In MI-5 Harry Pearce è a capo dell'unità antiterrorismo del MI5, l'ente per la sicurezza e il controspionaggio britannico. Durante la missione di trasferimento del terrorista islamico Adem Qasim, prossimo a finire nelle mani della CIA, il convoglio viene attaccato dai complici del prigioniero; durante la fuga, infine riuscita, perde la vita anche un agente. L'MI5 finisce così sotto attacco da parte dell'opinione pubblica e Pearce è costretto a dare le dimissioni; l'uomo però, fingendo il suicidio, sparisce nel nulla per mettersi in contatto proprio con Qasim e proporgli un accordo. Pearce è infatti convinto che una spia si aggiri all'interno del suo dipartimento e per scoprirne l'identità stringe un patto col criminale che però, nel frattempo, sta pianificando dei sanguinosi attentati sul suolo londinese. I servizi segreti decidono così di richiamare il giovane ex agente Will Holloway per collaborare all'indagine: il ragazzo, dalla lunga esperienza sul campo nonostante l'età, è infatti colui che conosce meglio Pearce, in passato suo mentore dopo la tragica morte del padre, scomparso in circostanze misteriose mentre si trovava in missione a Berlino.