Thor: Ragnarok è un film incompreso? Quando lo humour non piace al web

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Thor: Ragnarok arriva il 25 ottobre il sala in Italia e, in alcuni cinema, sarà possibile vederlo in anteprima già domani. La critica ha già visto il cinefumetto di Taika Waititi e le recensioni non sono pessime, anzi! Tuttavia, molti fan hanno criticato l'eccessiva dose di ilarità della pellicola...

Ma è davvero scritto da qualche parte quale debba essere il "quantitativo" di humour da inserire in un film? Che sia un cinefumetto, una commedia semi-seria, un cartone animato o anche un film d'azione, non si può fare una stima di quale sia la giusta dose di battute adatta a rendere un film più o meno godibile.

A maggior ragione se si tratta di un cinecomic Marvel. Non è forse il pizzico di divertimento che fa capolino in - quasi - tutte le pellicole con protagonisti gli eroi della Casa delle Idee a rendere unici e godibili questi film? In molti casi le frasi sarcastiche e gli spezzoni esilaranti sono il motivo per il quale anche persone non particolarmente immerse nel mondo dei fumetti si ritrovano improvvisamente fan dei Marvel Studios.

Poiché però il web si è scagliato contro l'approccio scanzonato che pare avere Thor: Ragnarok, sia Taika Waititi (regista della pellicola sul Dio del Tuono), che James Gunn (capitano della trilogia dedicata ai Guardiani della Galassia, che pure si è guadagnata la sua dose di critiche nella stessa direzione), hanno difeso il cinefumetto, il primo in video via IGN, l'altro con l'ausilio dei social.

Waititi è stato divertentissimo ed esilarante, rispondendo direttamente ai messaggi dei fan e, con una grande dose di autoironia e signorilità ha rimandato al mittente con grazia ogni cattiveria. Epica la prima risposta a un utente che ha scritto: "Un altro film che butterà la vera mitologia nella spazzatura. E farà comunque schifo!"; e il regista ha ribattuto con un'espressione facciale da foto ricordo: "Amico, siamo nello spazio, sono alieni, sono alieni dello spazio, sono Vichinghi spaziali!"

Dal canto suo invece, James Gunn ha postato una breve ma significativa frase sui cinecomic in generale e sì, è proprio vero: i film, seppure provenienti dallo stesso filone creativo, non dovrebbero essere tutti uguali, altrimenti sarebbero noiosi e si saprebbe in anticipo cosa aspettarsi. Gunn non ha torto nemmeno quando paragona i film a tema supereoistico della Marvel alla vita stessa: non è forse vero che nelle esistenze di tutti noi ci sono momenti estremamente divertenti ed altri estremamente tristi?

Questo può accadere anche in un film e chi meglio di lui può affermare tale verità, quando Guardiani della Galassia Vol. 2 è stato al contempo un'apoteosi di vivacità, colori, divertimento e devastazione emotiva? Sfidiamo chiunque a non essersi divertito ascoltando le battute di Drax su Mantis e, due secondi dopo, aver versato una lacrimuccia per i ricordi che la sua famiglia uccisa gli riportavano alla mente, coinvolgendo anche l'empatica. Vogliamo parlare poi della scena del funerale Ravagers?

Conseguentemente, criticare una pellicola prima ancora di averla vista, forse non è l'approccio ideale, anche perché due risate, soprattutto in questo periodo storico, di sicuro non ci faranno troppo male.