The Confessions of Thomas Quick racconta di Sture Bergwall, conosciuto da tutti i media come Thomas Quick, è stato il primo vero serial killer svedese: finito in cella e sotto cure psichiatriche in seguito a svariati crimini, dall'interno del carcere si è assunto la responsabilità di circa trenta brutali omicidi, risolvendo così alcuni dei casi più ostici della polizia svedese. I suoi sono rituali macabri, fatti di adescamenti, omicidi e cannibalismo, che vengono fuori grazie al macchinoso e instancabile lavoro dei terapisti del più moderno e all'avanguardia ospedale psichiatrico in Svezia. Continue sedute di terapia e l'uso massiccio di benzodiazepina hanno aiutato Thomas Quick a ricordare le brutalità delle sue gesta, trasformandolo in una vera e propria star, un paziente di lusso da portare come esempio del successo della terapia (un metodo tutto nuovo ideato dalla fondatrice dell'istituto), ricompensandolo con diversi tipi di comodità (cene fuori, sigari di lusso, connessione a internet) ad ogni ammissione di colpa.
Sture Bergwall è il più celebre serial killer svedese: in patria tutti conoscono la sua storia, fatta di terribili orrori e retroscena raccapriccianti, che il cinema ci racconta per la prima volta in The Confessions of Thomas Quick.