Ca' Foscari Short Film Festival: l'inaugurazione e la prima giornata

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Accompagnati da un clima finalmente primaverile nella bella cornice dell'Auditorium Santa Margherita, ha avuto il via oggi la seconda edizione del Ca'Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa concepito organizzato e gestito interamente da una Università, la Ca'Foscari di Venezia. Più di cento studenti hanno partecipato alla creazione di questa sorta di campionato mondiale del cinema studentesco, una sorta dell'immaginario a venire, per capire come sta cambiando il cinema. A seguire, un resoconto della prima giornata e il programma della seconda, domani.

Un concorso internazionale di cortometraggi realizzati da studenti universitari di cinema e di scienze della comunicazione o da studenti provenienti da importanti scuole di cinema come la francese Le Fresnoy, l'indiana Satyajit Ray Film Institute e la tedesca Hochschule fur Fernsehen und film Munchen e saranno giudicati da una giuria internazionale composta da Pappi Corsicato, Irene Bignardi e Rachid Mohamed Benhadj. Inoltre retrospettive, omaggi, scoperte e workshop. Alla cerimonia d'inaugurazione sono intervenuti  Roberta Novielli, coordinatrice generale e delegata del rettore alle attività cinematografiche di Ca' Foscari, il direttore artistico Roberto Silvestri e il rettore dell'università Ca' Foscari Carlo Carraro che esordisce dicendo: "continua nel tempo quello che l'anno scorso abbiamo cominciato in modo sperimentale e cioè un Festival fatto dagli studenti (di Ca' Foscari) per gli studenti (delle scuole di cinema del mondo). Nel discorso introduttivo ha inoltre affermato con orgoglio che l'Università si vuole confermare come una delle istituzione che produce più cultura a Venezia, in modo tale da dare ai suoi studenti la possibilità di trovare lavori in ambito culturale per un ritorno economico che va a vantaggio della città stessa. Nelle sue parole il Festival è testimone delle tante espressioni artistiche che devono trovare modo di crescere all'interno dell'università, la quale deve continuare a sviluppare la sua produzione culturale; è in questo senso che va il festival di letteratura che si terrà a fine aprile, così come le contaminazioni tra i vari media di cui il Festival è protagonista con la musica di Elettrofoscari e la fotografia di Erwitt e Pasinetti.
L'intervento di Roberta Novielli è stato teso soprattutto a ricordare l'importanza degli studenti nell'organizzazione e nella gestione del Festival, ringraziando il rettore per aver creduto nel Cinema come parte del percorso formativo per i giovani. Ha sottolineato poi il carattere sperimentale di molte delle iniziative del Festival: prima fra tutte VideoTraces-Viral Competition, il workshop "virale" coordinato da Valentina Re, o il concorso per giovani sceneggiatori che affianca i due programmi già dedicati alle scuole del Veneto, il workshop in collaborazione con l'istituto penale minorile di Treviso o quello tutt'ora in svolgimento sull'animazione; è la forma stessa del cortometraggio che si presta ad ogni sorta di sperimentazione.
A chiudere, l'accorato appello di Roberto Silvestri alla preservazione della bellezza e dei talenti del Paese: "in Italia le scuole di cinema crescono e le regioni stanno destinando sempre più risorse al cinema, ma siamo comunque vittime di un paradosso: in un paese dal grande patrimonio come il nostro, col quale si potrebbe vivere benissimo se lo sapessimo preservare, c'è un attacco costante alla bellezza, compreso il non creare una situazione ottimale per gli studenti e il non investire nella valorizzazione dei talenti." A testimonianza di questo, continua, abbiamo solo due film provenienti da scuole italiane, ma il doppio da registi italiani "emigranti". Nella chiusa del suo discorso ricorda poi come gli Oscar di quest'anno hanno premiato film che rendono omaggio al cinema dei fratelli Lumière e a quello di Meliès, al cinema antecedente al 1907, ovvero al cinema.....corto.
Il Festival è entrato subito nel vivo con il primo concorso in programma, quello dedicato agli Istituti Medi e Superiori del Veneto per il quale sono stati selezionati quattro cortometraggio provenienti da altrettante scuole della regione, tra queste anche il vincitore dello scorso anno, Marco Augelli, con Sognando scuola, un cortometraggio dedicato alla tecnologia, alle possibilità che questa dona, migliorando lo stile di vita (e la qualità dell'insegnamento), oltre ad essere un sincero tributo a Federico Faggin, inventore del primo microchip ed ex-studente proprio di questo istituto. Italia 150, della classe  IV AIAG di Arti Grafiche, è invece un'opera collettiva nata come esperimento per mettere in pratica le conoscenze grafiche acquisite a scuola, sotto la direzione della professoressa  Rita Mugiardi e consiste in una divertente animazione di un minuto sul "circo Italia".  Gianmarco Fabris è invece l'autore di A Comprehensive Retrospective, un corto nato dall'idea di unire tre temi: razzismo, bullismo e droga, tre problematiche molto presenti nelle scuole superiori. Il gruppo che vi ha lavorato è composto soprattutto da cinefili, e non tecnici, ed è l'amore per il cinema (soprattutto per il regista Q. Tarantino, come per molti dei ragazzi in concorso) ad aver dato loro la voglia di girare. A chiudere la rassegna è Nemici di Giuseppe Pellegrinotti tratto da un racconto di una studentessa dello stesso istituto. Il film è stato girato in maniera del tutto amatoriale con quella che i ragazzi definiscono la "videocamera delle vacanze",  perché secondo loro è la sceneggiatura, il messaggio e quindi la parte più "letteraria" del corto, il vero cuore del progetto.  Nel suo piccolo il Concorso Veneto ha quindi dimostrato una buona qualità delle opere e una certa eterogeneità che non può che far ben sperare per il proseguo o, sarebbe meglio dire, l'inizio di questi giovani talenti. Il vincitore del concorso sarà eletto da una giuria composta da studenti di Ca' Foscari guidati da Carlo Montanaro.
A seguire il workshop Oltre il muro, con la proiezione del corto omonimo scritto e codiretto da Roberto Franzin in collaborazione con Nicola Mattarello alla quale hanno partecipato i giovani dell'Istituto penale minorile di Treviso e studenti di Ca'Foscari. Come ha giustamente sottolineato il diretto artistico del festival, Roberto Silvestri, il binomio arte e carcere ha avuto un esponente illustre salito alla ribalta europea proprio il mese scorso, con la vittoria di Cesare deve morire dei Fratelli Taviani all'ultima Berlinale. Il progetto di Franzin è, in fondo, molto simile negli obiettivi, far "recitare" i detenuti per far trovare loro una sorte di sfogo e liberazione dalla loro realtà costrittiva, per far loro recuperare autostime e speranza; tutto il corto è basato su parole e scritti da loro stessi prodotti. Dalle stesse parole di Franzin: "è una cosa diversa rispetto a"Inediti Legami" [il loro corto precedente, ndr] : il primo era video d'arte, teatro-danza; questo è un corto -documentario. [...] racconta le loro speranze e tutto quello che succede oltre il muro, cioè fuori dal carcere; anche cercando di parlare con loro di tutto quello che succede all'interno, della loro solitudine e la loro interiorità; [...]. In totale sono state raccolte più di 100 testimonianze, e per il testo della sceneggiatura ne sono state scelte 7." Il workshop ha inoltre rappresentato, nelle stesse parole degli studenti che vi hanno partecipato, un momento importante di confronto sia dal punto di vista umano che artistico nell'entrare per la prima volta in contatto con una realtà così poco conosciuta.
Partito anche il Concorso Internazionale con i primi cinque corti in programma provenienti da altrettante scuole di cinema. Amore necessario di Alessandro Tamburini è un corto documentario sull'amore al tempo della terza età tra una coppia dotata di una vitalità eccezionale. Il loro è letteralmente un amore necessario, senza il quale nessuno dei due riuscirebbe a pensare alla propria vita. Kwaishqaei di Anil Lakhwani dall'India è il racconto di due fratelli particolari legati da un fortissimo affetto: uno è un nano, l'altro è un transgender che aspira al cambio di sesso. Entrambi lavorano in un locale di intrattenimento per adulti dovendo sottostare ai soprusi del loro capo fino a quando non troveranno il loro viatico per la libertà e la speranza. L'israeliano Itamar Moreno con Placebo mette in scena una sconcertante storia autobiografica da dolore e malattia. Un ragazzo, ricoverato nel reparto di oncologia, vede la sua vita scorrere inerte e le pareti attorno a lui sbriciolarsi, ma riesce a rimanere aggrappato alla speranza grazie al sogno luminoso del contatto con un'altra giovane paziente e l'effetto benefico della natura che li circonda. Con Endure, regia di Francesco Chiari, uno dei tanti "emigranti" italiani del festival (il corto arriva infatti dall'Australia), lo spettatore è portato da subito in un ambiente claustrofobico assieme al suo protagonista. In quello che sembra il contesto di un paese in guerra, l'uomo si nasconde da tempo in un rifugio, ma non basta la salvezza fisica per evitargli inquietudini e sensi di colpa, soprattutto quando da fuori arrivano urla strazianti. Il quinto e ultimo corto in concorso della prima giornata è To Mohandas Karamchand Gandhi di Vrinda Kapoor che racconta la storia di un uomo che perse la sua amata durante gli scontri che portarono alla scissione tra India e Pakistan, covando un sempre crescendo desiderio di uccidere Gandhi che lo tormenta fino alla vecchia, portandolo sull'orlo della follia. Un corto che gode di un'accurata ricostruzione storica nonostante il piccolo budget col quale è stato realizzato.
La prima giornata del festival è proseguita poi con uno degli eventi più attesi dell'intera rassegna, ovvero il programma speciale dedicato alla scuola di computer grafica trevigiana BigRock , vero e proprio vivaio italiano dal quale attingono costantemente importanti studi hollywoodiani come Pixar e Dreamworks. I fondatori Marco Polcan e Marco Savini hanno presentato, tra l'entusiasmo dei presenti, un piccolo gioiello realizzato completamente in digitale dai loro studenti, Life. Il corto, stupefacente per la qualità delle animazioni (protagonisti sono dei robot che "prendono vita"), ha emozionato riuscendo a condensare in pochissimo tempo tematiche universali. Non meno interessante è stata la presentazione del backstage sulla realizzazione del cortometraggio che ha messo in luce i moltissimi aspetti di cui un team di grafici (e non solo) deve tener conto.
La conclusione della giornata è stata affidata al programma speciale Short Film Festival Meets Altermed a cura di Gabrielle Gamberini e Ida Zilio-Grandi. L'associazione AlterMED si è occupata dal 2007 di dare visibilità e unire in maniera transculturale le varie identità del bacino mediterraneo in un festival con sede ad Avignone. Ca' Foscari Short gli ha reso omaggio proiettando cinque delle opere da essa raccolte di genere vario, dalle tematiche molto differenti e di provenienza eterogenea. Da When I Stretch Forth Mine Hand di Oscar Robert Hamilton, una coproduzione tra Egitto e Palestina, al francese Clichés di Nadine Naous, un corto senza dialoghi che tratta le tradizioni e la condizione della donna con un ribaltamento finale della prospettiva davvero spiazzante. P'tite pièce di Loic Nicoloff è una divertente fantasia che pone di fronte un clochard e un uomo benestante. Arafat & I di Mahdi Fleifel tratta il difficile tema dell'identità palestinese da una prospettiva comica, con un protagonista ossessionato dalla figura di Arafat che per questo perde la ragazza che voleva conquistare. Anche Condamnations di Walid Mattar ha tinte da commedia pur trattando il serissimo tema del fondamentalismo religioso.
Di seguito il programma di domani giovedì 29 marzo:ore 14.00 - Concorso Internazionale (Falling Awake, No estan juntos, Pavels letzter schuss, De la mutabilité de toute chose)  ore 16.00 - 2008: La "Lunga marcia" dei marchi cinesiore 17.00 - Programma speciale Jury Members as Filmmakersore 18.00 - Concorso Internazionale (First breath after coma, Was uns zusteht, susya, Sanzaru, Le jour où le fils de Rainer s'est noyé)ore 20.00 - Agli albori dell'animazione italianaore 21.00 - Omaggio a Francesco Pasinetti