Intervista Bed time - Intervista ad Alberto Marini

Alberto Marini: l'uomo che non vi farà più dormire!

Intervista Bed time - Intervista ad Alberto Marini
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Chiamiamola fuga dei cervelli, desiderio di andare all'estero per trovare la possibilità di far valere le proprie capacità artistiche o come altro volete, sta di fatto che il torinese classe 1972 Alberto Marini sembra aver individuato in Spagna il posto giusto per porre la propria fantasia al servizio del cinema dell'orrore, o, comunque, di tensione.
Infatti, è sufficiente dare un veloce sguardo al suo curriculum per apprendere non solo che abbia avuto modo di lavorare in qualità di produttore esecutivo nei diversi capitoli della popolare saga zombesca [rec], ma anche che si sia occupato delle sceneggiature di titoli del calibro de I delitti della luna piena di Paco Plaza e Mientras duermes di Jaume Balagueró, distribuito nelle nostre sale cinematografiche, a partire dal 27 Luglio 2012, come Bed time.
E, mentre in Italia si continua a parlare di una rinascita del cinema horror che non sembra volerne sapere di concretizzarsi, è proprio in occasione dell'uscita del film, ottimo thriller ad alta tensione riguardante la solitudine e l'infelicità e particolarmente giocato sulla claustrofobia (ma c'è anche un'impressionante invasione casalinga di scarafaggi!), che abbiamo deciso di scambiare qualche parola con Marini.

Le mie storie per non dormire...

Cominciamo proprio con una domanda che ho fatto anche a Jaume Balagueró: vedendo il film, sembra evidente un certo sottotesto relativo allo scontro tra diverse classi sociali, in quanto il male pare essere scatenato dal fatto l'infelicità di César, operaio, sia dovuta all'agiatezza dei borghesi del condominio in cui lavora...

Alberto Marini:
In realtà no, quello che volevamo ricostruire tramite il condominio era un microcosmo, una società con tutti i suoi individui, ma quella che vediamo nel film non è una lotta tra ricchi e poveri. Anche perché, bene o male, tutte le persone che vivono lì sono dello stesso livello economico; César si accanisce su chi è più felice di lui.

Durante la visione, torna alla memoria un po' tutto il cinema thriller del passato, da Alfred Hitchcock a Roman Polanski, fino a Quando chiama uno sconosciuto di Fred Walton...

Alberto Marini:
Sicuramente, Alfred Hitchcock e Roman Polanski sono stati nostri punti di riferimento; diciamo più il secondo, con il suo L'inquilino del terzo piano, che il primo, in quanto ci siamo rifatti a thriller non recentissimi, ma neppure vecchissimi. Poi, aggiungerei L'occhio che uccide, ma il film di cui mi parli non lo conosco, dovrò recuperarlo.

Tu sei di origini italiane, come mai sei andato a lavorare in Spagna?

Alberto Marini: In realtà, mi sono trasferito in Spagna perché la mia ragazza, che ho conosciuto a Torino, è spagnola e frequentava l'Erasmus. Poi, qui in Spagna ho scoperto che la Filmax stava costituendo una factory per realizzare film dell'orrore destinati al mercato americano e sono andato a lavorare per loro, conoscendo, quindi, Jaume Balagueró, Brian Yuzna e tutti gli altri.

Quindi, anche Jack Sholder...

Alberto Marini: Sì, Arachnid di Jack Sholder (titolo italiano Il predatore, nda) è il primo film a cui ho lavorato, ma non come sceneggiatore, perché io mi occupo anche di produzione. Poi, comunque, sono emersi pian piano tutti i talenti spagnoli che conosciamo ora, quindi, abbiamo cominciato a fare film dell'orrore non solo destinati all'America.

Prima di stabilirti in Spagna, hai lavorato nel cinema in Italia?

Alberto Marini: In Italia, lavoravo per un'azienda che si occupava di documentari. Avrei voluto lavorare nel cinema e avevo qualche sceneggiatura di film horror, ma lì è un genere che non va, mentre qui in Spagna è molto popolare, anche in televisione.

Del resto, voi lì avete Narciso Ibáñez Serrador, che in televisione è conosciuto per le sue serie horror...

Alberto Marini: Sì, lui in passato faceva Historias para no dormir, mentre con noi ha fatto recentemente Películas para no dormir.

A cosa stai lavorando ora?

Alberto Marini: Come produttore, sto lavorando a Los últimos días, secondo film di Àlex e David Pastor, che esordirono in America con Carriers-Contagio letale. Poi, ho scritto un film di zombi diretto da Miguel Vivas che s'intitolerà Welcome to Harmony e sto adattando un libro di Fernando Marías, un autore molto popolare qui in Spagna. Comunque, mi piacerebbe continuare anche a lavorare con Jaume Balagueró, che ora girerà il quarto [rec].

C'è un film in particolare che ti piacerebbe scrivere?

Alberto Marini: Avrei voluto essere l'autore di Donnie Darko, quindi, mi piacerebbe, prima o poi, riuscire a concepire una sceneggiatura di un film come quello.

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