Apocalypse Now, l’eredità di un film che ha cambiato la storia

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L’8 giugno esce in una doppia edizione Blu-Ray Apocalypse Now, il capolavoro di Francis Ford Coppola che ha cambiato per sempre la storia del cinema, ispirando moltissimi film successivi. Per l'occasione, vi presentiamo un approfondimento sull'eredità del film nonché una galleria fotografica con i packshot delle nuove edizioni home video che verranno distribuite da Universal. Il 15 agosto 1979 arrivava nelle sale americane un’opera che sarebbe diventata fin da subito uno dei maggiori eventi cinematografici del decennio: Apocalypse Now, il travagliatissimo capolavoro realizzato da Francis Ford Coppola e ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra.

L'8 giugno, Apocalypse Now sarà finalmente disponibile per la prima volta anche in formato Blu-Ray, in due diverse edizioni che comprenderanno entrambe le versioni del film, quella originale di 147 minuti ed Apocalypse Now Redux di 196 minuti, e circa nove ore di contenuti speciali. Oltre all'edizione a due dischi, i fan avranno la possibilità di acquistare anche un'edizione da collezione a tre dischi che includerà anche il booklet illustrato Nel cuore del film, il libretto originale del 1979, cinque cartoline del film e Hearts of Darkness - Viaggio all'inferno, il documentario del 1991 che racconta la genesi e la difficilissima lavorazione del film, contrassegnata da incidenti e problemi di ogni tipo, tanto da aver assunto un carattere addirittura "leggendario".
Oltre ad aver riscosso fin da subito un enorme successo di critica e di pubblico ed essersi aggiudicato numerosi premi, fra cui la Palma d'Oro alla 32° edizione del Festival di Cannes, Apocalypse Now ha rappresentato un imprenscindibile modello di paragone per tutti i film di guerra usciti successivamente, ed ha esercitato una notevole influenza sull'opera di numerosi registi che hanno preso come punto di riferimento la pellicola di Francis Ford Coppola.
Tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, il disastro della Guerra del Vietnam era uno dei temi al centro dell'attenzione dei grandi autori del cinema americano. Prima ancora di Apocalypse Now, nel 1978, erano già usciti tre importantissimi film incentrati sul conflitto vietnamita: Il cacciatore di Michael Cimino, Tornando a casa di Hal Ashby e Un mercoledì da leoni di John Milius. Apocalypse Now è la pellicola che forse più di ogni altra ha saputo rappresentare la guerra come massima espressione di un processo di progressiva disumanizzazione dell'individuo e di inesorabile discesa nella follia, come accade al capitano Willard (interpretato da Martin Sheen) nel corso del film. Questa prospettiva è stata poi ripresa, nel decennio successivo, da altri registi che si sono confrontati con il tema della guerra, ponendo l'accento sulla dimensione psicologica e simbolica dell'esperienza militare.
Il grande uno rosso, diretto nel 1980 da Samuel Fuller, è una cruda e sanguinosa cronaca della Seconda Guerra Mondiale, di cui vengono descritti i più profondi abissi di violenza, fino ai campi di concentramento. Il Vietnam, invece, è lo scenario di un altro film celeberrimo del 1986, Platoon di Oliver Stone, dove Charlie Sheen (figlio di Martin Sheen, il protagonista di Apocalypse Now) interpreta il ruolo di Chris Taylor, una giovane recluta dell'esercito americano che decide di partire come volontario per il Vietnam; la pellicola è basata in parte sulle esperienze autobiografiche dello stesso Oliver Stone, e dipinge la guerra priva di qualsiasi alone mitico, ripresa invece nei suoi aspetti più cupi e orrorifici.
La guerra come più profondo abisso dell'umanità, perdita della propria identità e trionfo supremo della ferocia e della follia è ancora il nucleo narrativo al centro di un altro capolavoro antimilitarista di quel periodo: Full Metal Jacket, che nel 1987 segnò l'attesissimo ritorno al cinema del maestro Stanley Kubrick. Tratto dal romanzo Nato per uccidere di Gustav Hasford, Full Metal Jacket vede protagonista Matthew Modine nella parte di un giovane marine soprannominarto Joker, che segue un durissimo addestramento in attesa di partire per il Vietnam. Indimenticabile la scena conclusiva del film, con la marcia notturna di un plotone di marine fra le rovine di una città in fiamme, al ritmo della sigla musicale del Mickey Mouse Club.
Nel 1989 è un altro regista di primo piano, Brian De Palma, a confrontarsi con il Vietnam: il film è Vittime di guerra, interpretato da Michael J. Fox e Sean Penn nei rispettivi ruoli di un soldato idealista e di un sergente dal comportamento brutale e disumano. Come già in Apocalypse Now, anche De Palma mette in scena la disumanizzazione dei soldati e la totale perdita di riferimenti etici. Nello steso anno esce inoltre Nato il quattro luglio, un altro acclamatissimo film scritto e diretto da Oliver Stone e basato sull'omonimo libro autobiografico di Ron Kovic, un reduce del Vietnam interpretato nella pellicola da Tom Cruise. Nato il quattro luglio racconta l'amara presa di coscienza di Kovic, che in Vietnam sperimenta sulla propria pelle la crudeltà della guerra e, dopo essere tornato a casa ed aver perso l'uso delle gambe, si trasforma in un leader del movimento pacifista.
Nel 1998 è il turno di Terrence Malick, che nel film più acclamato della sua carriera, La sottile linea rossa, tratto dall'omonimo romanzo di James Jones, ci racconta la conquista dell'isola di Guadalcanal durante la Seconda Guerra Mondiale. Malick riprende dal film di Coppola non solo la rappresentazione della brutalità e dell'orrore del conflitto, ma anche la cornice di una natura selvaggia e misteriosa, che funge da sfondo silenzioso al raccapricciante teatro della guerra.
Ovviamente, oltre alla sua naturale influenza sul cinema bellico, in virtù del proprio statuto di film-cult Apocalypse Now è stato anche fatto oggetto, nel corso del tempo, di varie parodie. In campi cinematografico, ne ricordiamo almeno un paio: il recente Tropic Thunder, del 2008, che racconta le tragicomiche disavventure di una troupe impegnata a girare un film di guerra nel bel mezzo di una giungla colma di pericoli, e il demenziale Hot Shots! 2, del 1993, in cui proprio Martin Sheen e suo figlio Charlie si incrociano in una scena che cita apertamente Apocalypse Now, ripetendo la sequenza della risalita lungo il fiume del capitano Willard nel film di Coppola.