Scorsese: "Ho raccontato quasi sempre storie al maschile, ma non è mai troppo tardi"

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Dopo essere stato premiato al Festival del Cinema di Lione con il Lumière Award, Martin Scorsese ha fatto qualche riflessione sulla sua carriera e sulle storie che ha raccontato, quasi sempre centrate su personaggi maschili.

“E’ abbastanza un caso che le storie che ho raccontato si siano concentrate sui personaggi maschili” afferma il regista di Taxi Driver, Quei bravi ragazzi e The Aviator, che ha poi sottolineato la percentuale di successo agli Oscar delle attrici sotto la sua direzione: "L'Academy ha nominato più donne nei miei film, credo 11 o 12, rispetto agli uomini. Magari non per caso" ha detto Scorsese, notando che Cate Blanchett e Ellen Burstyn hanno vinto sotto la sua regia. Il regista ha poi ricordato come abbia lavorato anche su progetti con un focus su personaggi femminili come L’ètà dell'innocenza: "Ma, ancora una volta, è narrato con un punto di vista maschile, anche se è stato scritto da Edith Wharton. Ma le donne sono protagoniste della storia in un modo molto più sottile. Ci sono alcuni progetti che ho in cantiere che parlano di donne. Non è mai troppo tardi per imparare”. Scorsese ha anche detto che la linea tra Hollywood e New York si è offuscata da quando è tornato nella sua città natale nel 1982. "Los Angeles fa il suo mestiere, non me ne lamento, ma oggi la mentalità di entrambe le città è molto diversa. Non è per nutrire questo mito che Los Angeles e New York siano due mondi separati. Chiunque faccia un film americano ha una gran probabilità di avere a che fare con Hollywood in qualche modo. E’ come se la demarcazione tra le due città non avesse più molto senso, dato che in qualche modo abbiamo a che fare con le stesse istituzioni".