In St@lker Alan è separato ed è andato a vivere in un magazzino fatiscente, portandosi solo due materassi, un televisore, una stufa e un sacco da boxe, con cui si sfoga spesso durante il giorno. L'ex moglie, dopo anni di soprusi, si rifiuta di vederlo e di parlargli, divenendo così vittima di atti di stalking, sia reali sia informatico-virtuali. Ultimamente Alan si rifiuta di lavorare, e passa il suo tempo nel tentativo, il più delle volte frustrato, di chattare su siti di online-dating. Ines vive sola, con fare metodico, priva di appagamento sia nel lavoro sia nelle relazioni private, dilettandosi di letture e di piccoli hobby. Ha una sola amica intima, Mina, collega di lavoro, che la introduce nel mondo dei social network. Lì incontra Alan, con cui si lascia andare in una relazione virtuale, uscendo dall'apatia, ammaliata da una persona che in rete risulta essere l'opposto della realtà. Ma la vera indole di Alan pian piano verrà fuori, fino ad avere il sopravvento.
La chiocciolina nel titolo provvede a distinguerlo da Stalker (1979) di Andrei Tarkovsky, anche se, considerando che siamo dalle parti del dramma a tinte thriller, il secondo lungo...