Speciale War Horse: le grandi amicizie tra uomini e animali

Un breve excursus sui rapporti d'amicizia che legano umani e animali visti al cinema

Speciale War Horse: le grandi amicizie tra uomini e animali
Articolo a cura di

L’amicizia tra umani ed animali è tra i legami più affascinanti e misteriosi che si possano immaginare e realizzare: è universalmente consolidata e capace di sostituire vecchie convinzioni che volevano questa unione relegata a una mera compagnia domestica. Anche il cinema ha permesso di arricchire l’immaginario collettivo con diverse pellicole con protagonisti “eroi” a quattro zampe e la relativa amicizia che si instaura tra essi e l’uomo. Cani, gatti e non solo, basti pensare a storie con protagonisti cowboy, fantini, addestratori o semplici proprietari di cavalli, un animale che con la sua eleganza e fierezza è tra i grandi protagonisti della settima arte sin dagli albori, nelle pellicole di ricostruzione storica o nei western. Eppure il cavallo non è semplicemente un “mezzo” ma un essere vivente che gode di emozioni e che altrettante ne regala a chi lo accudisce. Pensiamo a War Horse e al rapporto che si crea tra Albert, un bambino abituato alla vita in fattoria, e Joey, un giovane cavallo baio. La loro incredibile storia è stata raccontata nell’omonimo romanzo per ragazzi, scritto da Michael Morpurgo, e trasportata sul grande schermo da Steven Spielberg nel 2011, in una fortunata pellicola candidata a sei Premi Oscar. Le avventure di Albert e Joey ben si adattano, però, anche al palcoscenico di un teatro e acclamata è stata la versione realizzata da Marianne Elliott e Tom Morris che, direttamente dal prestigioso National Theatre di Londra, sbarca nei cinema nostrani in data unica, il prossimo 6 Maggio, per un appuntamento indimenticabile che verrà trasmesso in lingua inglese con sottotitoli. L’iniziativa, resa possibile grazie alla Nexo Digital, sarà l’occasione per vivere le magiche atmosfere del celebre teatro britannico e per godere di una rappresentazione teatrale che il Time magazine ha definito “una pietra miliare nella storia del teatro”. La scenografia dello spettacolo è stata curata da Clare Parker, mentre per la realizzazione di questa strepitosa pièce, la South Africa Handspring Puppet Company, celebre per le creazioni di arte teatrale, ha realizzato dei realistici cavalli in scala reale. In occasione della uscita di War Horse a teatro (e al cinema), andiamo a intraprendere un breve viaggio tra le pellicole del passato dove si sono realizzati alcuni dei più significativi rapporti tra uomo e animale e iniziamo proprio dalla pellicola di Spielberg.

War Horse

War Horse è ambientato ai tempi della Prima Guerra Mondiale e proprio lo sfondo bellico fa da cornice a una intensa storia di amicizia tra il giovane Albert e il suo cavallo Joey che, per motivi economici, viene venduto all’esercito inglese. Disperato per la partenza dell’animale, Albert aspetterà di aver compiuto la maggiore età e, una volta idoneo per l’arruolamento, partirà alla ricerca del cavallo mentre l’Europa viene sconvolta dal suono delle bombe e da brutali carneficine. In questo caso lo stesso Joey sembra apparire in una veste assolutamente umanizzata, come un soldato che disperatamente cerca di sopravvivere all’orrore con la speranza, il sogno, di poter tornare a casa. Le sue azioni sembrano infatti dettate da una logica precisa che possa permettergli di entrare in connessione con gli umani che nel corso della sua storia incrocerà. Fino all’incontro liberatorio con Albert e al ritorno del soldato/cavallo a casa. Sfortunato in occasione della Notte degli Oscar, War Horse appare però come una delle migliori rappresentazioni di una amicizia, tra specie diverse, sul grande schermo.

Black Stallion

Black Stallion è una celebre pellicola del 1979, diretta da Carroll Ballard e interpretata da Mickey Rooney, dove Francis Ford Coppola appare come produttore esecutivo. Il film racconta dell’insolito legame tra Alec, un bambino in viaggio con la famiglia, e uno splendido esemplare di stallone arabo dal manto nero. Entrambi sono coinvolti in un terribile nubifragio dal quale si risveglieranno - miracolosamente - illesi e non si separeranno più, fino al trionfo in una pericolosa gara ippica dove il cavallo, ribattezzato per l'appunto Black Stallion, vincerà nonostante una grave ferita. Black Stallion ottenne tre nomination nella Notte degli Oscar del 1980 e il grande successo consigliò la realizzazione di un sequel e di una serie televisiva di tre stagioni. Visivamente imponente, l’opera di Ballard è riconosciuta come una operazione destinata al pubblico più giovane nonostante non manchi di scene piuttosto spettacolari e cariche di tensione, soprattutto nella sfida in pista che si ispira a quello che fu ribattezzato il “duello del secolo” e che vide protagonisti i due purosangue War Admiral e Seabiscuit, capaci di dare vita, nel 1938, a una emozionante corsa ippica.

Seabiscuit - Un mito senza tempo

Seabiscuit è uno dei cavalli più vincenti della storia e la sua avventura, romanzata, venne raccontata al cinema da Gary Ross nel 2003, in un film che vede tra i protagonisti Tobey Maguire nei panni del fantino Red Pollard e Jeff Bridges in quelli del magnate Charles Howard. Proprio quest’ultimo, in una America sconvolta dalla Grande depressione e reduce da un dramma famigliare, troverà nuovi stimoli solo in seguito all’acquisto di un cavallo che, fino a quel momento, non aveva certo brillato per i risultati in campo sportivo. Grazie all’addestramento dell’allenatore Tom Smith e all’empatia raggiunta tra l’animale e il fantino alla guida, Seabiscuit divenne, però, in breve tempo un campione, cambiando la vita degli uomini che avevano creduto in lui, dando e ricevendo amore e lealtà in una sinergia commovente e realistica che ha il sapore della rivincita e della rinascita per i protagonisti stessi - compreso il purosangue - e per gli Stati Uniti, ridotti sul lastrico dalla più grande crisi economica della storia.

Nestore, l’ultima corsa

Nestore, l’ultima corsa è il frutto di una produzione italo-francese del 1994 e una delle ultime pellicole con protagonista il compianto Alberto Sordi, qui nei panni di un anziano vetturino alla guida di un calesse trainato da Nestore, un cavallo che dopo una gloriosa carriera tra vicoli di Roma si avvia verso una triste fine in un mattatoio a causa delle non più felici condizioni fisiche che ne pregiudicano il lavoro. Anche in questo caso si realizza un rapporto indissolubile tra uomo e animale al punto di considerare quest’ultimo come un membro effettivo della famiglia. Il drammatico finale nel mattatoio, vissuto con gli occhi di uno straordinario Alberto Sordi, rappresenta la perdita della speranza e l’accettazione di una realtà che coincide con un naturale processo fisico di invecchiamento e un destino che, seppur diverso, appare tristemente analogo: la morte per un animale, ormai considerato socialmente “inutile” e il pensionamento in una casa di riposo per un uomo della terza età. La mancanza di sensibilità che circonda il protagonista, che viene addirittura ingannato, lascia la sensazione di un rapporto tra uomo e animale fin troppo intimo e probabilmente non facilmente condivisibile con la comunità.

Hachiko - Il tuo migliore amico

La storia di Hachikō ha inizio nel 1923 quando il Professore Hidesaburō Ueno adottò un cucciolo di cane, di razza Akita, e lo porto con sé nella sua casa di Shibuya. Costretto da impegni lavorativi a una vita da pendolare, il professore si recava ogni mattina presso la stazione dei treni e veniva accompagnato proprio dal piccolo Hachikō, che fedelmente lo aspettava anche al ritorno nel pomeriggio. Due anni dopo un ictus uccise Ueno, mentre Hachikō in stazione continuerà ad aspettare il padrone per più di dieci anni. Una storia che ha commosso il Giappone e che è stata portata al cinema nel 1987, in una produzione nipponica realizzata dal regista Seijirô Kôyama, e nel 2009 da Lasse Hallström, con Richard Gere nel ruolo dell’insegnante. Nel film viene dato ampio spazio alla costruzione del rapporto tra il Professore - qui ribattezzato Parker Wilson - e il cane, dimostrando come fiducia e amore incondizionato siano proprio alla base di uno dei legami più forti, quello che si realizza tra il padrone e il suo amico a quattro zampe. Una unione che non termina con la morte e che, ogni anno, viene festeggiata in Giappone con una festa nazionale in onore dello stesso Hachikō, commovente simbolo di lealtà e fedeltà.

Vita di Pi

In Vita di Pi, del regista Premio Oscar Ang Lee e adattamento cinematografico del romanzo omonimo scritto da Yann Martel, il rapporto tra uomo e animale assume i contorni del romanzo avventuroso con ampie pennellate di magia ed effetti grafici in un evidente trittico con la natura. Ognuno sembra dover rinunciare al proprio equilibrio, già labile, per una “ricostruzione” che consideri le esigenze dell’altro. Ed è per questo che uomo e tigre, dopo un terribile nubifragio, possono e devono convivere. Superando gli ostacoli (ricorre qui la tematica della natura), fino a ristabilire l’ordine iniziale dove l’amicizia tra due specie agli antipodi non è consentita. Nel rapporto tra Pi e la tigre Richard Parker si evidenzia l’impossibilità di raggiungere un rapporto complice, anche a causa dell’istinto del felino, eppure bricioli di fiducia e riconoscenza fanno spesso capolino e, nonostante la evidente componente allegorica, quello tra il giovane indiano e una famelica tigre del Bengala appare come uno dei più straordinari episodi con protagonisti umani ed animali che il cinema ci abbia mai proposto.

Che voto dai a: War Horse - National Theatre

Media Voto Utenti
Voti: 0
ND.
nd