Youth: David Lang si racconta tra Shostakovich, Stockhausen, Perotin e Adele

di

David Lang è il compositore di Simple Song #3 candidata all'Oscar come miglior canzone originale. L'abbiamo ascoltata in Youth, il nuovo film di Paolo Sorrentino, una produzione internazionale che ha dato libero sfogo al compositore, da Shostakovich a Stockhausen, con un occhio su Adele ed Elvis. Lang si racconta al The Guardian.

«Passo molto tempo ad ascoltare musica, nel mio studio. Ogni giorno mi impegno per ascoltare sempre qualcosa che non conosco, o qualcosa che non conosco approfonditamente. Sono uno dei pochi rimasti ad acquistare ancora i CD, mi piace quella connessione che permette alla musica di stare all'interno di un oggetto che la contiene. Ho iniziato a comporre musica perché quando avevo nove anni ascoltai una sinfonia di Shostakovich, quindi sono abbastanza sicuro che il primo LP, il primo che abbia mai comprato, fu la sua Sinfonia numero 9 e Lieutenant Kije di Prokofiev, suonata dalla London Symphony Orchestra diretta da Sir Malcolm Sargent. Sulla cover c'era una donna che danzava con un costume folkloristico, se non sbaglio. L'ultimo disco che ho acquistato non è stato propriamente un acquisto personale. Avevo casualmente detto a mia moglie che avevo visto un LP di Trans, di Karlheinz Stockhausen, su eBay, autografato dal compositore, poi le ho ricordato anche che il mio compleanno si stava avvicinando. Sorpresa! È qui dinanzi a me, in questo momento, sulla mia scrivania».

«La musica suona sempre meglio se hai tra le tue mani un drink. La mia esperienza più completa a livello musicale, però, risale al primo Bang on a Can del 1987. Con Michael Gordon e Julia Wolfe lavorai in maniera molto intensa per mettere in piedi quelle 12 ore di concerto, una maratona di musica, ma non avevamo idea di quante persone sarebbero potute effettivamente venire ad ascoltarci. Il concerto fu sold out e fu davvero molto emozionante per me. Se avessi una macchina del tempo? Sicuramente vorrei tornare a Notre Dame, nella cattedrale, e cantare con Leonin e Perotin, a Parigi, all'inizio del 13esimo secolo. Quand'ero giovane, però, mi innamorai letteralmente di una registrazione di Die Schone Mullerin, cantata dal grande tenore tedesco Fritz Wunderlich, che, come Schubert, morì quand'era terribilmente giovane. Ogni tanto risento la sua voce nella mia testa quando scrivo qualcosa: sarebbe stato molto bello scrivere qualcosa per lui».

«Il miglior pezzo scritto negli ultimi 50 anni? 50 anni sono tanti! Per me è sicuramente Einstein on the Beach di Glass o anche Music for 18 Musicians di Reich. Tra i compositori e artisti non classici vorrei davvero lavorare con Adele, vi confesso. Quando sono sotto la doccia, però, canto I'm gonna make you love me dei The Temptations, perché c'è un verso che dice "I'm gonna shower". Solitamente non faccio karaoke, però una volta mi è capitato e cantai Unchained Melody di Elvis. Mi esercitai per una settimana per farla perfettamente e per non dimenticare il testo, quindi arrivai preparatissimo e penso andò davvero bene. Un amico registrò la performance con lo smartphone e rimasi scioccato dal vedere quanto strano sembrassi e come cantassi male. Se avessi un anno di tempo per prepararmi di nuovo probabilmente considererei di poterci riprovare».