratto poco lusinghiero che ne veniva fuori.

I ruoli perduti

Dopo aver mostrato una clip da Face/Off - Due facce di un assasino, Monda, colpito da una curiosa coincidenza che riguarda il passato dell'attore, la porta all'attenzione dello stesso: per ben quattro volte (I giorni del Cielo, American Gigolo, Ufficiale e Gentiluomo e Chicago) dei ruoli che, per un motivo o per un altro, Travolta non aveva potuto interpretare, sono andati poi a Richard Gere (anche lui, in passato, ospite della Festa del Cinema di Roma).
"Nel primo caso non sono stato io a rifiutarlo, per altri problemi contrattuali sono stato costretto a lasciar perdere. Nel secondo caso ho avuto una disputa con il regista, Paul Schrader. Nel terzo, il ruolo in questione era quello di un pilota di aerei, e invece di interpretarne uno, sono diventato un pilota nella vita reale". Per Chicago, invece, John ammette che fu tutta colpa sua. Il ruolo gli era stato offerto addirittura tre volte, e per tre volte lui lo aveva rifiutato a causa dello spettacolo teatrale, in cui le donne odiavano gli uomini. Lui, che era creciuto "in un'era in cui le donne amavano gli uomini", ha preferito evitare un ruolo simile. Eppure, se ne pentì, perché vedendo in seguito il film, capì che la pellicola era molto diversa da quello che si aspettava: si era innamorato dei personaggi femminili e comprendeva la loro infelicità. In ogni caso, aggiunge, avrebbe dovuto cercare di parlarne prima con la produzione, invece di rifiutare direttamente.

Quella volta in cui spezzò il cuore a Malick, Saturday Night Fever e Pulp Fiction

"Malick è sicuramente l'uomo più sensibile che abbia mai conosciuto" esordisce l'attore dopo la visione di una scena da La Sottile Linea Rossa. Terrence Malick, spiega John, lo voleva a tutti i costi come protagonista del film I Giorni del Cielo, ma come aveva anticipato anche prima, non potè accettare la parte perché non gli fu concesso dai suoi datori di lavoro al tempo, che non avevano intenzione di sciogliere il contratto con l'attore.

Malick ci rimase così male che, dopo aver girato il film, non lavorò per 17 anni. Quando tornarono a collaborare per La Sottile Linea Rossa, John, che non riusciva a credere che il regista potesse aver smesso di lavorare a causa di quell'episodio, chiese conferma proprio a Malick, che gli rispose "È vero. È stato proprio per quello. Non potevo credere che Hollywood mi potesse negare qualcosa che fosse così importante per realizzare la mia visione, e tu ne eri la chiave. Quando non l'ho potuto avere, mi si è spezzato il cuore, non volevo più avere a che fare con Hollywood".

John, che da piccolo - dopo aver appreso (grazie a La Strada) che si poteva effettivamente morire di crepacuore - si era ripromesso di fare di tutto per non spezzare mai il cuore a nessuno. Ma, inavvertitamente, nonostante non fosse stata davvero colpa sua, aveva spezzato il cuore a Terrence Malick... Per 17 anni!
Per il pubblico in sala le storie continuano e poco dopo arriva un'altra rivelazione. Travolta racconta infatti come all'età di 17 anni si presentò a un'audizione per il ruolo di Gesù in Jesus Christ Superstar. Purtroppo, all'epoca era troppo giovane per la parte, così il produttore, Robert Stigwood, si appuntò su un foglio: "Questo ragazzo è troppo giovane per questo progetto, ma tenetelo d'occhio, diventerà qualcuno". Stigwood conservò il foglietto e parecchi anni dopo lo mostrò a John, ma non prima di averlo scelto per La Febbre Del Sabato Sera e Grease.

Dai musical però, prima di terminare l'incontro, si deve necessariamente passare a un altro grande cult del (suo) cinema, a uno dei personaggi più conosciuti di Travolta: Pulp Fiction (di cui, a proposito, vi abbiamo parlato qualche tempo fa anche nella rubrica Everycult), Vincent Vega.
Sapevate che l'aspetto di Vega deriva principalmente da un'idea di John? E che l'ispirazione derivava dal look degli olandesi che lo stesso attore aveva incontrato durante un viaggio ad Amsterdam? Ma Tarantino non ne è stato subito convinto; vennero fatte delle prove, con tanto di orecchino, aggiunto poi in seguito, e dopo gli screen test il regista non potè fare altro che dare la sua approvazione.

Roma premia Travolta

Antonio Monda, che a suo stesso dire è "un po' allergico ai premi" (esclusi quelli alla carriera), ha deciso per questa volta di fare uno strappo alle regole premiando l'interpretazione di John Travolta in The Fanatic, il suo ultimo film, che sarà proiettato domenica 27 ottobre al My Cityplex Savoy di Roma, alle ore 18.00. Nella pellicola, l'attore interpreta un fan ossessionato dal suo attore preferito.

"Sono stato attratto da questo personaggio perchè capisco cosa voglia dire essere ossessionato da qualcosa o qualcuno. Anche io ci sono passato. Per interpretare questo personaggio ho dovuto puntare su tutte le sue stranezze, enfatizzando le sue idiosincrasie. Quello che mi ha colpito, in ogni caso, è stata la sua passione, anche se lui poi ha oltrepassato il limite (cosa che non si dovrebbe fare)". Poi conclude: "Datemi qualcuno un po' strano da interpretare e io ci sono!".
Al termine dell'incontro arriva dunque il premio a John, che ringrazia di cuore il pubblico in sala e i suoi fan, per poi spendere i successivi venti minuti a firmare autografi e fare foto con tutti coloro che si sono diretti sotto il palco della sala, tornando anche più volte indietro per accontentare tutti - dando prova, ancora una volta, della sua incredibile gentilezza.

Quanto attendi: Festa del Cinema di Roma 2019

Hype
Hype totali: 5
72%
nd