notizia 12.48, 18 Febbraio 2011
La mostra-tributo al cinema di John Hughes
Per chi è cresciuto a cavallo degli anni novanta e del duemila, il nome di John Hughes, regista/sceneggiatore/produttore scomparso nell'agosto del 2009, dirà molto poco.
Ma per tutti quelli che hanno attraversato gli anni '80 come bambini e adolescenti, questo nome evocherà alcune delle commedie più divertenti e popolari, capaci d'incarnare quello spirito scanzonato, naif, ma così emotivamente maturo che connotava quell'epoca, tendenzialmente descritta e ricordata come il trionfo dell'edonismo più spinto.
Mentre tutti a cavallo dei settanta e ottanta erano impegnati a cavalcare l'onda lunga del gross out movie com pellicole generazionali capaci di riprendere solo la volgarità di Animal House tralasciando del tutto la componente satirica, Hughes, ispiratore del movimento del Brat Pack (quel gruppo di giovani attori come Emilio Estevez, Demi Moore, Rob Lowe, Molly Ringwald così noti ed attivi in quell'irripetibile stagione, quanto incapaci di ottenere nuova gloria una volta rimasti orfani di Hugher), riusciva a parlare con delicatezza ed intelligenza ad una generazione che di li a poco sarebbe diventata un incognita.