First look Europa Report

Tra documentario e thriller sci-fi, Europa Report conquista il Comic-Con

First look Europa Report
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Un mix unico tra documentario, storia alternativa e thriller sci-fi, Europa Report segue una missione spaziale su una delle lune di Giove, Europa, per verificare se ci possa essere la presenza di vita aliena nel nostro sistema solare. In un futuro non troppo lontano si scopre l'esistenza di un oceano nascosto sotto la superficie ghiacciata del pianeta. L'Europa Ventures, una società finanziata da privati, deciderà di inviare un equipaggio composto da sei dei migliori astronauti provenienti da tutto il mondo per verificare se esiste vita sulla luna ghiacciata. Ma quando un guasto tecnico interrompe bruscamente le comunicazioni con la Terra provocando la tragica morte di un membro dell'equipaggio, gli astronauti sopravvissuti dovranno superare lo shock e decidere se portare avanti la missione per cui sono partiti nella speranza di trovare la vita sulla luna. Questa è la trama del thriller fantascientifico diretto da Sebastián Cordero e scritto da Philip Gelatt. Un thriller sì di fantascienza ma che affonda saldamente le proprie radici nella scienza vera e propria. Infatti ospiti del panel, oltre al regista, al compositore Bear McReary (autore delle colonne sonore di serie di successo come Battlestar Galactica e The Walking Dead), al produttore Ben Browning e all'attrice Karolina Wydra, erano presenti due scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA, Steve Vance e Kevin Hand, insieme all'astronomo Phil Plait (conosciuto in Italia per il suo programma su Discovery Channel, Balle Spaziali).

Siamo soli nell'universo?

“Siamo come delle scimmie che vogliono scoprire ad ogni costo cosa si trova oltre la collina - queste le parole di Phil Plait per introdurre l'argomento dell'esplorazione spaziale - “gli esseri umani sono guidati da una irrefrenabile curiosità che li spinge a cercare qualcosa al di fuori del nostro pianeta. Ma spesso questa risposta viene ad un costo. Proprio questo costo è il tema centrale del film, Europa Report.” Dopo questa breve introduzione viene presentato il trailer del film, un trailer che purtroppo spinge l'acceleratore sull'elemento più propriamente orrorifico e sull'azione quando in realtà il film è molto più realistico di quanto possa sembrare. Infatti sono le basi scientifiche dell'esplorazione di Europa, quarto satellite di Giove per grandezza e uno dei planetoidi più adatti alla vita del nostro sistema solare, ad avere affascinato Cordero e Browning. Il regista e il produttore raccontano di come abbiano voluto trovare un giusto bilanciamento tra l'intrattenimento e la tensione mantenendosi il più possibile vicini alla realtà creando uno dei film che il sito Space.com ha considerato “una delle più realistiche rappresentazioni dell'esplorazione spaziale dopo Moon e 2001: Odissea nello spazio.”
Cordero cita anche il seguito del film di Stanley Kubrick, 2010: l'anno del contatto, nel quale grazie all'influenza del Monolito i ghiacci di Europa si scioglievano, rendendola adatta alla vita. Ed è proprio la presenza del ghiaccio ad essere una delle fonti più inequivocabili della presenza della vita. Parole del dott. Plait che indica come la presenza di ghiaccio sulla luna di Giove faccia presupporre la presenza di acqua allo stato liquido, il che porterebbe a sua volta alla presenza della vita. Certo non stiamo parlando di vita intelligente quanto principalmente di batteri e organismi unicellulari, ma è una prova bastante a rispondere alla domanda se siamo davvero soli nell'universo.

Warning: Science in progress

Dopo la proiezione di una nuova clip che mostra l'atterraggio della capsula su Europa (una scena che ricorda da vicino quella dell'allunaggio dell'Apollo che per Cordero è stata una sicura fonte d'ispirazione) il tasso scientifico si è alzato quando i due scienziati della NASA hanno cominciato a raccontare il loro lavoro al Jet Propulsion Laboratory per la ricerca di una propulsione adatta al viaggio nello spazio profondo. Inoltre i due hanno segnalato come quelli che si vedono nel film diano la sensazione di essere dei veri scienziati e non dei semplici action man lanciati nello spazio pronti a fare l'eroe della situazione. L'attrice Karolina Wydra ha preso quindi la parola raccontando quale sia stata la sua preparazione per il ruolo, dalla lettura di numerosi libri sul viaggio spaziale fino alle due settimane di lezioni di biologia e prove sul set. Dopo la visione di una nuova clip che vedeva il suo personaggio passeggiare sulla superficie ghiacciata di Europa, Wydra ha spiegato che in quella scena indossava una vera e propria tuta da astronauta modificata per le riprese che portava montata sulla spalle una cinepresa per il peso totale di 22 chili. Una tuta così scomoda da poter essere indossata solo per una decina di minuti prima di doverne esserne tirata fuori per fare stretching e sciogliere i muscoli.
Parlando dello stile found-footage del film Cordero ha raccontato di come buona parte delle riprese del film siano ispirate in realtà a vero materiale video della NASA a cui gli era stato dato accesso. “Abbiamo costruito una vera astronave nel nostro soundstage - ha dichiarato il regista - così da poter montare le cineprese a bordo e girare come se fosse una vera missione.” Ritornando sul tema del realismo della pellicola Cordero ha spiegato come nella terza parte del film abbiano dovuto ripensare in parte alla superficie ghiacciata del pianeta sacrificando una parte del realismo per la storia ma quando ha proiettato il film alla NASA di fronte ai piloti del Mars Rover ha avuto comunque delle reazioni alquanto positive.
Nel finale la parola è passata a Bear McReary, autore che non è affatto digiuno di fantascienza vista la spettacolare colonna sonora di Battlestar Galactica e del suo sfortunato prequel Caprica. Il compositore ha raccontato della difficoltà di scrivere la colonna sonora per un film dal taglio documentaristico e fortemente ancorato alla realtà. “È stato un lavoro difficile poiché ho dovuto creare un tono emozionale senza però andare a rovinare quello da mockumentary della pellicola.” L'autore ha anche svelato di aver dovuto riscrivere la colonna sonora diverse volte prima di riuscire ad essere soddisfatto del risultato.
In chiusura gli scienziati hanno ripreso la parola e hanno raccontato delle difficoltà di un viaggio verso Europa. Viaggio su cui la NASA è al lavoro da qualche anno, infatti Vance ed Hand stanno sviluppando l'Europa Clipper, una sonda che sarà mandata sulla luna di Giove come primo passo verso una missione con equipaggio. Vance ha chiuso il panel raccontando di come questo lavoro sia ciò che lo spinge ad alzarsi ogni mattina: la speranza che tra pochi decenni potremmo avere una risposta vera e propria alla domanda “siamo soli nell'universo?”

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