Anteprima Yattaman The Movie

Takashi Miike porta al cinema l'ambizioso (e assolutamente folle) progetto per il live action di una delle serie più amate provenienti dallo studio Tatsunoko: Yattaman!

Anteprima Yattaman The Movie
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Takashi Miike e Yattaman , due dei nomi più conosciuti anche al di fuori del Sol Levante, e fra loro incredibilmente diversi, si sono uniti nel 2009 in uno dei migliori prodotti della filmografia nipponica. Ma andiamo con ordine iniziando a parlarne singolarmente. Takashi Miike nasce nel 1960 nella città di Yao, in una famiglia dalle umili origini. Dopo aver abbandonato, dopo una sola settimana, la scuola di cinema e televisione di Yokohama, Miike torna sui suoi passi e decide di dedicare la vita al cinema.
Finalmente nel 1987 riesce, dopo anni di gavetta nel mondo della televisione, ad ottenere il suo primo impiego, divenendo terzo assistente alla regia de "Il mezzano", diretto dal celebre Shōhei Imamura. Lavora anche per altri registi, tornando insieme a Imamura in "Pioggia nera", che segna il suo debutto in veste di attore.
Ma il vero esordio dietro la macchina da presa avviene nel 1991, con il film d'azione Eyecatch Junction, realizzato per il V-Cinema (film destinati al solo home video). Lo stesso anno viene scelto per sostituire Toshihiko Yahagi alla regia di Lady Hunter, da qui in poi Miike inizia a dirigere film ad un ritmo frenetico, realizzando in media cinque-sei pellicole all'anno, specializzandosi nel genere Yakuza. Ogni suo film, da "Full metal Yakuza" passando per "Dead or Alive" e "Fudoh - New Generation" fino a giungere alle sue ultime produzioni come "IZO" e "Imprint" sarà un’escalation di scene disturbanti e situazioni ben oltre il limite; citando le parole del maestro: “Durante le riprese, la violenza significa amore e armonia-La cosa curiosa è che più l'amore è grande, più aumenta la violenza.” Per Yattaman abbiamo invece un discorso completamente diverso: la serie nasce nel 1977 dalle menti geniali della Tatsunoko, e fa parte della serie Time Bokan di cui è il secondo capitolo nonché il più conosciuto. La trama è abbastanza semplice: un trio di malfattori e truffatori formato da Miss Dronio ( Doronjyo), Boyakki (Boyakkī) e Tonzula (Tonzurā), viene contattato da un misterioso figuro, il Dottor Dokrobei (Dokurobē), per ritrovare alcuni pezzi di una mitica pietra che donerà al possessore infinite ricchezze. Il Trio Drombo inizia cosi la loro personalissima caccia al tesoro, fatta di inganni ed esilaranti combattimenti all’ultimo robot contro i buoni di turno: gli Yattaman Kanchan (Ganchan) e Janet (Aichan) ed i loro improbabili marchingegni dalle fattezze animalesche.

Guerre tra Micro-Robot

Dopo la necessaria introduzione adesso è il momento di controllare cosa è nato dall’unione di uno dei cineasti più fuori dagli schemi della cinematografia mondiale ed una delle serie più amate in Giappone e non. Il film ci racconta da una parte le gesta di tre persone, Miss Dronio , Boyakki e Tonzula, che cercano giornalmente di sbarcare il lunario tra fatture da pagare e clienti impossibili. Contattati da un losco figuro si mettono (loro malgrado) alla ricerca di una misteriosa pietra, grazie ai vari robot che costruiranno di volta in volta, che pare donare poteri straordinari. Dall’altra due giovani inventori di giocattoli, Janet e Kanchan, che ingaggiati da una giovane ragazza si mettono alla ricerca del padre di quest’ultima, misteriosamente scomparso dopo il ritrovamento di un artefatto collegato in qualche modo alle mire del Trio Drombo. Da qui in avanti sarà un susseguirsi di avvincenti scontri a bordo di bizzarre e stravaganti macchine dotate di volontà propria e gag a non finire, fino ad arrivare ad un finale roboante e “sorprendente”.

Piccoli robot crescono.

Doverosa premessa: si tratta di un film live tratto da una serie animata quindi tutto quello che andremo ad analizzare deve essere visto nel giusto contesto di una recitazione eccessiva, caricaturale ed esagerata nelle movenze con scene assurde e fuori da ogni logica.
Ma cosa è nato da questa unione? Il solito film live da dimenticare oppure un qualcosa di nuovo, che pur rispettando i canoni del genere, cerca di evolversi e rivoluzionarsi? Se fosse stato il primo caso non saremmo qui a parlarne; Miike prende una trama perfetta nella sua “banalità” e la rielabora a modo suo, inserendo quel “quid” che stupirà/shockerà lo spettatore/fan: le fantasie erotiche di Yattaman1 sulla figlia del dottore, lo strano amore che nascerà tra i due leader opposti e la loro ricerca di una vita normale destinata sempre a sfuggirgli come sabbia tra le dita. Ottime le prove dei vari attori: da una sensuale e provocante Fukada Kyoko (vista recentemente in Kamikaze Girls) fino ai due eccezionali attori che danno vita a due personaggi memorabili, Katsuhisa Namase(Boyakki) e Tendo Kobayashi (Tonzula), passando dalla sdolcinatezza di Saki Fukuda (Janet) all’eroismo fanciullesco di Sho Sakurai (Kanchan). Il film è una esplosione di colori e di azione con gli effetti in computer grafica che ne fanno da padrone; oltre tutto molto ben implementati e riusciti: è veramente uno spettacolo per gli occhi, oltre che molto divertente, vedere dal vivo tutto quello che avevamo visto circa trent’anni fa nella serie animata. Molti sono gli omaggi da parte del cineasta all'originale degli anni 70: da citare i vari siparietti pre-battaglia di volta in volta affidati sia al mitico maialino porta fortuna che a uno strambo commentatore. Naturalmente la pellicola non è esente da difetti: l’eccessiva lunghezza della terza parte, con uno scontro finale all'apparenza interminabile e alcuni passaggi un po’ troppo forzati, ma quest’ultimo è più da imputare alla categoria di cui il film fa parte che a Miike.

Curiosità

Il film è letteralmente infarcito di citazioni di serie animate dello stesso periodo di Yattaman; una tra tutte (le restanti saranno un piacere da scoprire per lo spettatore) il sogno di Tonzula che non è altro che una parodia dell’uomo tigre.
Il film è uno dei più costosi mai realizzati in Giappone, nonché uno dei più redditizi a livello di box office.

Yattaman The Movie Yattaman è un film splendido e divertente, condito con la sensualità prorompente di Fukada Kyoko e qualche accenno di morbosità ed esagerazione tipicamente miikiana. Una eccessiva lunghezza nell’ultima parte e qualche giro pindarico di troppo sminuiscono un’opera perfetta nel suo genere. Dedicato a tutti i fan, vecchi e nuovi, del regista e della serie simbolo della Tatsunoko.

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