Intervista Aspirante vedovo - Incontro con il regista e il cast

Massimo Venier e il suo cast ci raccontano la loro rilettura de Il vedovo

Intervista Aspirante vedovo - Incontro con il regista e il cast
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Fu nel lontano 1959 che il maestro della Commedia all'italiana Dino Risi, su script per mano dello stesso insieme a Rodolfo Sonego, Fabio Carpi, Dino Verde e Sandro Continenza, realizzò Il vedovo, interpretato da un magistrale Alberto Sordi nei panni del giovane industriale romano Alberto Nardi, intento a eliminare la moglie Elvira Almiraghi, donna d'affari di successo milanese con il volto dell'altrettanto magistrale Franca Valeri, al fine di ereditarne l'ingente patrimonio.
Due memorabili personaggi che, a ben cinquantaquattro anni di distanza, vengono ripresi sullo schermo - con la donna dal nome mutato in Susanna - da Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto in Aspirante vedovo, diretto dal Massimo Venier solitamente al servizio cinematografico di Aldo, Giovanni e Giacomo e prodotto da Beppe Caschetto in collaborazione con Rai Cinema.
Ma si tratta del rifacimento della memorabile opera risiana o, semplicemente, di un omaggio?
Hanno risposto alla stampa, a Roma, i due protagonisti affiancati dal regista, dai due produttori (per Rai Cinema era presente Paolo Del Brocco), da Alessandro Besentini e Francesco Brandi, anch'essi facenti parte del cast, e da Michele Pellegrini, sceneggiatore della pellicola insieme a Venier ed a Ugo Chiti, grande assente.

Italiani di ieri... italiani di oggi

Come mai questa lettera d'amore al film di Dino Risi?

Massimo Venier:
In realtà, quando ci hanno proposto di rifare Il vedovo, la prima cosa che abbiamo detto è stata "Non si può"; poi, però, ci siamo trovati con una storia stupenda, personaggi fantastici e una nuova occasione per raccontare l'Italia di oggi.

Luciana Littizzetto: Uno dei motivi che mi hanno spinta ad accettare il ruolo risiede nel fatto che si tratta di una commedia nera, cinica, lontana dal politicamente corretto che soffoca il genere nell'Italia odierna. Inoltre, questo film rappresenta anche un'occasione per poter far conoscere ai giovani l'originale.

Fabio De Luigi:
Per noi che amiamo tutti Alberto Sordi, Franca Valeri e Dino Risi, si trattava di un modo per poter rivedere un film appartenente alla nostra cultura.

Luciana Littizzetto teme il confronto con Franca Valeri, visto che la grande attrice comica l'ha anche definita sua erede?

Luciana Littizzetto: Ovviamente, dal confronto io esco perdente, infatti a lei non ho chiesto il permesso di interpretare questo film, le ho chiesto scusa (ride). In ogni caso, quando abbiamo deciso di fare Aspirante vedovo, non intendevamo confrontarci con i protagonisti de Il vedovo.

L'Italia del film di Dino Risi era molto diversa da quella di oggi...

Massimo Venier: Noi abbiamo provato semplicemente a riadattarla, ambientando il film a Milano, come la pellicola originale. Tra l'altro, la Milano degli anni Sessanta era tutte gru, perché c'era il boom e ogni Alberto Nardi di allora cercava di emergere. Oggi, Milano, è ancora tutte gru.

Michele Pellegrini: In realtà, volevamo solo misurarci con una storia che rappresentasse il pretesto per raccontare come siamo messi oggi in Italia. Preciso che non si tratta di un remake de Il vedovo, ma soltanto di un omaggio al film.

E' stato faticoso dire certe battute di Susanna?

Luciana Littizzetto: Sì, ho fatto un po' fatica, ma come dicevo poco fa, si tratta di una commedia scorretta; quindi, come Alberto Nardi è fanfarone, io sono una spietata e senza scrupoli che si tiene vicino un perdente solo per non voler ammettere di aver fallito. Per sintetizzare, una donna con le palle, di quelle che non mi piacciono proprio (ride). Però esistono e rimango stupefatta dalla loro perfezione, perché quando le vedi sono sempre senza una grinza, tutte perfette.

Remake o no?

I produttori cosa possono raccontarci di questa operazione?

Paolo Del Brocco:
Se mi avessero detto che si sarebbe trattato di un remake del film di Risi, non lo avrei prodotto. Si tratta, semplicemente, di una commedia molto meno amara e molto meno tragica de Il vedovo, il cui obiettivo altro non è che quello di proporre una commedia all'italiana intelligente e non volgare, di cui il nostro mercato ha bisogno.

Beppe Caschetto: Il progetto, in realtà, risale a qualche anno fa, al 2006 circa, quando cominciavano a spuntare donne come la Marcegaglia e io cercavo di immaginare come quel tipo di figura femminile poteva trovarsi nelle famiglie in cui a dominare è l'uomo. Andai da Dino Risi per parlargli del progetto, lui, appunto, mi pose delle questioni soltanto sul personaggio femminile, ma i diritti del film sono stati acquisiti direttamente da lui. Quindi, non si tratta di un remake del film con Alberto Sordi, ma, semplicemente, dell'idea di base riaggiornata oggi.

Come si è lavorato sui personaggi?

Luciana Littizzetto:
La sceneggiatura era blindata, quindi non avevamo grosso margine di improvvisazione.

Fabio De Luigi:
Io, da parte mia, ho cercato proprio di dimenticare Alberto Sordi e il lavoro che aveva fatto, soprattutto perché ci sono alcuni momenti in cui si rischia davvero la vicinanza.

Luciana Littizzetto ha riscontrato fragilità nel personaggio?


Luciana Littizzetto:
Questa donna, in apparenza, fragilità non ne ha, è spietata e senza scrupoli, solo che è sola e fa i conti con la propria solitudine, trasformandola in cinismo e aggressività.

Alessandro Besentini e Francesco Brandi vogliono aggiungere qualcosa?


Francesco Brandi:
Io l'unica commedia che ho incontrato nelle mie stagioni è quella di Massimo Venier, perché è l'unico che mi chiama (ride). Poi, in questo film io interpreto un personaggio che non esisteva nella pellicola originale.

Alessandro Besentini:
Sono stato molto contento di aver preso parte a questo film, mi piace tantissimo, oggi non potrei stare meglio di così.

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