Il Quinto Potere: la lettera che Julian Assange ha scritto all'attore Benedict Cumberbatch

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Sebbene Il Quinto Potere, nuovo film di Bill Condon (Dreamgirls, Demoni e Dei), sia stato accolto con grandi applausi e ottime critiche in diversi festival internazionali, tra cui il Toronto International Film Fest dove è stato presentato come film d'apertura, la pellicola non è stata prodotta con il benestare dell'uomo di cui si racconta la storia: Julian Assange. Il fondatore di WikiLeaks infatti scrisse, in risposta ad una missiva di Benedict Cumberbatch che voleva incontrarlo per parlare del film, una dura lettera dove spiegava le ragioni per cui non voleva essere coinvolto nella produzione della pellicola, cosa che invece ha fatto Daniel Domscheit-Berg dal cui libro "Inside WikiLeaks: My Time With Julian Assange and the World's Most Dangerous Website" è tratto in parte il film.

Nella lettera i toni sono gentili e pacati ma decisi e forti nelle loro intenzioni. Assange scrive infatti: "credo che tu sia una buona persona, ma non credo che il film sarà un buon film. Non credo che possa essere positivo per me o le persone a cui tengo. Credo che sarà tremendamente negativo per me e le persone a cui tengo. E' basato su di un libro ingannevole scritto da qualcuno che vuole una vendetta su di me e la mia organizzazione. [Daniel Domscheit-Berg ha abbandonato WikiLeaks il 25 settembre del 2010 per conflitti interni con Assange e il libro a cui si ispira il film è quello che racconta le ragioni del divorzio tra i due]."
Assange continua spiegando come questa animosità sia stata acuita dai problemi che hanno con il governo degli Stati Uniti e con tutta la stampa di regime che manipola e dirige l'attenzione del pubblico.
"Il libro selezionato dalla DreamWorks è così tossico che viene distribuito nelle basi militari statunitensi come meccanismo per dissuadere il personale militare dal comunicare con noi."
Infine Assange parla della forza dei film nel manipolare l'opinione pubblica: "I film di narrazione sono uno dei più potenti e insidiosi mezzi per (de)formare la percezione del pubblico. [...] Il film seppellirà tanta brava gente che sta facendo dell'ottimo lavoro, nello stesso momento in cui lo stato sta venendo a prendere le nostre teste. Nasconderà la reale versione degli eventi in un momento in cui la verità è molto importante. Come giustificazione si dichiarerà un'opera di finzione, ma non è tale. E una versione distorta della vita di persone che si battono contro oppositori titanici. E' un lavoro di opportunismo politico, influenza, vendetta e, soprattutto, codardia."
Concludendo Assange spiega a Cumberbatch come, secondo lui, dovrebbe riconsiderare il proprio coinvolgimento nel film di Bill Condon: "Le tue capacità saranno al servizio di gente che lavora per rimuovere me e WikiLeaks dal mondo."
A quanto pare Cumberbatch non ha fatto alcun passo indietro, nonostante il suo essere a favore di un'informazione maggiormente libera, e abbia portato a conclusione la sua versione di personaggio di Assange, che potremo giudicare da noi tra poco meno di due settimane.