Jurassic Park 4, la parola a Steven Spielberg

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Ci sta lavorando senza sosta da quasi un decennio, e per un tipo come il regista di ET (giusto per pescare a caso una pizza cinematografica dalla sua galleria sterminata) non si può lasciare niente al caso. Eppure per lo script del quarto capitolo dei dinosauri giurassici qualcosa è andato storto: prima abbozzato, poi mai terminato, subito dopo rimandato a data da destinarsi...Almeno fino a quando non è giunto l'annuncio rivelatore. Steven Spielberg lo ha confermato: questo quarto capitolo s'ha da fare. Complici un ragazzino, il suo fidato segugio e nientemeno che un Liocorno.


Parlandone alla Comic Con di San Diego in occasione del panel di The Adventures of Tintin: The secret of the Unicorn, l'artefice della saga di Indiana Jones ha affermato che c'è ben più di un'idea intorno a Jurassic Park 4: ci sono una storia, uno scrittore e la (quasi) concreta possibilità di vedere il film entro i prossimi tre anni.

Ma chi si è accollato un crampo da scrivano di dimensioni giurassiche?
Spielberg non si è sbottonato sullo scrittore assoldato per l'occasione, ma si parla di Mark Protosevich, con il quale ci sono stati alcuni incontri informali su quello che verrà.
Si tratta, facendo due calcoli, dello stesso Protosevich che ha avuto fra le mani lo script di Io sono leggenda, ad eccezione del fatto che la sua versione sarebbe stata decisamente migliore rispetto a quella che poi ha visto la luce con Will Smith - cosa ben lontana dall'originale in cartaceo, ma la questione qui è un'altra.

Se, in ultima istanza, Protosevich è stato davvero scritturato - e mai verbo fu più adatto, in questo caso -, Jurassic Park 4 rischia davvero di recuperare almeno il terreno perduto dai seguiti del capostipite filmico.
Perché, a voler essere onesti fino in fondo, l'abuso di sequels non ha affatto giovato a T-Rex ed altre amenità preistoriche. Certo, l'originale tiene ancora bene il passo e non si parla certo di polverosa datazione fossile per quel pezzo di Storia del Cinema, attuale com'è per il tema delle distorsioni genetiche (dalla geniale penna di Michael Crichton, c'è da precisare), ma, per l'evoluzione claudicante di questa saga, cui prodest?

Detta altrimenti, se Steven Spielberg saprà far quadrare di nuovo il cerchio, dopo quel potenziale mezzo passo falso rappresentato dai primissimi episodi prodotti di Falling Skies (per la serie: suo figlio è bravo a scuola, ma non si applica fino in fondo), ci sarà di che gioire.
Altrimenti, che i lucertoloni riposino davvero in pace.