Rogue One: le difficoltà nel realizzare il droide K-2SO

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L’androide K-2SO è già uno dei personaggi più iconici di Rogue One: A Star War Story e molti degli spettatori che hanno visto parte del film sono pronti a giurare che è persino più amabile di BB-8. Ma il lavoro dietro un personaggio del genere è molto, e va ben oltre l’animazione digitale. Ne parla il doppiatore e motion-capture actor Alan Tudyk.

Tudyk ha un background di studi e recitazione classica, e ha già dato le proprie movenze ad una macchina in Io, robot, con Will Smith. Parlando del suo coinvolgimento in Rogue One, l’attore ha detto: “Quando doppi un film del genere, passa pochissimo tempo da quando ti presentano il personaggio al momento in cui devi dagli la tua voce; subito dopo si passa all’animazione, e anche in quel caso le cose possono essere molto veloci. Ti danno delle immagini del personaggio e tu devi associarci una voce e leggere le tue battute, spesso molto semplici. Si incomincia col trovare la voce giusta, e poi passi attraverso tutte le battute, ma senza interagire con gli altri attori. Quindi ti ritrovi a leggere la tua frase tre o quattro volte finché non ottieni la sfumatura giusta ed è finita lì. È un processo che ti estranea dalla storia nel suo complesso; molto spesso non ti danno nemmeno la sceneggiatura completa.”

È dunque un lavoro molto diverso da quello di attori in carne ed ossa, a cui viene data l’opportunità di creare il proprio personaggio fin quasi dalle fondamenta, plasmandolo anche a seconda del contesto nella storia presa al completo.

“In un ruolo live-action il costume che indossi ti aiuta molto a trovare il personaggio. Se lui indossa degli anelli, ad esempio, lo fai anche tu, e quindi muovi le mani in maniera diversa. È importante come muove la bocca, come gesticola, e in generale ogni cosa che fai sarà visibile sullo schermo.”

Nel caso di K-2SO, invece, Tudyk ha indossato una tuta da motion capture, e dei trampoli per renderlo più alto, allungando la sua falcata e cambiando la sua andatura. Inoltre, l’androide non ha una bocca, e questo ha influenzato moltissimo la performance dell’attore: “Con la motion capture, la tua faccia non sarà sullo schermo. I due personaggi che ho animato finora erano entrambi robot, e dunque non c’era da fare un grande lavoro di espressione facciale. K-2SO addirittura non ha nemmeno la bocca. E questo significa che devo trovare un modo alternativo di comunicare gestualmente; non posso semplicemente guardare qualcuno e sorridere, perché non si capirebbe quello che il mio personaggio prova. Le emozioni vengono allora comunicate verbalmente, o attraverso l’intero corpo.”

Rogue One: A Star Wars Story sarà in sala tra soli nove giorni.