Con la Giornata della Memoria la Rai sperimenta le trasmissioni in 3D

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Oggi è la Giornata della Memoria e vi segnaliamo un'iniziativa doppiamente interessante. Stasera, alle 23.20, su Rai1 nel corso di TV7, verrà mandato in onda il docu-film Le non persone di Roberto Olla. Oltre al chiaro valore morale e culturale della cosa, lo segnaliamo perché la trasmissione sarà visibile anche su Rai HD (canale 501 del digitale terreste) in 3D. Trattasi, in assoluto, della prima proiezione in stereoscopia della nostra televisione (quantomeno di quella pubblica).

"Le non persone", primo film documentario in 3D girato ad Auschwitz, è stato realizzato in occasione del Memory Day della Shoah 2012, la giornata mondiale decisa dall'Onu in ricordo delle vittime della deportazione nazista. Partecipano gli ex deportati italiani Shlomo Venezia (autore del libro "SonderKommando 182727" tradotto in 24 lingue), Andra e Tatiana Bucci (sopravvissute agli esperimenti di Mengele), Goti Bauer (testimone anche della deportazione ungherese), Sami Modiano (che, appena liberato, ha testimoniato al processo contro Rudolf Höß  capo del lager), Piero Terracina (sopravvissuto assieme a Primo Levi, ha assistito alle riprese dello storico film russo presentato come prova al processo di Norimberga). I testimoni raccontano i fatti nei luoghi esatti in cui si sono svolti a Birkenau e ad Auschwitz. Le riprese in 3D mettono in risalto il rapporto tra gli uomini e lo spazio nel lager. Si raccontano le grandi dimensioni: chilometri quadrati di territorio occupato, un‘enorme fabbrica della morte con baracche, forni crematori, camere a gas, torrette, filo spinato elettrificato.  E Le piccole dimensioni: i soffocanti spazi in cui i deportati erano costretti a sopravvivere in attesa della morte certa, sempre stretti uno affianco all'altro, nelle cucce a tre piani, nelle latrine, nel freddo all'alba durante l'appello. "Le non persone" è stato realizzato con la collaborazione del Museo di Auschwitz. È dedicato a Ida Marcheria, la testimone triestina, ex deportata, che era sopravvissuta due anni nel reparto "canada" di Birkenau.