Speciale X-Men le origini: Wolverine

Hugh Jackman, a Roma, sfodera gli artigli.

Speciale X-Men le origini: Wolverine
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Pirateria animalesca

La notizia ha fatto il giro del mondo e per la 20th Century Fox è stato un duro colpo: per chi non lo sapesse, dal 3 marzo è disponibile online la copia pirata di X-Men le origini: Wolverine. Il file, pare, nonostante le forti pressioni della produzione contro il download gratuito - di un prodotto per altro non completo -, è stato scaricato da oltre un milione di persone. Noi di Movieye siamo contro qualsiasi forma di pirateria che vada ad intaccare i diritti d'autore, per cui il nostro consiglio è quello di attendere l'uscita del film nelle sale - e da quello che abbiamo visto, ne vale la pena.
Tornando al discorso pirateria, sarà difficile prevedere quanto questo influenzerà il box office il 29 aprile, specie se a chiederselo è Wolverine in persona: “per noi è che ci abbiamo lavorato tanto è stato straziante, ma non sono a conoscenza delle indagini volte a smascherare il colpevole né se questa uscita anticipata influenzerà negativamente il box office. Sono l'ultima persona ad essere competente in materia.” Di sicuro, nonostante la fuga di notizie e i tantissimi download, gli appassionati sembrano tifare a favore della pellicola (un buon 40%), i quali hanno confermato in un sondaggio che rivedranno il film in sala.
E' il 14 marzo e presso l'Hotel Hassler, a Roma, Hugh Jackman discute con la stampa - assieme al regista Gavin Hood - della sua ultima fatica, in veste di attore e co-produttore.
Tra le domande, appunto, non poteva mancare il riferimento alla copia pirata e al “lato oscuro” supereroistico tanto in voga al cinema. Molte le curiosità e tante i retroscena. Per saperne di più, continuate a leggere il transcript della conferenza su uno dei film appartenenti al filone supereroistico più attesi del 2009.

Conferenza stampa

Come commenta l'uscita pirata del film ben un mese prima dall'uscita?
Hugh Jackman: Per noi che ci abbiamo lavorato molto è stato straziante. Proprio quando hanno dato la notizia avevamo appena finito di girare le scene supplementari... E per una persona con l'idea di quanto si lavorasse 24 ore al giorno, con le persone che non dormivano per portare a termine il loro lavoro negli ultimi tre-quattro mesi, è veramente una sofferenza. Personalmente, non sono informato sulle indagini volte a smascherare il colpevole né se questa uscita anticipata influenzerà negativamente il box office. Sono l'ultima persona ad essere competente in materia.
Abbiamo invece apprezzato il supporto della comunità online, per cui almeno il 95% dei siti si sono espressi molto negativamente a proposito di questa fuga di materiale. Il problema ovviamente non riguarda soltanto Wolverine, ma tutto il cinema, perché è brutto che un lavoro duro venga sminuito in questo modo. Sono sicuro comunque che i fan andranno a vederlo, perché sanno che questo tipo di blockbuster estivi hanno senso se visti al cinema e non sul piccolo schermo. Non sono comunque in grado di fare previsioni su quanto la copia pirata possa fare danni al botteghino, perché sono l'ultima persona a essere competente in materia.

Nel suo personaggio si percepiscono caratteristiche di personaggi tipo Mad Max, L'ispettore Callaghan. Quali sono state le sue ispirazioni e quanto del personaggio le è rimasto dentro?
Hugh Jackman: In effetti quando ho interpretato il ruolo la prima volta, durante il training più entravo nell'universo degli X-Men e più pensavo che avesse le caratteristiche simili a Tyson, Mad Max e Callghan. E' un archetipo degli eroi cinematografici, brave persone ma non per questo gentili o affabili, con dei lati decisamente spigolosi. Fin dal nostro primo incontro con Gavin Hood, abbiamo sottolineato il fatto di quanto oltre dovevamo andare col personaggio. Abbiamo avuto la fortuna di avere dietro alla macchina da presa questo premio Oscar e lui ha capito bene l'importanza della mia interpretazione, considerando che siamo passati da una serie molto più vasta, con tanti personaggi, a una pellicola incentrata sulla figura di Wolverine. Così quando gavin non era contento della mia performanca, lo si vedeva appoggiare la mano sulla mia spalla e sussurrare: "non è venuta un granché, rifacciamola". Devo ammettere che, nonostante interpreti Wolverine da dieci anni, qui ho vissuto la sfida maggiore.

Come è stato coinvolto nel progetto?
Gavin Hood: Quando Hugh mi ha contattato, ero si molto felice ma anche molto sorpreso. D'altronde non avevo mai diretto pellicole del genere. Il difficile era distaccarci dalla coralità delle pellicole dirette da Singer a un unico personaggio che doveva reggere l'arco emotivo del film. Come accennato da Hugh, è una tradizione cinematografica quella di mostrare l'eroe torbido, un pò distaccato. Clint Eastwood ha interpretato spesso ruoli simili... l'eroe che non ha bisogno di nessuno. Così ho ascoltato i consigli di Hugh e naturalmente ho preso in mano i fumetti, che prima di allora, confesso, non avevo fatto. Ho scoperto molti lati ambigui e una complessità molto rara per un personaggio sulla carta apparentemente bidimensionale. La nostra sfida era proprio questa: riflette la natura polivalente di questo personaggio, che quasi disprezza se stesso a causa della sua natura selvaggia ma che tuttavia si impone determinate scelte etiche. Un tipo molto maschile e duro, ma che allo stesso tempo deve affrontare un grande insieme di emozioni e di lotte, perché ha bisogno di trovare dei legami emotivi. La grande tragedia di Victor Creed è che lui invece non ha bisogno di questi rapporti. In un certo senso, grazie anche all'ottima interpretazione di Hugh, abbiamo infranto la tradizione dell'uomo che non ha bisogno di nessuno.

La moda del “lato oscuro” sembra essersi radicata e ramificata, specie con i supereroi. Qual è la sua opinione in proposito?
Gavin Hood: La mia speranza è che il film non sia solo dark, ma abbia calore e un buon grado di umanità, perché Hugh ve ne ha messo davvero molta. E' una persona molto generosa e anche molto decisa: per esempio, lui adora dare sfogo alla sua rabbia, questa catarsi che l'umanità ha sempre fespresso fin dalle origini, basta pensare al Colosseo. D'altronde nessuno di noi può essere sempre gentile. Mi sembra che sia stato Aristotele a dire che “il miglior modo di controllare le proprie emozioni è esprimerle pienamente”. Spero che il film rappresenti questo dualismo e credo che la lotta tra Wolverine e Creed rappresenti bene questo aspetto.

Qual è stata la scena più complessa da girare?
Gavin Hood: La scena più difficile? Quella in cui Jackman cade nella cascata e in cui è nudo. Ovviamente, non potevamo avere un nudo frontale, anche se molte donne lo avrebbero preferito (ride).
Non siamo riusciti a trovare uno stuntman che volesse fare una simile pazzia così abbiamo lavorato con la CGI, scansionato il suo corpo e creato dunque una sua versione digitale.
Hugh Jackman: La scena più difficile? Quando in sella alla moto dovevo saltare prima sull'autovettura e poi sull'elicottero. Sapete, ho rischiato di tagliarmi le dita! (ride)
Seriamente, è stato molto difficile recitare quando mi hanno completamente immerso nella vasca piena d'acqua. Le riprese sono durate due giorni. All'inizio abbiamo provato ad inserire degli altoparlanti all'interno per far si che Gavin potesse comunicare con me ma non ha funzionato. Allora abbiamo ideato un sistema infallibile: in base al numero di volte che mi stringeva l'alluce, io capivo se dovevo aprire gli occhi, muovermi o uscire fuori dalla vasca e gridare come un matto!

La concentrazione del suo personaggio, che nella saga è uno dei pochi a crescere considerevolmente, ha raggiunto l'apice con questo spin-off. Ciò è dipeso da una scelta preventiva o in seguito alla sua interpretazione?
Hugh Jackman: Ogni attore desidera avere più tempo sullo schermo, non posso di certo nasconderlo. L'universo degli X-Men presenta delle tematiche importanti, ma Wolverine è popolare da decenni. E' stato il primo antieroe a far presa sul pubblico. Devo dire però che, quando abbiamo mostrato per la prima volta il trailer e la gente ha visto Gambit in azione, si è messa a urlare dalla gioia. Ecco, in quel contesto lì ero anche un po' geloso. (ride)
Circa il successo del franchise, il merito va senza dubbio a Bryan Singer. Gavin e lo sceneggiatore - David Benioff, ndr - sostenevano giustamente che, se non conosci le origini di un personaggio, non puoi capire perfettamente le sue motivazioni.

E' un film ricco di elementi interpretativi, molto denso. Come ha gestito il rating e, ancora, c'è stato un momento in cui ha voluto in un certo senso espanderlo? Pensa di produrre altri film degli X-Men?
Gavin Hood: Il film doveva avere fin dall'inizio il PG13 e io ne ero ben consapevole. Da una parte, sicuramente si vorrebbero estremizzare certe scelte, ma la cosa meravigliosa della serie è che trasmette ai giovani delle idee che non sono presenti in altri blockbuster. Per esempio, è normale vedere il classico scontro delle forze del bene contro quelle del male, con l'eroe che ben rappresenta il bene, dai saldi ideali. In Wolverine invece le cose sono un po' più complesse. C'era bisogno che l'eroe comprendesse la sua capacità di fare del male. Io ero attirato da questo tema fantastico, con un personaggio che non ama la sua natura. Gli artigli, in questo senso, sono quasi una manifestazione fisica della sua rabbia e della sua voglia di ritirarsi in se stesso. Questa ragione subliminale era sufficiente per essere felici del PG13.
Hugh Jackman: Bryan Singer è riuscito a portare sullo schermo la storia in maniera tridimensionale e sottile. C'è sempre un equilibrio difficile tra un film che deve essere divertente, ma in cui si vogliono inserire anche spunti di riflessione. Credo che un esempio notevole sia stato Il cavaliere oscuro, un film di successo che mischia riflessione ed emozioni; non è un semplice popcorn movie. E Gavin ha svolto un lavoro straordinario in questo senso.
Per quanto riguarda nuovi progetti legati agli X-Men, non penso di produrre e interpretare altro, anche se mi piacerebbe molto portare sullo schermo la saga giapponese di Wolverine.

Lei è padre di due splendidi figli ed il fumetto è letto anche dai ragazzini. Ha mai fatto vedere i film o letto le storie?
Hugh Jackman: molti mi chiedono se faccio vedere questi film che realizzo ai miei figli. Mia figlia ha tre anni e quindi sicuramente non lo vedrà, mentre mio figlio che ha nove anni forse sì, ma ne dovrò discuterne con mia moglie. In effetti, io rimprovero spesso mio figlio spiegandogli che non deve spingere la sorella e la mia autorità verrebbe decisamente minata se mi vedesse sullo schermo a massacrare la gente. (ride)
Comunque, con lui ho visto alcune scene del film e ho notato che alcune cose le capiva bene, altre meno. Io sicuramente non incoraggio i genitori di bambini di tre anni a vedere il film, di sicuro io non lo farò. Anzi, vi racconto un aneddoto divertente: all'epoca di X-Men 2, avevamo a casa tutta una serie di pupazzi e action figure di Wolverine, così mio figlio quando era arrabbiato con me staccava loro la testa. Inoltre, gli avevo regalato un punching ball legato al film, con la mia immagine sopra e ogni volta che lo mandavo in camera sua per punizione, sentivo che lo colpiva con grande energia. Credo che ogni genitore dovrebbe averne uno. (ride)

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